LETTERATITUDINI CI RICORDA CHI ERA UMBERTO SABA: TUTTO SUL POETA ITALIANO

https://www.facebook.com/matilde.maisto/videos/10223178753250609

Questo il video su FB

La biografia, le curiosità e la vita privata dello scrittore Umberto Saba, uno dei maggiori poeti del Novecento.

Umberto Saba

Lo scrittore Umberto Poli, vero nome di Umberto Saba, nasce a Trieste il 9 marzo 1883 da genitori di origini ebraiche. Il padre, commerciante, abbandona la famiglia ancor prima che Umberto nasca: il futuro poeta cresce quindi con la madre Felicita, le due zie e per un periodo di tempo con la balia slovena detta Peppa, ma sentendo sempre la mancanza della figura paterna.

Negli studi non è brillante, quindi decide di intraprendere la carriera lavorativa, per poi iscriversi all’Università di Pisa dove frequenta corsi di letteratura, tedesco e archeologia. Inizia a scrivere per vari giornali, poi vive a Firenze per due anni dove si inserisce negli ambienti intellettuali della rivista La Voce di Papini e Prezzolini. È del 1911 la sua prima raccolta di poesie, pubblicata a sue spese e nell’anno successivo per le edizioni de La Voce esce la second raccolta intitolata Coi miei occhi.Soffre spesso di crisi depressive: la prima si manifesta durante gli anni dell’università, in seguito ad un litigio con il migliore amico Chiesa, la seconda dopo un episodio di infedeltà della moglie e la terza in seguito alla partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

Nel 1922 prende vita l’opera più famosa di Umberto Saba, la raccolta di poesie Il Canzoniere.In seguito inizia a frequentare la famosa rivista fiorentina Solariala quale dedica al poeta triestino un numero intero. Alla fine degli anni Venti, dopo un’ulteriore crisi psicologica, va in cura dal dottore Edoardo Weiss, il quale fu il primo a introdurre le teorie di Freud in Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa delle sue origini ebraiche, è costretto a nascondersi prima a Parigi e poi a Firenze. Nel dopoguerra pubblica ancora dei capolavori: Scorciatoie e raccontini Storia e cronistoria del Canzoniere. Saba muore il 25 agosto 1957, dopo un lungo periodo passato in clinica. In questo periodo aveva scritto un romanzetto di ispirazione autobiografico, Ernestoche però rimase incompiuto e venne pubblicato postumo da sua figlia.

Vita privata e curiosità

Per quanto riguarda il suo nome d’arte, Saba, il poeta lo sceglie perché in ebraico significa “pane” e quindi per omaggiare sua madre, mentre l’abbandono del cognome paterno Poli è proprio in segno di disprezzo nei confronti di quel padre che li ha abbandonati.

Nei primi anni del Novecento, Umberto Saba conosce Carolina Wölfler a Trieste, detta Lina e nel 1909 si sposano con rito ebraico. Della moglie scrive:

C’era una volta un giovane (niente affatto favoloso; solo un poco inquieto, solo un poco «ammalato di nervi») che si chiamava Umberto. Nato a Trieste, ma cittadino italiano dalla nascita, faceva il soldato di leva in una città del Regno. Il primo a parlargli della Lina fu un innamorato della sorella più giovane. A tutto egli pensava, in quegli anni remoti, fuori che a sposarsi. Ottenuta la licenza, ritornò a Trieste, dove andò subito in cerca della Lina.

Sapeva che abitava in via Domenico Rossetti, ma ignorava (o l’aveva già dimenticato?) il numero della casa. Procedeva – per così dire – alla cieca, quando, alzando gli occhi ad un pianterreno, vide una donna bruna, coi capelli nerissimi, che le ricadevano inanellati fin sulle spalle, intenta ad innaffiare dei vasi di gerani, esposti, perché prendessero aria, alla finestra. Capì – sentì – subito che quella, o nessun’altra, era sua moglie. La guardò intensamente; poi disse: «Mi scusi, signorina, è lei Lina?».

Nel 1910 nasce la loro unica figlia, Linuccia, che diventò pittrice e intellettuale e sposò lo scrittore Carlo Levi, autore di Cristo si è fermato a Eboli. Nel dopoguerra Saba si convertì al cattolicesimo, facendosi battezzare.Il Canzoniere di Umberto Saba

 Il Canzoniere raccoglie tutte le poesie di Saba scritte tra il 1900 e il 1954, in tutto 426 componimenti divisi in tre volumi, a loro volta suddivisi in raccolte, da Poesie dell’adolescenza e giovanili che raccoglie le poesie scritte tra il 1900 e il 1920, a Sei poesie della vecchiaia scritte tra il 1953-1954. Le edizioni del libro, in vita il poeta, sono quattro , la prima nel 1921, l’ultima nel 1951.

Storia e cronistoria del Canzoniere: la poesia difficile, il romanzo di una vita
In Storia e cronistoria del Canzoniere Saba scrive “Il Canzoniere è il libro di poesia più facile e più difficile di quanti sono usciti nella prima metà di questo secolo. Saba riconosce una certa interdipendenza tra le singole parti della sua opera, (…) tutto insomma (…) si tiene. Il Canzoniere è la storia (non avremmo nulla in contrario a dire il “romanzo”, e ad aggiungere, se si vuole, “psicologico”) di una vita, povera (relativamente) di avvenimenti esterni; ricca (…) di moti e risonanze interne”.
Le raccolte del Canzoniere “la storia di una vita” seguono le vicende della vita del poeta, dall’infanzia alla vecchiaia, il Canzoniere è un’autobiografia. I luoghi e i personaggi delle poesie sono i luoghi e le persone della vita del poeta. Saba si definisce “un artista concreto, la sua poesia si lega volentieri a luoghi e date” come gli eventi di un romanzo.

Nascere a Trieste: tradizione e modernità
Sempre in Storia e cronistoria del Canzoniere Saba afferma che essere triestino significa essere un poeta periferico e arretrato “La situazione di un triestino che scriveva per l’Italia da Trieste era difficile. (…) Saba fu insomma, malgrado la sua italianità formale e la sua universalità umana, un “periferico”. Le origini triestine di Saba hanno avuto anche, come conseguenza, di farne, almeno agli inizi, un arretrato. (Dal punto di vista della cultura, nascere a Trieste nel 1883 era come nascere altrove nel 1850.) Quando il poeta era ancora giovanissimo, e già in Italia come in tutto il resto del mondo, si preparavano o erano in atto esperienze stilistiche di ogni genere, la città di Saba era ancora (…) una città romantica. (…)” . Ma questo non gli impedì di “essere moderno (…) rimanendo, al tempo stesso fedele alla tradizione”.
Saba dice di amare “trite parole” , parole consumate dall’uso, parole della lingua parlata quotidiana, e parole dei poeti, Leopardi, Manzoni, Petrarca; accanto a parole comuni e umili, si trovano parole alte e scelte; i versi, le forme metriche, le rime sono quelli della tradizione. La sintassi ricca di iperbati, anastrofi e enjambements è complessa.
Considerato a lungo poeta facile, cantabile, ingenuo, Saba lo è solo apparentemente, nella poesia Amai scrive “M’incantò la rima fiore amore, la più antica difficile del mondo.” Pier Paolo Pasolini riconduce la difficoltà della sua poesia “ai suoi sentimenti che sono complicati, ambivalenti”. La sua poesia è stata definita anti-novecentesca perché lontana dalla poetica delle avanguardie e del simbolismo. Alcuni poeti come Sandro Penna e Cesare Pavese si sono ispirati a Saba.

I temi: il romanzo familiare, Trieste e il mondo, gli animali
Il Canzoniere racconta il romanzo familiare del poeta, la storia della sua famiglia; la madre abbandonata dal padre, triste e severa, la balia, madre di gioia, con cui il piccolo Berto è felice per i primi tre anni di vita, il padre “assassino” a cui il figlio non deve assomigliare, l’infanzia e la giovinezza infelici, poi il matrimonio, la moglie Lina e la figlia Linuccia, le fanciulle e i ragazzi amati, la depressione, le poesie seguono passo passo quello che succede al poeta fino alla vecchiaia. Il protagonista è l’io fanciullo, o meglio fanciullaccio, del poeta che racconta la storia della sua liberazione, intesa in senso freudiano. Il critico Mario Lavagetto nella sua introduzione al Canzoniere di  Umberto Saba afferma ” l’incontro con la psicoanalisi diventa così l’episodio chiave, la svolta decisiva nell’esistenza del personaggio-io. (…) Se Weiss analizza Saba, questo può (entro certi limiti) non interessarci; ma quando Saba analizza il protagonista del Canzoniere e lo costruisce e ricostruisce, in funzione dell’analisi, allora il problema è   decisivo.  Lo stesso Saba in Storia e cronistoria scrive “Se, per uscire da un inferno, Saba non avesse esperimentate su se stesso le verità della psicanalisi, non esisterebbero oggi (…) la limpidezza della sua ultima poesia”.
Trieste è la città dove è ambientata la poesia di Saba “Comunque il mondo io l’ho guardato da Trieste”.  Nella città “attraversata” nasce il desiderio del poeta di “vivere la vita di tutti, d’essere come tutti gli uomini di tutti i giorni” (Il borgo), ci sono poesie dedicate a momenti umili e quotidiani che raccontano il mondo degli uomini in una visione vasta e nuova (Cucina economica, Il Borgo, Città vecchia, Goal). Trieste è anche il luogo della solitudine, della malinconia del poeta, è il luogo di un sentimento ambivalente, di rifiuto e di amore insieme (Trieste, In riva al mare).
Agli animali, soprattutto uccelli, ma anche cani, gatti, la famosa capra, sono dedicate diverse poesie del Canzoniere, una raccolta si intitola Uccelli. Per Saba “ i sereni animali che avvicinano a Dio” (A mia moglie) sono sacri, partecipano dello stesso dolore degli uomini (La capra), sono gli esseri viventi più vicini a dio. Il dio di Saba non è il dio di una religione rivelata, ma una divinità che si manifesta liberamente nella natura e nella vita come amore, generosità, amicizia. Saba in alcune delle sue ultime poesie esprime il desiderio di essere un animale, un uccello in particolare (Fratellanza), e nell’ultima poesia del Canzoniere si raffigura come un “cane randagio” 

Come abbiamo più volte ripetuto Umberto Saba è stato uno dei poeti più importanti del Novecento italiano, capace di raccontare il quotidiano attraverso una lingua semplice e concreta. Egli è  il narratore delle piccole cose e della realtà quotidiana.

I componimenti sono caratterizzati da un tono umile e colloquiale, e riguardano in modo particolare la sua esperienza quotidiana, la vita in famiglia e gli affetti privati, su cui si innestano riflessioni sulla sofferenza e sulla natura umana, calate sullo sfondo, concreto e personalissimo della città di Trieste.

Ecco alcune poesie: Trieste – Sera di Febbraio – Amai – Ulisse – Il poeta – A mia figlia  – La mia fanciulla – La capra.

Ricordando la poesia di Saba reciteremo quella che potrebbe sembrare la più curiosa, ma che è forse una delle più famose.

SHARE ON FACEBOOKSHARE ON TWITTERSHARE ON PINTERESTSHARE ON WHATSAPPSHARE ON TELEGRAMSHARE ON LINKEDINSHARE ON EMAIL

 LA CAPRA

Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *