Consegnata al Museo Maradona la prima statua bronzea del D10S, il collezionista Luise in onda su emittenti argentine

CASTEL VOLTURNO. Giornata ricca di emozioni per l’immobiliarista nonché primo collezionista di cimeli di Diego Armando Maradona, Antonio Luise. Ieri, sabato 20 febbraio, Luise in compagnia di Ugo Maradona, fratello de “El Pibe de oro”, e di Angelo Pisani, è andato in onda su due emittenti televisive argentine circa il suo museo “Maradona” in onore del grande calciatore.

Presso la galleria, la giornalista Laura La Tana ha intervistato il collezionista, ricostruendo la genesi della sua collezione e dell’amicizia con Maradona. L’intervista ha subito riscosso un grande successo, suscitando forti emozioni nel cuore degli argentini che amavano e continuano ad amare Diego Armando. Ma non solo: sono stati intervistati anche Ugo Maradona e Angelo Pisani sul suo libro “L’avvocato del D10S”, testo che vede una prefazione del noto scrittore Maurizio de Giovanni e i contributi di Gianni Minà e di Nicola Graziano. Inoltre, lo scultore Domenico Sepe ha voluto fare un dono ad Antonio in ricordo di suo padre, Salvatore Luise, venuto a mancare lo scorso anno: ha donato al museo una scultura in bronzo, raffigurante il volto a misura d’uomo del D10S. Si tratta della prima statua al mondo ad essere stata realizzata dopo la morte di Maradona, calciatore imbattibile che ha fatto impazzire tutti napoletani e non, e che ha appassionato anche i più schivi al calcio, divenendo nel tempo una vera e propria leggenda; tutto quello che è accaduto ieri presso il museo di Luise ne è la pura dimostrazione.

Ma le sorprese non terminano qui. Presso il museo sono accorsi anche diversi giornalisti ed altre emittenti televisive campane. Ad immortale queste importanti testimonianze, il museo e la scultura, il noto fotografo Eugenio Blasio. Dulcis in fundo, la presenza di Luca Sepe di Radio CRC.

Una giornata pazzesca – afferma Antonio Luise -, davvero ricca di emozioni profonde e vere. Ricordare Maradona è sempre motivo di nuove scoperte e di orgoglio. Sapere che il mio museo ha fatto letteralmente impazzire gli abitanti della sua terra natia, l’Argentina, mi riempie il cuore di gioia. Sono felice – conclude – che i miei cimeli possano essere motivo di commemorazione di un grande uomo, prima ancora che un grandissimo calciatore, il quale, attraverso il calcio, ha rinnovato in tutti noi la speranza”.

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