
IL MUSEO VIVENTE DELLE MADRI a cura di PASQUALE IORIO edito da RUBBETTINO
Matilde Maisto – Recentissima è la pubblicazione dell’ultimo lavoro bibliografico di Pasquale Iorio, coordinatore del sodalizio Le Piazze del Sapere – Aislo Campania, dedicato al Museo Provinciale Campano di Capua. Il Museo Vivente delle Madri è il titolo del libro, concepito come una vera e propria raccolta di articoli, saggi scientifici, proposte e progetti tributati a una delle realtà museali più significative d’Italia, sia per la sua storia sia per le sue collezioni.

Dalla presentazione di Francesco di Cecio leggiamo che tra le varie iniziative per la valorizzazione ed
il rilancio del nostro Museo Campano oltre i confini nazionali si inserisce il
progetto editoriale, curato da Pasquale Iorio ed edito da
Rubbettino, con una nuova pubblicazione, che ci può aiutare a far conoscere ed
apprezzare i tesori di arte e di storia che qui sono contenuti. Questo
obiettivo viene favorito grazie all’apporto ed alla collaborazione di
autorevoli esperti di storia dell’arte e di beni culturali (come i docenti di
varie università: da Eva Cantarella a Nadia
Barrella, da Carlo Rescigno a Luigi Carrino, da Fulvio Delle Donne a Florindo
Di Monaco alla ex direttrice Maria Luisa Nava). Molto
interessanti risultano anche i contributi di varie persone del mondo della
scuola e delle associazioni (come la prof.sa Daniela
Borrelli, l’ex sindaco di
Castel Volturno Mario Luise, lo scrittore Vittorio
Russo, la presidente di
Italia Nostra Maria Rosaria Iacono, Nicola
Terracciano, Luigi Fusco, Daniela e Gianluca De
Rosa, l’ex direttore Mario
Cesarano, Pietro
di Lorenzo ed Alfredo Fontanella, il presidente di Aislo Stefano
Mollica ed il
musicista Lello Traisci. Tante
personalità che a vario titolo amano il nostro monumento, a cui sono legate per
le loro attività di studio e di promozione, che vengono promosse e realizzate
negli spazi e nelle prestigiose sale espositive.

Il Museo Provinciale Campano di Capua, fondato dal Canonico
Gabriele Iannelli nel 1870 ed inaugurato nel 1874 con un mirabile discorso
dell’Abate Luigi Tosti è proprietà dell’Amministrazione Provinciale di Caserta.
E’ stato definito da Amedeo Maiuri “il più
significativo della civiltà italica della Campania”, regione a cui Capua ha
dato il nome.
Il Museo è ospitato nello storico palazzo
Antignano la cui fondazione risale al IX secolo ed incorpora le vestigia di San
Lorenzo ad Crucem, una chiesetta di età longobarda nel sito di uno dei tre
Seggi nobiliari della città.
L’edificio vanta lo splendido portale
durazzesco-catalano che reca incastonati gli stemmi degli Antignano e d’Alagno.
Nei primi anni dell’Unità d’Italia si manifestò la
necessità di dare forme più concrete anche agli ordinamenti archeologici ed
artistici della Nazione e pertanto vennero create speciali Commissioni.
Con Decreto Reale del 21 agosto 1869 venne istituita la “Commissione per la
Conservazione dei Monumenti ed Oggetti di Antichità e Belle Arti nella
Provincia di Terra di Lavoro, la quale, costatata l’esistenza nella Provincia
di una considerevole quantità di materiale di pregio archeologico ed opere
d’arte malamente custodita e destinata a sicura distruzione, deliberò la
fondazione di un Museo.
Capua, illustre ed antica metropoli della Campania, venne prescelta quale
depositaria delle più fulgide memorie della Regione; il monumentale e storico
Palazzo dei Principi di S. Cipriano, dono del Municipio, fu la sede del Museo;
l’Amministrazione Provinciale di Caserta si assunse il finanziamento per la
gestione di esso.
Nel 1874 il Museo venne aperto al pubblico.
AI primo Direttore Prof. Gabriele lannelli, insigne archeologo, storico,
epigrafista che al dire di Norbert Kamp “possedeva una visione davvero unica
per i suoi tempi dell’intera tradizione capuana” e tenace organizzatore che con
la sua opera illuminata resse le sorti del Museo per oltre trenta anni,
successero: il Comm. Giacomo Gallozzi, il Prof. Salvatore Garofano, il Comm.
Raffaele Orsini, l’Avv. Luigi Garofano Venosta, il Prof. Dott. Francesco Luigi
Garofano Venosta, il Prof. Antonio Marotta, il Dott. Carlo Crispino ed
attualmente il Prof. Giuseppe Centore.
Nel 1933 si rese opportuno, per il notevole accrescimento delle collezioni, un
riordinamento del Museo che fu curato dal Prof. Amedeo Maiuri, che ha definito
il Museo Campano: ” Il più significativo della civiltà italica della Campania”.
Nella varietà e vastità del patrimonio archeologico, storico, artistico e
librario che ospita è lo specchio fedele ed eloquente della trimillenaria vita
di una metropoli che ha visto avvicendarsi nella sua duplice sede, di volta in
volta, Osci, Etruschi, Sanniti, Romani, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini,
Aragonesi, Spagnoli e così di seguito. La sua storia è legata, fra gli altri ai
nomi di Spartaco e Annibale, Pandolfo Capodiferro e Pietro della Vigna, Cesare
Borgia ed Ettore Fieramosca.
I reperti che accoglie, monumenti e documenti di preziosità incalcolabile, sono
stati illustrati negli ultimi secoli da studiosi di prim’ordine da Michele
Monaco ad Alessio Simmaco Mazzocchi, da Gabriele Iannelli a Teodoro Mommsen, da
Julius Belloch a Jaques Heurgon ad Amedeo Maiuri, e sono tuttora oggetto di
acute ed accurate indagini da parte di personalità culturali di alta
qualificazione scientifica.
Il Museo è ospitato nello storico palazzo Antignano la cui fondazione risale al
IX secolo ed incorpora le vestigia di San Lorenzo ad Crucem, una chiesetta di
età longobarda nel sito di uno dei tre Seggi nobiliari della città. L’edificio
vanta lo splendido portale durazzesco-catalano che reca incastonati gli stemmi
degli Antignano e d’Alagno.
II 9 settembre 1943 un violento bombardamento aereo si abbattete su Capua
riducendola un ammasso di rovine. II Museo seguì le sorti di molti altri
edifici rasi al suolo, fortunatamente tutte le collezioni erano state
preventivamente messe al sicuro e custodite dal Direttore, Luigi Garofano
Venosta, e così
potettero essere salvate.
II faticoso e lungo lavoro di ricostruzione iniziato nel 1945 fu portato al
termine nel 1956 epoca nella quale si riaprirono al pubblico le nuove sale
nelle quali le collezioni furono sistemate con i più moderni criteri museografici
tali da rendere il Museo Campano tra i più importanti d’Italia e tra i più
notevoli d’Europa.
II nuovo ordinamento venne attuato dal Prof. Raffaello Causa per la sezione
medievale e moderna, e per quella archeologica dai Proff. Alfonso De Franciscis
e Mario Napoli.
II Museo è diviso in due reparti: Archeologico e Medievale con annessa
un’importante Biblioteca; occupa 32 sale di esposizione, 20 di deposito, tre
grandi cortili, un vasto giardino.
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