10 giorni per cambiare idea: cosa sta succedendo in Calabria?

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18 aprile: Jole Santelli, governatrice della Calabria, conscia come tutti del rischio di contagio da Covid-19, chiude la Regione stando alle direttive del DPCM. Scelta obbligata, giusta. Del resto, come lei stessa tiene a sottolineare orgogliosamente, la Calabria è stata tra le prime ad anticipare la chiusura preventiva e laddove il Governo avesse allentato la morsa delle restrizioni lei avrebbe continuato ad agire con gradualità per il bene dei suoi abitanti.

30 aprile: Passano poco più di dieci giorni e che succede? La Santelli fa un’inversione di marcia e, lontana da tutti i saggi e buoni propositi dichiarati pochissimo tempo prima, decide di dare il via libera alla ripartenza della Regione, gettando nel caos molte città, commercianti, sindaci, che non comprendono questo cambio di rotta e temono di fare un grosso errore. Non sono pochi coloro che hanno deciso di continuare a rispettare le restrizioni disposte dal DPCM; gli stessi medici e l’infettivologo scelto dalla Santelli hanno avuto da ridire per questo azzardo improvviso.

Il Tar Calabria, con la sentenza 841/2020 del 9 maggio ha annullato il provvedimento della governatrice in cui aveva consentito la ripresa delle attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismo con somministrazione esclusiva all’aperto. Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, che ha impugnato l’ordinanza in questione, ha ribadito che le leggi non si discutono ma si applicano e ciò vale per tutti.

Tanta contraddizione palesata nel giro di dieci giorni lascia piuttosto perplessi. Il rischio contagio non è scongiurato, stiamo ancora lottando contro questo nemico invisibile; agire gradualmente, con coscienza e sacrificio, è l’unica soluzione per riprendere poco per volta le redini in mano e tornare a quella normalità che ognuno di noi desidera. Eppure la Santelli sembra ora non farsene un problema, lontana da tanta premura che l’ha contraddistinta nei primi giorni di pandemia. Perché? Non vorrei ci fossero ragioni di altra natura, forzature, pressioni; non vorrei che ci fosse un altro nemico invisibile, tanto per restare in tema: nulla è da escludere, troppi sono gli interrogativi, ma solo la governatrice potrà fornirci delle risposte, dei chiarimenti in merito al suo operato. Siamo pronti ad ascoltare.

Il Governo sta facendo ripartire il Paese in sicurezza: divisioni, protagonismi o individualismi non sono contemplati.

On. Antonio DEL MONACO

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