Buon Martedì

Buona giornata amici. Questa mattina vi propongo un altro artista del “cubismo”, anzi uno degli iniziatori del cubismo,il grande Georges Braque e la sua opera “Porto di La Chotat” (1907).

Uno dei padri del cubismo

Al principio del Novecento, insieme con il grande amico Pablo Picasso, Braque dà inizio al cubismo, un modo del tutto nuovo di dipingere il mondo. A prima vista i quadri e i disegni di Braque sembrano fatti di tanti frammenti di forme, scollegati fra loro. In realtà l’artista rappresenta oggetti concreti in modo da mostrare contemporaneamente i diversi lati osservati da più punti di vista.

Una vita per l’arte

Nato nel 1882 ad Argenteuil-sur-Seine, vicino Parigi, Braque svolge fin dall’inizio la sua vita sotto il segno dell’arte. Infatti il padre, decoratore murale, lo spinge a frequentare l’Accademia di belle arti a Le Havre, nella Francia del nord, e poi a Parigi, la città più importante per gli artisti del secolo scorso. In quel periodo Braque scopre la forza espressiva dell’arte africana, raccolta a Parigi nel Museo etnografico del Trocadero.

Le sculture in legno provenienti dall’Africa, le maschere e i totem essenziali e carichi di energia gli fanno capire come l’arte non deve necessariamente rappresentare le forme del reale nei minimi dettagli: ciò che conta è riuscire a catturare come per magia un frammento di realtà e a comunicare l’intensa emozione provata dall’artista nel farlo. Ma come farlo?

All’inizio Braque si avvicina al grande artista Henri Matisse e al gruppo delle “Belve” (i fauves), che dipingono con colori puri e fiammeggianti. Ma è l’incontro con Picasso nel 1907 a segnare la sua vita. Tutti e due imparano molto bene la lezione di un altro grande artista morto da poco, Paul Cézanne, che aveva rinnovato la pittura rappresentando la natura e le cose come se fossero figure geometriche da scomporre e ricostruire. Ispirandosi alla forza dell’arte africana e alla geometria di Cézanne, Braque e Picasso creano il cubismo, una delle più importanti rivoluzioni della forma pittorica moderna.

Il periodo cubista

I quadri cubisti di Braque non rispettano le solite regole della pittura: non hanno prospettiva né profondità, lo sfondo e il primo piano non sono distinguibili, sono presenti vari punti di fuga, le forme appaiono appiattite e i colori bruni e grigi. Guardando un quadro cubista ci si accorge immediatamente che le cose non sono più riconoscibili, sistemate come su una scena, come lo sono state per secoli. Per dipingere un bicchiere su un tavolino un artista del passato avrebbe rappresentato solo la parte visibile frontalmente. Per Braque, invece, l’artista deve rappresentare la scena totale, deve mostrare che le cose hanno più di due dimensioni e si compenetrano l’una con l’altra. Dipingere ciò che si conosce di un oggetto significa per Braque e per i cubisti mostrarne i molteplici lati distesi su uno stesso piano. In questo senso, si dice che la pittura cubista non illude la vista, ma inganna la mente.

I capolavori

Tra il 1909 e il 1914 nasce una serie di opere memorabili. Le composizioni hanno per soggetto nature morte con frutta, strumenti musicali, donne che leggono, tavolini. Gli oggetti sono tutti scomposti in blocchi geometrici e appaiono visti da diverse angolature simultaneamente. Oggetti familiari, a cui non prestiamo più attenzione, acquistano nuova luce e l’effetto è quello di una grande armonia nonostante che le cose appaiano scomposte.

Lentamente la rappresentazione diventa più complessa. L’artista comincia a dipingere sulla tela anche lettere e parole. Le tinte sono sempre le stesse: l’ocra, il marrone e il grigio. A esse si aggiungono il bianco e qualche colore più acceso. E oltre ai colori a olio fanno la loro comparsa materiali fino ad allora totalmente estranei alla pittura: sabbia, carta di giornale, carta da parati, legno, paglia, corda. Nel 1914 la sua produzione artistica si interrompe per un breve periodo: Braque va in guerra e nel 1916 viene gravemente ferito.

Gli anni della maturità

Anche se lo spirito della pittura cubista resta sempre presente nell’arte di Braque, dalla fine degli anni Venti l’artista sviluppa l’ultima fase della sua produzione, la cosiddetta ‘fase classica’, nella quale propone un’interpretazione della natura più fedele alla realtà. Si dedica inoltre alla scenografia, alla scultura di opere in gesso, alle incisioni e al disegno di gioielli.

L’artista muore, a conclusione di una vita densa di successi e riconoscimenti, a Parigi nel 1963.

 

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