
Molise – Piaghe sociali: Violenza contro le donne e femminicidio
“Per femminicidio si intende una qualsiasi forma di violenza esercitata sulle donne sulla base di una presunta superiorità maschile, attraverso l’assoggettamento sia fisico che psicologico”.
Questa è la definizione ufficiale di un nuovo termine coniato a causa del numero in crescita di atti di violenza di questo genere, anzi sarebbe più corretto dire verso questo genere, il genere femminile.
Ma questo numero è effettivamente in crescita? Le statistiche parlano chiaro ogni due giorni in Italia una donna viene uccisa dal compagno, per non parlare di tutti gli altri tipi di violenza non casalinga. In totale più di sette milioni di donne hanno subito violenza di qualche tipo. Dall’omicidio allo stupro, dallo stalking all’insulto verbale, i tipi di violenza sono numerosi, ma tutti colpiscono la sfera intima della persona sia sul piano fisico che sul piano psicologico.
Le fasce di età di carnefici e vittime variano, ma in genere i primi hanno tra i 31 e 50 anni, mentre le seconde, molto più giovani tra i 18 e i 31. Tuttavia, è in aumento anche il femminicidio a scapito di donne più anziane, tra i 71 e gli 80 anni.
Nonostante il fenomeno sia così diffuso il primo decreto contro il femminicidio fu emanato solo nel 2013 e prevede un inasprimento delle pene e delle misure cautelari. Inoltre, il nuovo testo prevede una pena maggiore quando la violenza è commessa contro una persona con cui si ha una relazione.
Posto che lo Stato può e deve fare di più, il problema di fondo è culturale e su questo ogni uomo, padre, compagno o persona deve metterci del suo; le leggi ok, regolamentano, definiscono, ma come detto non basta; solo l’essere umano può e deve capire e di conseguenza cambiare.
Nunzio Zullo
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