
BUON MARTEDI’
BUONA GIORNATA CON UN DIPINTO DELLA NATIVITA’ NELLA STORIA DELL’ARTE.
Andrea Mantegna, Adorazione dei pastori.

Quest’opera giovanile dell’artista fu forse commissionata da Borso d’Este, durante un soggiorno ferrarese di Mantegna. Il dipinto, originariamente su tavola, è stato in seguito trasferito su tela, ma rimane in ottime condizioni.
La vicenda si svolge in un bellissimo paesaggio aperto, incorniciato da due rilievi scoscesi. La Madonna è inginocchiata, circondata di minuscoli putti rossi e dorati, e assorta in adorazione del Bambino, nudo e raffigurato di scorcio (un tipo di rappresentazione virtuosistica che Mantegna utilizza altre volte, si pensi al Cristo morto). San Giuseppe è di nuovo assopito, come nell’opera di Giotto, mentre due pastori cenciosi e dalle fisionomie grottesche (uno è afflitto da quello che sembrerebbe un labbro leporino) si inchinano davanti al Cristo appena nato. Il compiacimento di Mantegna nel rappresentare la bruttezza dei pastori dimostra il suo interesse per la pittura fiamminga.
In questo dipinto l’asinello non compare e il bue è relegato a sinistra, dietro i personaggi principali, appena intuibile mentre si affaccia sopra il recinto di un giardino. Il giardino recintato, o hortus conclusus, è una metafora ricorrente della verginità di Maria.
Sullo sfondo, una strada tortuosa attraversa il paesaggio e conduce alla Sacra Famiglia: altri due personaggi la stanno percorrendo, ma non sono ancora arrivati. In lontananza si nota anche un grande albero la cui forma ricorda chiaramente la Croce, gettando una luce inquietante sull’apparente serenità della scena.
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