Antologia: “Parlami d’amore”

Cancello ed Arnone (Matilde Maisto) – Le edizioni  exlibris  hanno realizzato una bellissima antologia dal titolo: “Parlami d’amore” curata da Sara Pira con lo scopo di raccogliere storie d’amore. Storie che, piuttosto far volare via, immaginando, invece, di volerle imprimere  nella memoria e farle nostre, storie vissute o solo immaginate, sentimenti svelati o confinati in fondo all’io, che trovano naturalmente “sfogo” in una raccolta letteraria-antologica.
Pensieri ed emozioni che a volte fatichiamo ad esprimere, frasi d’amore non dette o non potute pronunciare, l’antologia dell’amore trovato e perso o perso e ritrovato, tutto quello che vorremmo dire e non diciamo o che vorremmo provare o fare provare, tutto quello che, leggendo, vorremmo ricordare e imprimere nella memoria.
“Parlami d’amore…” come un’occasione unica per parlare di quei sentimenti che a volte è possibile esprimere unicamente attraverso la scrittura, quando solo davanti a un foglio bianco si riesce a tirar fuori la propria interiorità dando un senso alle parole non dette e restituendo sostanza al sentimento.
L’iniziativa, oltre che essere uno stimolo a scrivere ancora d’amore, persegue l’esclusivo obiettivo di contribuire alla qualificazione e al rafforzamento della cultura per mezzo della pubblicazione, della diffusione e della promozione delle opere.
Scrittori e poeti italiani del terzo millennio raccolti in un’antologia poetico-letteraria sul tema dell’amore, che accoglie componimenti appartenenti a scuole diverse, accomunati, però, da un’ispirazione raffinata e pungente capace di toccare corde profonde.
Un’antologia sul tema dell’amore, raccontato secondo declinazioni, stili e generi differenti, perché certamente questo sentimento può costituire ancora il motore del mondo, l’energia pulita e rinnovabile che si scatena con uno sguardo, che dà senso alla vita, salvando e conservandone gelosamente il dna.
Ebbene, tra tante bellissime storie, è stato scelto anche un mio componimento che ho il piacere di segnalare ai miei gentilissimi lettori:
“LA VALLE DELL’ERICA”
Seduta sul terrazzo della mia piccola casetta, fantasticavo, sognavo, mentre il mio sguardo si perdeva nello sconfinato spazio che mi era davanti. Era solo l’inizio di marzo, ma la “valle dell’erica” appariva tutta di un colore rosa. L’erica fiorisce quando non c’è quasi nessun altro fiore: le prime minuscole campanelle rosa oppure, nelle varietà più recenti, bianche o rosse, compaiono già in febbraio, anche se c’è ancora la neve, ma desiderano comunque tanto sole! In effetti, quella era stata una magnifica giornata azzurra, però un lieve venticello mi aveva fatto man mano intirizzire e così, istintivamente, avevo stretto lo scialle sulle spalle, mentre un brivido di freddo improvviso rendeva la mia pelle increspata, come l’acqua dell’agitato mare che scorgevo in lontananza.
-Giulia…! All’improvviso mi sentii chiamare… Mi voltaidi scatto. La voce era ben nota ed io per un attimo pensai che Giorgio fosse lì e che mi cercasse. Guardai bene all’interno della casa, ma non c’era nessuno…! Ora sentivo chiaramente solo il fruscìo del vento, che si era alzato dal mare e faceva sentire il suo lento ma costante sibilo, come un soffio che, con insistenza, mi entrava nelle ossa.
Pensai di rientrare nel soggiorno. Ormai, avevo proprio freddo e sentivo il bisogno di stendermi sulla mia poltrona accanto al camino e di bere un caldissimo the, prendendo la mia tazza con la scritta “Giulia”. Come sempre, non dimenticai di apparecchiare per due: la tazza “Giulia” e la tazza “Giorgio”. Quello, ormai, era un rito, quasi un vezzo a cui non volevo rinunciare… Pensare che Giorgio fosse ancora lì con me, mi dava forza: io gli parlavo, gli raccontavo il trascorrere delle mie giornate (sempre uguali), gli dicevo che tra i cespugli avevo scoperto un nido di rondini e che ogni mattina andavo a controllare i piccoli, in attesa di vederli alzare in volo! Avevo creato un mondo tutto mio, forse irreale, ma nella fantasia trovavo la consolazione, anzi cercavo il modo di sopperire alla perdita più brutta della mia esistenza: la scomparsa di un marito che amavo e che mi amava, con il quale avevo diviso quasi tutta la mia vita. Eppure non mi sentivo infelice: lui era lì ancora con me, non sarebbe mai andato via per sempre, perché era racchiuso nel mio cuore ed il mio cuore non lo avrebbe mai lasciato fuggire, anzi lo avrebbe custodito per l’eternità
Presi la sua foto, quella con il cappello estivo di paglia con la falda larga: la tenni ben stretta sul mio petto e lo pregai di non lasciarmi mai!
-Ciao Giorgio, ti amo e ti amerò per sempre! gli sussurrai. Mi sembrò che lui mi sorridesse e capii che quello era il suo modo per ricambiare il mio amore…

Matilde Maisto

0 Comments

No comments!

There are no comments yet, but you can be first to comment this article.

Leave reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *