Presentazione Respiro di Madre di Patrizia Papa – venerdì 14 ottobre

Caserta – “Barbara, quarantacinque anni, madre solista, fa il cardiologo all’ospedale di Caserta. Il lavoro e Jacopo, il figlio di sei anni, sono tutto per lei…” recita così l’incipit della seconda di copertina di RESPIRO DI MADRE di Patrizia Papa, Morellini Editore, marzo 2022.
Una vicenda familiare ambientata a Caserta che pone l’accento sulle ripercussioni sociali della malattia e sulle dolorose conseguenze dell’avvelenamento ambientale.

Il testo sarà presentato per la prima volta a Caserta venerdì 14 ottobre presso il Circolo Nazionale di Piazza dante alle ore 19.00.

Dopo i saluti del sindaco Carlo Marino e della professoressa Monaco referente del “Patto per la Lettura” Città di Caserta, incontreranno l’autrice: Adele Vairo, dirigente scolastico Campus Manzoni e Mariamichela Formisano, giornalista; letture di Brillante Massaro. La vendita dei testi sarà a cura di Achille Callipo della Libreria Pacifico.

Sostengono l’iniziativa: Patto per la Lettura Città di Caserta, Città che Legge, Liceo Statale Manzoni, Capua Il Luogo della Lingua Festival, Associazione Culturale Architempo, Informazione Cultura e Spettacolo.

https://www.facebook.com/events/1781127392265067/

Patrizia Papa è nata a Caserta, dove vive da sempre. Studi classici, laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane. Si divide fra la passione per la narrativa – Gente di provincia il titolo del romanzo d’esordio – e la scrittura per il cinema e per il teatro, con un occhio sempre attento al territorio. Insegna lingua e letteratura inglese. Tiene corsi di scrittura creativa e di sceneggiatura presso le scuole e le università. Si occupa di correzione di bozze e di editing, oltre che di traduzione letteraria.

seconda di copertina

Barbara, quarantacinque anni, madre solista, fa il cardiologo all’ospedale di Caserta. Il lavoro e Jacopo, il figlio di sei anni, sono tutto per lei. Malgrado si sforzi di apparire determinata, quando si relaziona agli uomini la sua insicurezza affiora puntualmente. Maurizio, il padre di Jacopo, è un tipo di pochi scrupoli: dirigente sanitario, bazzica anche in politica. Tranne il bambino, con Barbara non ha davvero nulla in comune. Dopo una serie di controlli a Jacopo viene diagnosticata una leucemia acuta. Paralizzata dalla paura, Barbara si rivolge a Silverio, un intraprendente oncoematologo pediatrico che l’aiuterà a capire che la malattia è un fenomeno sociale. Silverio, rischiando in prima persona, porta avanti una ricerca per dimostrare i danni irreparabili dell’avvelenamento ambientale per la salute. Nell’indagare al suo fianco, Barbara scopre una verità sconcertante che la riguarda molto da vicino. Il suo coraggio induce Silverio a esporsi: è insieme che si diventa migliori. Nonostante le cure, la situazione sembra volgere al peggio. Un trapianto sperimentale da genitore a figlio appare l’unica soluzione possibile: a Barbara l’opportunità di dare la vita a Jacopo una seconda volta, nella speranza di una rinascita per loro e per l’intera comunità.

quarta di copertina

Patrizia Papa è nata a Caserta, dove vive da sempre. Studi classici, laurea magistrale in Lingue e Letterature Moderne Europee e Americane. Si divide fra la passione per la narrativa – Gente di provincia il titolo del romanzo d’esordio – e la scrittura per il cinema e per il teatro, con un occhio sempre attento al territorio. Insegna lingua e letteratura inglese. Tiene corsi di scrittura creativa e di sceneggiatura presso le scuole e le università. Si occupa di correzione di bozze e di editing, oltre che di traduzione letteraria.

Ho un freddo interno. Non sento più la punta delle dita. Il corpo è scomposto, non c’è corrispondenza tra muscoli e articolazioni. Le gambe penzolano dal bracciolo della poltrona, il busto è girato dalla parte opposta, verso la finestra. Non ho nessuna voglia di coordinare movimenti e pensieri. Ho un unico desiderio: sfiorare con il naso i suoi capelli. C’è poca luce nel soggiorno, gli ultimi deboli sprazzi prima che il buio prenda il sopravvento. Non ho mai apprezzato le rappresentazioni letterarie e pittoriche del tramonto. Non trovo affascinante né consolatorio esaltare una fase di passaggio, una fascia intermedia che ha l’unica funzione di farti piombare nella notte. Devo ammettere però che all’inizio dell’anno gli spiriti meteoropatici più attenti sanno cogliere segnali incoraggianti. In certi pomeriggi di gennaio c’è una promessa d’estate. Si guadagnano minuti significativi di luce mentre l’aria al tramonto si avverte più tiepida.

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