Attentati a Bruxelles: algerino arrestato nel Salernitano (Bellizzi)

Sarebbe implicato in una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles

Arrestato a Salerno un algerino per il quale era stato emesso un mandato di arresto europeo da parte delle autorità del Belgio. Secondo gli investigatori era implicato in una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. L’uomo è stato arrestato a Bellizzi, in provincia di Salerno, al termine di un’indagine della Digos di Roma e dell’antiterrorismo.

Il collegamento con Parigi e Bruxelles

Djamal Eddine Ouali, 40 anni, era ricercato per la presunta partecipazione a un’organizzazione criminale che produceva documenti falsi. Il suo nome, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era venuto fuori nel corso di una perquisizione effettuata in un covo di falsari a Saint-Gilles, un sobborgo di Bruxelles, nello scorso ottobre, qualche settimana prima delle stragi di Parigi: in quell’occasione i poliziotti trovarono e sequestrarono circa un migliaio di immagini digitalizzate, tutte riferibili a falsi documenti d’identità. Secondo le autorità, dunque, Ouali faceva parte di una rete che, su larga scala, realizzava documenti falsi per terroristi e soggetti che volevano uscire ed entrare dall’Europa senza rischiare di essere intercettati ai controlli. Analizzando il materiale, è emerso che tra i mille falsi documenti c’erano le foto e gli alias anche di tre terroristi appartenenti al gruppo che ha progettato e realizzato le stragi a Parigi del 13 novembre 2015 e anche degli attentati di Bruxelles del 22 marzo. Uno di questi, intestato a Yassine Baghli, nato il 29 settembre 1989, è stato utilizzato dal decimo terrorista della cellula che ha colpito Parigi, colui che doveva farsi saltare in aria allo Stade de France e che all’ultimo si è tirato indietro, arrestato dieci giorni fa proprio a Bruxelles: Abdeslam Salah. Il secondo documento, intestato a Samir Bouzid, nato l’8 luglio 1977, è stato invece utilizzato – sempre secondo gli investigatori – da Mohamed Belkaid, l’uomo ucciso dalle forze speciali belghe durante il blitz del 15 marzo scorso nell’appartamento di rue de Dries a Forest dove si nascondeva proprio Salah. L’ultimo falso documento d’identità, infine, intestato a Soufiane Kayal, nato il 28 agosto 1988, sarebbe servito a Najim Laachroui, uno dei due kamikaze che si è fatto saltare in aria martedì scorso all’aeroporto di Zaventen.

Il blitz

Il collegamento con l’Italia è emerso quando l’algerino si è rivolto alla questura di Salerno per chiedere il permesso di soggiorno: i controlli effettuati dalla polizia hanno infatti consentito di scoprire che un soggetto omonimo di quello che aveva presentato la richiesta era ricercato dal Belgio. Tramite Interpol, nella serata di venerdì le autorità italiane hanno inviato ai colleghi belgi la foto dell’algerino che aveva presentato la richiesta di soggiorno e questi hanno confermato che si trattava proprio del soggetto che stavano cercando. Immediatamente sono scattate le ricerche: gli uomini della Digos di Roma e di Salerno, quelli dell’antiterrorismo e della Polizia scientifica, si sono messi alla caccia di Ouali, che è stato rintracciato e arrestato nel tardo pomeriggio di sabato mentre camminava lungo una strada a Bellizzi. Dell’arresto sono state immediatamente informate le autorità belghe. L’algerino sarà messo ora a disposizione della procura generale di Salerno per le procedure relative all’estradizione mentre il lavoro degli investigatori prosegue: bisognerà ricostruire i motivi della presenza di Ouali in Italia, capire con chi è entrato in contatto, verificare la presenza nel nostro Paese di altri appartenenti all’organizzazione.

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