All’I.A.C. R.Uccella di Santa Maria Capua Vetere si parla di alunni Plus Dodati.

La Dirigente Scolastica dell’Istituto I.A.C  R.Uccella di Santa Maria Capua Vetere, Silvana Valletta ha promosso, presso il suo istituto,  il Convegno organizzato dalla FS Tania Parente.

Lo psicologo Pasquale Borriello ha parlato dei bisogni degli alunni APC, la sigla APC significa Alto Potenziale Cognitivivo, quindi bambini il cui quoziente intellettivo è nella fascia medio-alta (tra 100 e 125/130) attivi, con buone competenze linguistiche, che iniziano a leggere e scrivere facilmente verso i 6 – 7 anni. Di solito sono identificati dagli insegnanti come bambini ad alto potenziale, quando in verità si tratta di bravi allievi, applicati e socievoli.

Spesso lo studente o la studentessa ad alto potenziale cognitivo (QI tra 125/130 e 160) è spesso un allievo difficile che ha incontrato problemi d’integrazione nella scuola. In classe, l’allievo ad APC evita spesso di farsi notare come troppo bravo, è consapevole della sua differenza, cerca di nasconderla facendo a volte volontariamente degli errori. L’allievo APC conta sulla sua memoria, manca di metodo e d’organizzazione e mostra di essere molto curioso sugli argomenti che lo interessano. Inoltre, spesso, il suo sviluppo motorio non è in rapporto con la sua precocità intellettuale, scrive male, è spesso maldestro nelle attività manuali.

Il Miur ha definitivamente accettato di inserire gli studenti plus dotati tra gli alunni con bisogni educativi speciali (BES). Questo permette alle scuole di dedicargli piani di studio personalizzati, che valorizzino il loro talento spiccato e evitino il rischio di emarginazione a cui spesso vanno incontro.

Secondo le stime, circa l’8% degli studenti italiani sono plusdotati o con un alto potenziale cognitivo. Ragazzi con un quoziente intellettivo superiore alla media, a volte oltre i 130 punti, che dimostrano capacità di apprendimento e curiosità intellettuale molto sviluppate. Dei “piccoli geni”, secondo una definizione troppo semplicistica e fuorviante, che non vanno confusi con quelli che sono “semplicemente” degli alunni molto brillanti. Gli studenti plusdotati, infatti, sono bambine e bambini dalle caratteristiche molto particolari che, per quanto assurdo possa sembrare, rischiano di manifestare un forte disagio, quando inseriti nel percorso scolastico. Essere molto intelligenti, nel loro caso, non coincide necessariamente con l’essere ben inseriti a scuola.

Come si riconosce uno studente plusdotato? Per un accertamento ufficiale, il ragazzo dotato di un’intelligenza sopra la media deve essere sottoposto a test specifici. Qualche indizio, però, può essere captato anche dall’insegnante, durante il lavoro in classe. Il ragazzo plusdotato è estremamente curioso, tempesta maestri e professori con domande anche molto specifiche, esprime idee molto particolari, a volte bizzarre. Inoltre, è un attento osservatore, ha ottima memoria ed estremamente autocritico. In sintesi, sotto tutti i punti di vista, esprime una sensibilità fuori dal comune. Questa è la sua forza ma può anche rivelarsi la sua debolezza. Se non adeguatamente seguito e stimolato, infatti, lo studente plusdotato può ritrovarsi solo e scegliere di nascondere la sua intelligenza per sembrare uguale agli altri. Oppure, la sua curiosità può sfociare in comportamenti iperattivi, dannosi per lui o per gli altri. Ci sono molti modi, quindi, con cui un evidente pregio può trasformarsi in un insostenibile peso.

Da quanto detto emerge con chiarezza una cosa: l’alunno plusdotato ha bisogno di attenzioni particolari, per non disperdere il suo talento in comportamenti improduttivi o addirittura dannosi. Il suo essere un piccolo genio lo rende “particolare”, tanto quando un ragazzo che ha invece difficoltà caratteriali o di apprendimento. Per questo motivo, già da anni, le famiglie dei ragazzi plus dotati lottano affinché i loro figli vengano riconosciuti come portatori di bisogni educativi speciali, quelli che nel mondo della scuola vengono definiti con l’acronimo BES.

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