Buon Lunedì

Buona giornata con: L’Annunciazione di Pier Paolo Pasolini 

Dopo momenti tetri e angoscianti, con il volto sorridente il poeta vuole indicare qual è l’importanza della Madonna per l’umanità, il sorriso che allevia l’inferno dell’uomo contemporaneo, cioè l’ansia, le deserte ghise, il mondo metallico, innaturale e inospitale.

Pier Paolo Pasolini non era un credente ma era tutt’altro che privo di spiritualità: ai tanti momenti di avversione nei confronti della religione, specie per via della sua omosessualità, alterna una sorta di nostalgia per quell’universo estatico che la religione porta in sé.

Nella raccolta pubblicata nel 1958 L’usignolo della chiesa cattolica, la poesia “Annunciazione” rivive l’evento all’incontrario: la Madonna anziana è interrogata dai figli nati dopo Gesù, che riempiendola di domande, vogliono sapere che cos’è essere madre di Dio, cosa ha vissuto, gioito o sofferto. Al dialogo partecipa anche l’arcangelo Gabriele.

 

“I FIGLI:
MADRE, COS’HAI
SOTTO IL TUO OCCHIO?
COSA NASCONDI
NEL RISO STANCO?
DOMENICHE ANTICHE,
FRESCHE DI CIELO,
ANTICHI MAGGI
ROSSI NEGLI OCCHI
DELLE TUE AMICHE,
ANTICHI INCENSI…
ORA, AL TUO LETTO,
TREMIAMO PER TE,
MADRE, FANCIULLA,
PER LE DOMENICHE,
GLI INCENSI, I MAGGI.
TU ERI TANTO
BELLA E INNOCENTE…
MADRE… CHI ERI
QUAND’ERI GIOVANE?
E LUI, CHI ERA?
MADRE, CHE MUOIA…
AH, SIA FANCIULLA
SEMPRE LA VITA
NELLA SEVERA
TUA VITA FANCIULLA…

L’ ANGELO:
NON SENTI I FIGLI?
O LODOLETTA
CANTA IN UN’ALBA
DI ETERNO AMORE…

MARIA:
ANGELO, IL GREMBO
SARÀ CANDORE.
PEI FIGLI VERGINI
IO SARÒ VERGINE.

Tante domande e punti sospensivi, tanta incertezza e uno stupore che si fa strada, ostinato, tra ideologie, vizio, solitudine ed orgoglio. I figli rappresentano l’umanità intera in questo dialogo a cui partecipa anche l’arcangelo: una forte tensione religiosa è espressa da Pasolini che pur non essendo credente resta rispettoso davanti al mistero della verginità della Madonna. Non si tratta affatto di una conversione ma, come spesso accade quando si esprime la genialità, troviamo qui l’esaltazione dell’umano che accetta la ragionevolezza della presenza del divino o del non conoscibile.

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