Brano tratto dal romanzo “L’amante di Cristo” di Alessandro Zannini.

 

PASQUA DI RESURREZIONE

 

“Con la sua morte il figlio di Davide dà uno scopo alla nostra vita e fa di ogni corpo d’uomo la culla della Resurrezione.

La Pasqua è il significato e il valore dell’uomo ed è pertanto un inno alla gioia della vittoria definitiva di Cristo sulla morte e quindi su tutto ciò che costituisce il turbamento dell’esistere terreno. La gioia pasquale è la gioia di riconoscersi quale nuova creatura, è la gioia della vetta, del progetto riuscito. E l’indice peggiore del disordine delle comunità civili sono la tristezza e la paura.

La Pasqua è fatta per coloro i quali la vita ha senso anche senza la ricerca del successo, né dei soldi, né degli oggetti da consumare, né degli incarichi da conquistare, né dell’altro da diminuire, né delle battaglie da vincere.

Buona Pasqua, allora, significa soprattutto sono pronto a pagare per il male che ho fatto e per il bene che non ho voluto fare, perché amo la vita, perché in ogni mio fratello rispetto la vita, che è eterna. Buona Pasqua è desiderare che la violenza di un uomo non colpisca più il proprio simile, è considerare che l’ammalato senta in sé palpitare la linfa della vera esistenza, è ambire che l’escluso venga accolto e considerato, è credere che ogni essere umano è un  amore.

Il Regno di Dio viene attraverso la storia dell’uomo. Anche la politica, intesa come interesse per il benessere di tutti, dovrebbe diventare il luogo teologico in cui il Vangelo contesta la mentalità del profitto, privato o di gruppo.

La politica si compone in una forma privilegiata di carità evangelica, che si esprime non nelle elemosine occasionali, ma nelle scelte, nei progetti e negli impegni di tutela e di costruzione di ogni uomo e di tutto l’uomo.

Guai alle società nelle quali la democrazia viene tradotta in forme di governo populiste e clientelari, dove il bene comune e la giustizia sociale sono maneggiate da presidenzialismi autoritari ed abusivi. Tacere sulle condizioni di malessere della nostra gente, sarebbe vile e disonesto, ma soprattutto antievangelico.”

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N.B. Il brano è stato tratto dal romanzo “L’amante di Cristo” di Alessandro Zannini.

 

 

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