Al “via” i festeggiamenti del puro cuore Venafrano


Dopo il “fermo” obbligato a causa della pandemia e in seguito ai timidi tentativi di ripresa avuti l’anno scorso, oggi è possibile finalmente asserire, a Venafro (IS),  che la tradizione della festività in onore dei Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria – patroni della città – torna a splendere in tutto il suo Essere, nella più piena accezione Heideggeriana.

Il 17 Maggio  rappresenta una data fondamentale per il culto dei Santissimi Patroni, quindi per Venafro. È in questo giorno dell’anno (chiamato nel dialetto del luogo “Sant N’candriegl”) che si apre il cosiddetto “Mese di San Nicandro”, che termina appunto il 17 Giugno, dì del Santo ( il dì precedente, 16 Giugno, e quello successivo, 18 giugno,  sono rispettivamente San Marciano e Santa Daria).

Si sono aperti i festeggiamenti, dunque, oggi, con una processione di primo mattino, alle 6 –  tra Febo che inizia a far capolino e l’oscura notte che si congeda – in cui il busto di San Nicandro è stato trasportato dalla chiesa dell’Annunziata, dove giace tutto l’anno, al convento allorché basilica di San Nicandro, appunto. Qui, alla presenza del corteo processionale dei fedeli, dei portatori e delle autorità, la celebrazione di una messa ha cementato il sentire e la fede comune, complice anche il risuonare nella testa e nei cuori delle note del famoso “Inno di San Nicandro”.
Al termine, tutti di nuovo in processione per rifare il tragitto a ritroso e riporre la statua nella sua nicchia all’interno della chiesa dell’Annunziata, omaggiandola nuovamente e salutandola con intonazione dell’Inno.
Momento topico quello odierno, significativo. Da oggi Venafro entra in clima di festa, con botti che scandiranno da domani , e per un mese, il mezzodì, e i cuori che batteranno all’unisono per una fede incondizionata, inesauribile.
Finalmente quest’anno si può ottemperare a tutto, come tradizione venafrana richiede e ispira. Venafro tutta aspettava soltanto questo.

Loreto Zullo

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