Sulla scia della letteratura del cinquecento Letteratitudini parla di Torquato Tasso e delle sue opere maggiori.

https://www.facebook.com/matilde.maisto/videos/611538136802385

 Torquato Tasso, nato a Sorrento nel 1544 e morto a Roma nel 1595, è annoverato tra i più illustri poeti e scrittori italiani. Tra le opere maggiori si ricorda la Gerusalemme liberata, poema epico ambientato nella Gerusalemme della Prima Crociata.

La sua infanzia fu intrisa di malinconia causata dalla morte della madre, episodio che ha peraltro accresciuto la sua attitudine all’introspezione e la sua sensibilità; nel 1565 entrò al servizio di Luigi d’Este e sei anni dopo alle dipendenze di Alfonso II d’Este che fu per diverso tempo il protettore di Tasso.

Il poeta fu dunque coccolato nell’ambiente della corte ferrarese dove partorì alcune tra le sue opere più intense. Nella seconda metà del Cinquecento Tasso palesò i primi segnali di squilibrio mentale arrivando al punto di credere di essere spiato.

Egli aveva da poco concluso la Gerusalemme liberata quando, colto da scrupoli morali, decise di sottoporre l’opera alla revisione di una commissione e al giudizio del tribunale dell’Inquisizione come conseguenza del tormento per l’ortodossia religiosa di quello che si sarebbe rivelato un vero e proprio capolavoro.

Seguirono anni di inquietudini che lo portarono a rifugiarsi a Sorrento ospitato dalla sorella.

Fu il duca Alfonso II, successivamente alle sue terze nozze, a farlo rinchiudere nel 1579 nell’ospedale di Sant’Anna dove rimane per circa sette anni fino al momento in cui venne liberato per intercessione di Vincenzo Gonzaga; dopo essere stato a Mantova, ormai stanco e invecchiato Torquato Tasso cominciò il triste vagabondaggio per le diverse città italiane tra cui Napoli e Roma dove morì nel Convento di Sant’Onofrio.

Torquato Tasso inizia la sua attività scrittoria fin da giovane e prosegue poi per tutta la vita lasciandoci un’eredità di più di duemila componimenti. 

Il primo lavoro letterario del Tasso di cui si ha notizia è il “Gierusalemme”, un incompiuto poemetto epico che racconta la presa di Gerusalemme nella prima crociata; nel 1562, all’età di diciotto anni, pubblica invece il “Rinaldo”, un’opera completa che narra le gesta del famoso cavaliere.

Questa enorme produzione letteraria comprende opere teatrali, liriche, dialoghi in stile rinascimentale e alcuni poemetti. 

L’Aminta del Tasso: trama.

Aminta: opera in versi di tipo bucolico-cortigiano  composta  nel 1573 per essere rappresentata alla corte del duca Alfonso d’Este viene rimaneggiata diverse volte ed arriva ad una stesura definitiva solo nel 1590. Si tratta di un’opera in versi che riunisce il genere bucolico e quello cortigiano: infatti, sullo sfondo di un’ambientazione pastorale, si svolge una trama in cui si rispecchia la vita di corte.     

L’opera  narra  la storia del pastore Aminta, innamorato della ninfa Silvia che però lo rifiuta. A questi due giovani personaggi se ne affiancano due più anziani, Tirsi e Dafne: il primo, saggio e ormai soddisfatto dei lussi di corte, è una proiezione autobiografica dello stesso Tasso; Dafne è invece una dama di corte, esperta di questioni amorose.    

La prima rappresentazione di quest’opera avviene nell’isoletta di Belvedere sul Po, una delle Delizie fatte costruire dai duchi d’Este costituite da eleganti palazzi e giardini che abbellivano le loro terre. Questo belvedere è ora scomparso.

 La Gerusalemme liberata del Tasso: trama

Un poema eroico . L’idea di un poema eroico che ha come tema la prima crociata occupa tutta la vita di Tasso.   

La liberata: oggetto di approvazione e di critiche da parte degli intellettuali italiani Il testo della Liberata, stampato ad insaputa dell’autore nel 1584 e diventa subito oggetto di approvazione o di critiche da parte degli intellettuali italiani che in quel momento discutono sul tema della lingua italianaTasso dà forma ad un racconto plurale in cui i due schieramenti sono completamente separati: da un lato i crociati sostenuti dall’intervento divino, dall’altra i pagani sostenuti dalle forze infernali. 


Torquato Tasso legge la Gerusalemme liberata a Eleonora d’Este: dipinto di Domenico Morelli

I protagonisti. Nel descrivere i protagonisti del racconto il Tasso si distacca dalle raffigurazioni abituali dei poemi cavallereschi, creando dei personaggi ricchi di contraddizioni ed incertezze. Goffredo, capitano dell’esercito, è assillato da dubbi su come tenere unita l’armata cristiana; Rinaldo ripropone più di tutti i tratti tipici dell’eroe cavalleresco, come la forza fisica e la gioventù; Tancredi, invece, è una figura malinconica e tormentata dall’amore infelice per la pagana Clorinda.

Tasso scrive il suo poema, pregno di riferimenti religiosi, nel pieno della Controriforma ed è ossessionato dall’idea che l’opera debba essere corretta anche dal punto di vista teologico. Temendo di essere caduto in errore nel 1577 si autoaccusa come eretico al tribunale dell’Inquisizione che però lo giudica innocente.

 Il pensiero di Torquato Tasso e la questione della lingua.

Versi di Torquato Tasso


La riforma del genere epico e la questione della linguaIl capolavoro di Torquato Tasso si inserisce nel dibattito cinquecentesco sulla riforma del genere epico e, soprattutto, nella questione della lingua: è in questo periodo, infatti che letterati e intellettuali, alcuni dei quali riuniti nell’ “Accademia della Crusca”, si pongono il problema di dare una struttura definita alla lingua italiana

 La teoria

La struttura del poema epico . Nei tre libri dei “Discorsi dell’arte poetica” Tasso espone i punti fondamentali della sua elaborazione teorica sulla struttura del poema epico: l’obiettivo dell’opera è quello di tracciare le linee per la scrittura di un poema in grado di meravigliare il lettore e competere con l’epica antica di Omero e Virgilio.   

  La storia deve essere attinente con la realtà. L’autore deve quindi lasciare pochi spazi all’ambito fantastico ed essere essenzialmente ancorato alla realtà e inoltre, per incuriosire il lettore dev’essere scritto secondo i criteri dell’unità mista per cui l’azione principale dev’essere arricchita con digressioni ed episodi che provochino lo stupore del lettor

 La pratica

Lo stile della Gerusalemme liberata. Tasso è convinto che per suscitare la meraviglia nel lettore sia necessario adoperare uno stile linguistico magnificente, elegante e ricco: esattamente quello che adopera nella Liberata.

Lo stile linguistico di Tasso si allontana dal parlato comune. Egli si rifà sia ai modelli classici di Omero e Virgilio che a quelli volgari di Dante e Petrarca, facendo parecchio uso delle figure retoriche e di soluzioni liriche che rendono il linguaggio dell’opera grandioso ma anche molto elaborato e oscuro, allontanandolo decisamente dal parlare comune, motivo per cui viene duramente attaccato dall’Accademia della Crusca. Tasso non solo risponde ai cruscanti rivendicando le proprie scelte, giustificandole con il fatto che uno stile elaborato è adatto al tema epico, ma quando si dedica alla revisione dell’opera e alla stesura della Conquistata, si impegna ad accentuare proprio queste caratteristiche linguistiche.   

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *