Biodigestore a Ponteselice, il Pd di Recale incalza Porfidia: “Passi dalle parole ai fatti”

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RECALE. Spente le dispute e smaltiti i postumi delle elezioni, torna la vita di tutti i giorni e con essa i problemi che devono essere affrontati con urgenza. Uno dei più impellenti è il controverso impianto di trattamento dei rifiuti che il Comune di Caserta avrebbe intenzione di costruire in zona ASI Ponteselice, un argomento che ha generato grandi discussioni anche a Recale e su cui hanno espresso la netta contrarietà tutti i protagonisti della campagna elettorale. Il circolo recalese del PD, da sempre contrario alla localizzazione a Ponteselice, attraverso il segretario Michele Lasco invita i nuovi amministratori a non disperdere il lavoro fatto negli ultimi mesi da tutte le forze politiche: «Approfittiamo per fare i complimenti e gli auguri di buon lavoro a tutti i nuovi eletti, sindaco Porfidia in testa – esordisce Lasco – e al di là degli schieramenti speriamo in un quinquennio pieno di cose positive per il nostro paese. Tra queste, sicuramente al primo posto c’è la necessità di impedire la realizzazione del biodigestore alle porte di Recale. Chiediamo innanzitutto al sindaco di dare continuità al diniego che il 3 maggio scorso l’assise cittadina ha deliberato all’unanimità, e di ricostituire quanto prima la commissione ad hoc, decaduta con la fine del mandato elettorale, per affidarle l’analisi dello studio di fattibilità finalmente reso pubblico dal comune di Caserta. Noi abbiamo già dato un’occhiata al documento e, nonostante questo provi a rappresentare l’impianto come assolutamente innocuo, mette comunque in luce tante criticità che confermano come la scelta di Ponteselice sia profondamente sbagliata: ad esempio, la vicinanza alla Reggia non è un dato così trascurabile come alcuni sostengono. Dalla lettura dello studio di fattibilità, infatti, si evince che sul terreno interessato esistono sia un vincolo ambientale ribadito da due decreti ministeriali, sia un vincolo monumentale, tanto che per procedere alla realizzazione del progetto è necessario il parere vincolante della Soprintendenza Archeologia, belle Arti e Paesaggio. Senza contare poi – rincara il segretario PD – che in un raggio di meno di 500 metri, in mezzo alle tante attività industriali, ci sono anche diverse imprese dedite alla ristorazione e allo svago, destinate a subire un enorme danno a causa del traffico di mezzi pesanti e del cattivo odore, tanto quanto le abitazioni isolate presenti nell’area e i centri abitati di Recale, San Nicola La Strada e Casagiove di poco più distanti. Insomma, uno scenario che conferma la necessità di trovare un’altra localizzazione per questo impianto, un luogo che non metta in pericolo l’appeal turistico della Reggia, il lavoro delle imprese e la qualità della vita delle persone.  Questa scelta – conclude Lasco –  va contrastata con ogni mezzo legale e democratico, e dobbiamo metterci all’opera subito per tener fede agli impegni che abbiamo preso con i nostri concittadini».

 

Recale, 27 giugno 2017

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