”VITTIMA INNOCENTE” / LA TRISTE VICENDA DEL MARESCIALLO BOLOGNESE CRISILEO, CON IL LIBRO HO INTESO OFFRIRGLI IL MIO SINCERO SUPPORTO UMANO
Il sottufficiale dei Carabinieri, assolto e riabilitato dopo un’odissea giudiziaria durata quattordici anni
S. MARIA CAPUA VETERE – L’allarme recentemente lanciato da autorevoli
quotidiani, da ultimo: La Repubblica del 25 agosto scorso, circa la pesante
scopertura dell’organico presso i nostri Tribunali è lo specchio di una vera e
propria paralisi dell’amministrazione giudiziaria e dell’allungamento della
durata dei giudizi cui non sembra abbia conferito valido rimedio l’introduzione
del c.d. Ufficio del processo voluto dalla riforma
Cartabia.
Si tratta di tempi lunghi – sostiene l’Avv.Mario Romano, presidente
emerito dell’Ordine Forense di S.Maria Capua Vetere e autore del libro “La
(ragna)tela di Penelope” in cui descrive casi di “Ritardocrazia
processuale” – da noi interpellato sull’argomento – che divengono spesso
motivo di ulteriore aggravamento allorché riguardano errori giudiziari, le cui
conseguenze ricadono sul cittadino incolpevole. Un esempio di tali casi –
continua Romano – è quello occorso ad Alfonso Bolognese,
maresciallo dei Carabinieri, comandante della Stazione dell’Arma di
Castelvolturno, arrestato e incarcerato nel lontano 2008 perché accusato da un
collaboratore di giustizia, successivamente smentito, di favoreggiamento della
latitanza di un pregiudicato.
Il dramma dell’uomo è stato reso noto, nei giorni scorsi, in Tv dal
giornalista Salvo Sottile nella popolare trasmissione di Rai2
“I Fatti vostri”, durante la quale Bolognese, con l’aiuto del suo difensore
Avv.Raffaele Crisileo, che lo ha assistito per tutta la lunga
odissea giudiziaria, ha ripercorso le fasi di questa vicenda che ha infangato la
sua dignità di servitore dello Stato e quella della sua famiglia, con una ferita
ben difficilmente rimarginabile.
La vicenda – che per molti versi ricorda quella del compianto Enzo
Tortora – si è snodata nei tre gradi di giudizi ed infine, dopo la
cassazione, in quello di revisione, per una durata complessiva di quattordici
anni, al termine dei quali il sottufficiale, dopo lunghi anni di detenzione, è
stato completamente prosciolto e – purtroppo in età prossima al pensionamento –
riassunto in servizio, peraltro senza il grado superiore cui avrebbe avuto
diritto.
“Ho avvertito la necessità di narrarne i particolari – ha affermato
Bolognese, rispondendo alle domande di Salvo Sottile –
affidando il mio diario alla penna del mio Legale che, con la sua capacità di
raffinato giurista, lo ha trasfuso in un libro che uscirà nei prossimi giorni
con il titolo “Vittima innocente”. Tengo a chiarire che la mia
iniziativa è mossa unicamente dal desiderio di far sì che la descrizione dei
fatti, lungi da qualsivoglia risentimento nei confronti di coloro che, in buona
fede, sono incorsi in errore, valga a scongiurare per il futuro il ripetersi di
tali errori.”
“Da parte mia – ha concluso l’avvocato Crisileo – accanto
alla doverosa opera professionale profusa per il trionfo della verità fattuale e
processuale, ho inteso conferire all’amico Bolognese il mio sincero supporto
umano, trasferendo in pagine scritte i giorni di un tormento la cui durata, come
purtroppo accade anche a causa della carenza numerica dei giudici, ha
travalicato quella ragionevole che, com’è noto, non dovrebbe eccedere i
sei anni complessivi per i tre gradi di giudizio”.
(Ernesto Genoni)
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