
Festa della Trinità (A) — Domenica 4 giugno 2023
Trinità: Dio soffre la solitudine!
Tutto il creato è “imago” della Trinità
1) La festa della Trinità non è una festa astratta per intelletti metafisici, né un’occasione per dispute teologiche, ma un mistero pieno di luce e con forti suggestioni per la nostra esistenza. Grandi pittori hanno rappresentato s. Agostino che, meditabondo lungo la spiaggia, conversa con il “Bambino” che giocava a travasare tutto il mare in una piccola buca nella sabbia: una bella leggenda, che la grande arte ha voluto illustrare per il suo alto simbolismo. Dio è mistero ineffabile: di Lui non sapremmo nulla, se egli stesso non si rivela in qualche modo. Nelle riflessioni sulle analogie trinitarie dell’animo umano sta una delle novità maggiori di s. Agostino. Conoscenza dell’uomo e conoscenza di Dio s’illuminano a vicenda, quasi specularmente.
Trinità: Dio è incapace di bastare a se stesso
2) Chi di noi crede che Dio è povero? Eppure, è così. Dio è povero perché ha dato tutto al Figlio, e non ha nulla che non desideri comunicare. Il Figlio, poi, non ha nulla di suo, non fa nulla da solo. Lo Spirito, infine, è totale dare e ricevere dal Padre e dal Figlio. Dio pone tutta la sua gioia in un Altro: è dono totale di sé. Noi che idea abbiamo di Dio? Adamo voleva diventare dio, ma il dio di Adamo era ricco, onnisciente, onnipotente. Era un idolo! Dio invece è povero, vive solo di amore, ed è la vita più bella. Dio ha bisogno di essere in tre Persone, di essere famiglia per essere veramente Dio. Quando eravamo bambini, somigliavamo di più a Dio, avevamo bisogno dei genitori per essere noi stessi. Oggi possiamo comprendere meglio il prefazio della Messa. Ringraziamo Dio che non vive solo, isolato, egoista. Che bello che Dio sia in tre persone e non un egoista solitario: Dio è Padre, Dio è Figlio, Dio è Amore! Tutti siamo chiamati a diventare padri o madri, cioè a generare attorno a noi vita, speranza, gioia. Generare alla vita del corpo è ben piccola cosa: quanti bambini nascono orfani! Noi, cosa generiamo sul nostro cammino? La vita, l’amore, la speranza … o l’invidia, il risentimento, la freddezza? Quando entrate in un convento di suore, voi dite “Madre”; se andate a confessarvi, voi dite “Beneditemi, Padre”. Vogliamo diventare come Dio? Dobbiamo diventare sempre più padri, più madri.
Il vero ateo: chi nega la paternità di Dio!
3) Il vero cristiano non crede in “Dio-onnipotente”, ma crede in “Dio-padre-onnipotente”: non separa mai la paternità dall’onnipotenza. Credere in Dio-padre-onnipotente significa credere che Dio può sempre suscitare o risuscitare in me un figlio che gli somigli. Tutte le Maddalene possono diventare santa Maddalena; tutti i figli prodighi possono servire il Padre abbandonato con maggiore affetto; tutte le nostre colpe possono diventare delle felici colpe. Il vero ateo non è colui che dice “Dio non esiste”, ma l’ateo vero è colui che dice che Dio non lo cambierà più, che ha tentato troppe volte, che è troppo tardi. Costui nega il primo articolo della fede, nega l’onnipotente paternità di Dio. Cessiamo di parlare di “volontà di potenza”, e iniziamo a parlare di “volontà di amore”. Saremo adulti nella fede quando ci convincerà più un gesto di amore, che un segno di forza.
La Trinità: “mistero” e non “problema”
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