Benvenuto MARZO

Il nome Marzo deriva dal latino Martius, ossia dedicato a Marte, il dio della Guerra, che rappresenta la forza capace di affrontare e superare le difficoltà, come i germogli che , ormai forti, rompono la terra per affacciarsi alla vita, ma Marte era anche il dio che proteggeva la casa, i suoi abitanti e la loro terra.

Marzo è il mese del vento  e della pioggia, il mese che incarna la variabilità umorale per eccellenza.  Dalle lacrime al sorriso, dalla pioggia al sole come se niente fosse. D’improvviso e senza motivo apparente gioca con la luce e il buio, le nuvole e le gocce d’acqua, dalla carezzza  di vento al rabbioso temporale. Se fossi un mese, non c’è dubbio mi chiamerei Marzo.

Marzo,il mese delle note floreali che inaspettate si fanno spazio in una giornata di pioggia, cieli azzurri che invitano a fermarsi, a sollevare gli occhi, a scuotersi dal torpore invernale, la luce che in un mattino qualunque ci sorprende più limpida e pulita. Aria che profuma di nuovo, di occasioni ancora in boccio, di quella meravigliosa ostinazione alla vita chiamata primavera.

 

Canzone di Marzo  (G.Pascoli)

Che torbida notte di marzo!
Ma che mattinata tranquilla!
che cielo pulito! che sfarzo
di perle! Ogni stelo, una stilla
che ride: sorriso che brilla
su lunghe parole.
Le serpi si sono destate
col tuono che rimbombò primo
Guizzavano, udendo l’estate,
le verdi cicigne tra il timo;
battevan la coda sul limo
le biscie acquaiole.
Ancor le fanciulle si sono
destate, ma per un momento;
pensarono serpi, a quel tuono;
sognarono l’incantamento.
In sogno gettavano al vento
le loro pezzuole.
Nell’aride bresche anco l’api
si sono destate agli schiocchi.
La vite gemeva dai capi,
fremevano i gelsi nei nocchi.
Ai lampi sbattevano gli occhi
le prime viole.
Han fatto, venendo dal mare,
le rondini tristo viaggio.
Ma ora, vedendo tremare
sopr’ogni acquitrino il suo raggio,
cinguettano in loro linguaggio,
ch’è ciò che ci vuole.
Sì, ciò che ci vuole. Le loro
casine, qualcuna si sfalda,
qualcuna è già rotta. Lavoro
ci vuole, ed argilla più salda;
perché ci stia comoda e calda
la garrula prole.
 

Marzo  (Diego Valeri)

Un sentore di viole …
Ecco marzo pazzerello,
piedi nudi e giubberello,
ricci al vento e viso al sole.

E’ una gioia rivederlo;
e se a tratti si fa mesto,
poi si rasserena presto
e fischietta come un merlo.

 

Marzo  (S. Di Giacomo)

Marzo: nu poco chiove
E n’ato ppoco stracqua;
Torna a chiòvere, schiove,
Ride ‘o sole cu ll’acqua.
Mo nu cielo celeste,
Mo n’aria cupa e nera;
Mo d’o vierno ‘e tempeste,
Mo n’aria ‘e primmavera.
N’auciello freddigliuso
Aspetta ch’esce ‘o sole:
Ncopp’o tturreno nfuso
Suspireno ‘e vviole…

 

Poesia di Marzo
di Ada Negri 

Fiorita di marzo

La fioritura vostra è troppo breve,
o rosei peschi, o gracili albicocchi
nudi sotto i bei petali di neve.
Troppo rapido il passo con cui tocchi
il suolo, e al tuo passar l’erba germoglia,
o Primavera, o gioia de’ miei occhi.
Mentre io contemplo, ferma sulla soglia
dell’orto, il pio miracolo dei fiori
sbocciati sulle rame senza foglia,
essi, ne’ loro tenui colori,
tremano già del vento alla carezza,
volan per l’aria densa di languori;
e se ne va così la tua bellezza,
come una nube, e come un sogno muori,
o fiorita di Marzo, o Giovinezza…

 

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