9 ore per la Vita: uomini e donne contro l’aborto

IL MOVIMENTO NO 194 NONOSTANTE IL FREDDO GELIDO

La manifestazione contro l’aborto, “9 ore per la vita”, organizzata, il 3 gennaio 2015, dal movimento No194, presso la clinica “Sant’ Anna” in via Roma 124 a Caserta, è durata 6 ore. Uomini e donne, dalle 9 di mattina alle 15 di pomeriggio hanno testimoniato con la preghiera e la propria presenza il loro dissenso contro l’aborto: soprattutto mamme. E poi sono stati distribuiti duemila volantini e sono state raccolte numerose firme di adesione al movimento referendario. Ancora una volta quindi sono state soprattutto le donne a far sentire forte la loro voce davanti alla clinica Sant’Anna. Una clinica tristemente nota per i tantissimi aborti praticati tutti i giorni: qualche centinaia a mese, qualche migliaia all’anno. Con il preside Mesolella, coordinatore privinciale del kovimento No 194, c’erano anche l’avv. Fabio Candalino dell’ass. Giuristi per la vita, l’ing. Nando Sebastianelli di Alleanza cattolica , Mario Marfella e Lidia del movimento dello Spirito Santo, Susanna, Rossella, Chiara Mesolella, Pina, Rita Madonna, Angela e Anna della parrocchia di S. Paolo a Caivano. L’evento si è svolto contemporaneamente in tutta Italia ed in particolare presso gli ospedali di Milano, Torino, Padova, Roma, Catania e Caserta. C’erano quindi soprattutto donne a pregare per la vita e nonostante il giorno di festa ed il freddo gelido, non hanno voluto far mancare la loro testimonianza contro l’aborto. “L’appuntamento del primo sabato dei mesi dispari – spiega il preside Mesolella – è particolarmente significativo, in questi giorni di Natale, se si pensa ai 6 milioni di concepiti (secondo i dati ufficiali ministeriali) che non sono nati perché soppressi dall’entrata in vigore della legge 194. Un legge che d’altra parte non ha eliminato la piaga degli aborti clandestini che, solo in Italia sono oltre 30 mila all’anno (vedi scandalo Villa Gina). A dimostrazione del fatto che la legalizzazione dell’aborto non ha per nulla sconfitto la piaga della clandestinità, ma ha aggiunto ad essa, un altro male legalizzato. L’aborto, del resto non è privo di oneri per lo stato se si pensa che è gratis per le donne che devono abortire, ma costa anche 5 mila euro per i contribuenti. Diceva Don Benzi:”Ho trovato il modo per far cessare gli aborti in tutta Italia: andare a pregare di fronte agli ospedali. Noi dobbiamo rendere pubblico quello che avviene nel silenzio degli ospedali”. Un appello quello di don Benzi che è stato colto dal movimento referendario “No194″(diventato anche Associazione con oltre 25 mila iscritti, il cui unico scopo è quello di difendere la vita umana dal suo concepimento. Il Movimento No194, in particolare, oltre ad avere referenti in tutta Italia, ha un proprio portale on line all’indirizzo www.no194.org. “L’ iniziativa – spiega ancora il preside Mesolella – non è finalizzata alla sola denuncia del fenomeno dell’aborto o della legge 194/1978 che lo disciplina nel nostro ordinamento, ma è diretta alla revisione della stessa legge per via referendaria”.

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