No ai rifiuti – Per uno sviluppo ecosostenibile

Sui  giornali di oggi è stata pubblicata con risalto la  ricerca curata dalla procura di Napoli Nord nelle cosiddette terre dei veleni al confine tra le province di Caserta e Napoli. Da questo studio emergono dati preoccupanti sulla connessione  tra i depositi di rifiuti che qui sono stati smaltiti ed incidenza sulla salute umana (ed anche animale ,aggiungiamo noi). Nei 38 comuni presi in esame (dove sono state censite ben 2767 siti di smaltimento illegali di rifiuti (pesso tossici e pericolosi) emerge un rischio maggiore di malattia e di mortalità per alcune tipologie di tumori  (al seno, al colon o alla prostata), a cui si aggiungono altre forme degenerative di leucemia e di asma. Come ha giustamente sottolineato l’Istituto Superiore di Sanità in quest’ area (ma anche in altre della Campania) c’è necessità diattivare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrato con i dati ambientali dell’intera regione. A tal fine da pochi giorni vi è la buona notizia relativa alla sottoscrizione da parte della Fondazione Real Sito ed Stop Biocidio con il Governo della Carta di Carditello, che ha come obiettivo primario la realizzazione di un osservatorio, con la adesione e partecipazione attiva anche delle associazioni del terzo settore.                                      Alla luce di questi dati allarmanti risulta ancora più attuale ribadire gli obiettivi posti al centro della petizione – lanciata dall’ex sindaco Mario Luise  a cui hanno già aderito migliaia di cittadini attivi ed enti importanti – per dire no all’insediamento di un nuovo impianto industriale di trattamento di rifiuti (anche pericolosi). Infatti anche nella zona costiera e nell’entroterra della piana del Volturno è necessario vigilare per avviare progetti di bonifica e di risanamento ambientale e territoriale, ma soprattutto per evitare altri disastri e dissesti idrogeologici di natura speculativa. Anche se il Comune in modo recidivo ancora non si è dotato di un piano regolatore, storicamente quell’area è a vocazione agricola, in modo particolare per l’allevamento dei bufali (ma anche di altri animali domestici), a cui sono collegati i caseifici e gli impianti di trasformazione per la mozzarella, che è diventata una grande risorsa ed opportunità per il riscatto e lo sviluppo locale. Con il marchio DOP Campana i prodotti lattiero-caseari di queste terre sono diventati una risorsa fondamentale per l’economia, con una forte valenza per l’export a livello nazionale e mondiale: loro bianco dei mazzoni e della Campania Felix, una vera eccellenza.                                                        Come richiedono da tempo i trasformatori e gli allevatori (alcuni di nuova generazione e ben qualificati, spesso donne)) questi prodotti tipici – unici al mondo –  vanno tutelati e valorizzate, in primo luogo dagli  enti e dalle istituzioni campane e locali con il supporto di servizi ed azioni di promozione, anche di tipo sculturale e di solidarietà verso le comunità. In particolare tocca al comune di Castel Volturno assumere le proprie responsabilità: non può sfuggire o rinviare scelte decisive come quelle di bloccare il progetto per il nuovo impianto maldestramente previsto dalla Regione Campania – come purtroppo è avvenuto con l’assenza alla conferenza dei servizi.

Pasquale Iorio – Le Piazze del sapere                                                          Caserta, 11-02-2021

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