11 settembre, vent’anni dopo il dolore e il ricordo. Quelle vittime ancora da identificare.

Una data che ha segnato come uno spartiacque la storia recente del mondo. Oggi si celebra il ricordo dell’attacco agli Stati Uniti e dei tanti che in quel tremendo giorno morirono.

 
di MONICA PIERACCINI (LA NAZIONE)

Vent’anni fa, era il primo pomeriggio in Italia, il mondo si trovava di fronte all’attacco terroristico organizzato da Al Qaida. Un evento che ha fatto da spartiacque nella storia internazionale recente. E’ l’11 settembre, il giorno dell’attacco alle Torri Gemelle di New York, che crollarono, e agli altri simboli statunitensi (il Pentagono, contro cui si schiantò uno dei quattro aerei di linea usati per l’attentato e la città di Washington, in cui l’aereo scelto dai terroristi non arrivò, impattando al suolo dopo una rivolta dei passeggeri a bordo). La Nazione ricorda questo giorno con una serie di articoli e approfondimenti. 

Dorothy Morgan viveva a Hempstead, sull’isola di Long Island. E’ anche lei una vittima dell’attentato al World Trade Center. L’istituto medico-legale l’ha identificata pochi giorni fa, grazie ad una nuova tecnologia di sequenziamento del Dna , insieme ad un’altra vittima, un uomo le cui spoglie sono state rinvenute nel 2001, 2002 e 2006 il cui nome, su richiesta della famiglia, non sarà reso noto. Sono loro le vittime numero 1.646 e 1.647 degli attacchi alle Torri Gemelle, che causarono 2.753 morti.


Dorothy Morgan e sua figlia

Dorothy Morgan aveva 47 anni quando ha perso la vita nel tragico attentato che ha cambiato il mondo. Al momento della morte lavorava come broker per Marsh McLennan, nella torre nord. La figlia di Dorothy, Nikyah, un anno fa, nel 19esimo anniversario, ricordava così su Instagram sua madre: “Era la mia roccia, la mia voce della ragione quando non volevo ascoltarla. Avremmo dovuto passare molto più tempo insieme; per insegnarmi la maternità, la femminilità e molto altro ancora. Voglio chiamarti nei miei giorni buoni e nei miei giorni cattivi per dirti tutto. Sono eternamente grata per te e per tutto ciò che mi hai insegnato. Tutto ciò che sono è grazie a te. E ti ringrazio. Ti amo sempre!”.




“Venti anni fa, avevamo promesso alle famiglie delle vittime del World Trade Center che avremo fatto tutto quello che sarebbe stato nelle nostre capacità per identificare i loro cari, a prescindere dal tempo necessario per riuscirci”, ha dichiarato la responsabile dell’istituto medico-legale di New York, Barbara Sampson. “Si tratta dell’indagine medico-legale più importante e più complessa nella storia degli Stati Uniti. Con queste due nuove identificazioni continuiamo a rispondere ad obblighi imperiosi”, ha sottolineato Sampson. Delle 2.753 persone morte nell’attentato, 1.106, cioè circa il 40%, devono ancora essere identificate.

In questa giornata, in tutto il mondo, si ricorda quel terribile giorno. Alle ore 11 i «Giovani per la Pace» si daranno appuntamento sulle gradinate del Palazzo dei Congressi di Roma per un flash mob in memoria delle vittime del terrorismo e delle guerre, alla presenza di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, e di Patrick Connell, rappresentante degli Stati Uniti presso la Santa Sede. Iniziative e manifestazioni analoghe si terranno in contemporanea in 70 città di 16 Paesi europei, dal Portogallo alla Russia, dal Nord al Sud del continente, organizzate dal movimento giovanile.

Anche il Consiglio generale degli italiani all’estero commemorerà il ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. “Quella tragedia ha cambiato profondamente la storia moderna e le sorti dell’umanità facendoci scoprire il profondo valore della libertà, da salvaguardare per il progresso della civiltà e dell’interdipendenza tra persone, culture e mondi diversi”, si legge in una nota del Cgie che per l’11 settembre alle 17.30 ha programmato una videoconferenza alla quale, insieme alle consigliere e ai consiglieri, parteciperanno personalità italiane e rappresentanti istituzionali americani e italiani.

“Il ricordo – spiega il Consiglio generale – vuole essere un atto di profondo rispetto verso le vittime di quell’attentato, che sconvolse il mondo intero e, in particolare, i nostri connazionali newyorkesi e tutta la nostra comunità negli Stati Uniti. A vent’anni di distanza il Consiglio generale degli italiani all’estero si ricongiunge direttamente in maniera ideale con le nostre comunità negli Stati Uniti e come allora partecipò al cordoglio delle vittime, continua ora a rinverdire i legami tra il nuovo mondo e il nostro Paese. A distanza di due decadi, nella ricorrenza di quel tragico momento, ripeteremo in forma diversa, ma con lo stesso spirito e intensità emotiva, quel momento per tener viva la memoria e il ricordo degli innocenti“.


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