
BUONA DOMENICA
RUBRICA: DIPINTI DEL RINASCIMENTO
Buona Giornata con “Piero della Francesca, Flagellazione di Cristo”, 1455-1460, Palazzo Ducale di Urbino

Un’opera affascinante e misteriosa, dove è evidente l’attenzione di Piero della Francesca per la prospettiva e la geometria. Questo grande artista del Rinascimento è stato infatti anche un valente matematico: a lui dobbiamo il manuale di calcolo intitolato Trattato d’abaco, il De prospectiva pingendi e il De quinque corporibus regularibus.
La flagellazione di Cristo poi conserva un enigma che ancora non è stato chiarito: chi sono i tre personaggi in primo piano? C’è chi sostiene che l’interpretazione del quadro sia legata alle vicende politiche dell’epoca, ma non vi è alcuna certezza definitiva.
Piero della Francesca: breve biografia e opere in 10 punti
In due minuti vi raccontiamo la vita di uno dei padri dell’arte italiana, maestro della prospettiva ed eminente matematico

Piero della Francesca, Polittico della misericordia, 1444-1464, olio e tempera su tavola, 273×330 cm, Museo civico, Sansepolcro
Il matematico e l’artista: apparentemente questi due ruoli sembrano agli antipodi, razionale e pratico il primo, passionale ed impulsivo il secondo. Eppure, quando l’uomo è spinto da passione e curiosità, questi mondi possono convivere nella stessa persona e dare vita a opere che restano nella storia.
Piero delle Francesca è stato artista e matematico, rappresentando bene quello spirito che darà vita al Rinascimento, per cui l’uomo non è fatto per vivere nell’ignoranza limitandosi a soddisfare i meri bisogni primari, ma “per seguire virtute e canoscenza”. Piero della Francesca è stato maestro nell’applicare all’arte le regole matematiche e definire così una prospettiva del tutto nuova per l’epoca. Lo racconto in due minuti.
LA VITA E LE OPERE DI PIERO DELLA FRANCESCA:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1416/1417 circa – Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492) è stato uno degli artisti più interessanti del Rinascimento italiano. Pittore e matematico, le sue opere colpiscono per un attento uso della prospettiva, frutto di precisi studi geometrici.
Non si sa molto della vita di Piero della Francesca, a partire dalla data di nascita che non appare certa poiché un incendio bruciò gli atti di nascita dell’anagrafe di Sansepolcro. Suo padre era un commerciante, per questo motivo, il giovane Piero, da subito prese dimestichezza con i calcoli e le formule matematiche.

Sappiamo che nel 1439 Piero della Francesca si trovava a Firenze, dove si formò artisticamente lavorando come aiutante per Domenico Veneziano. Nella città toscana, ebbe modo di conoscere artisti come Masaccio e Paolo Uccello, a cui si ispirò per lo studio della prospettiva, rimanendo al contempo affascinato dalle opere del Beato Angelico per la resa dei colori e della luce.
LE OPERE PIÙ FAMOSE DEL RINASCIMENTO
Urbino, Ferrara, Bologna, Arezzo, Rimini, Roma, Perugia: tra gli anni quaranta e cinquanta, Piero della Francesca fu ospite di importanti corti italiane, dove realizzò opere per conto dei ricchi signori dell’epoca, come ad esempio il monumentale affresco San Sigismondo e Sigismondo Pandolfo Malatesta, realizzato nel 1451 per i signori di Rimini.

Al 1460 risale una delle opere più celebri e misteriose di Piero della Francesca: si tratta de La flagellazione di Cristo. A parte per il magistrale uso della prospettiva e dei colori, il dipinto conserva un enigma che ancora non è stato chiarito: chi sono i tre personaggi in primo piano? C’è chi sostiene che l’interpretazione del quadro sia legata alle vicende politiche dell’epoca, ma non vi è alcuna certezza definitiva.

Tra il 1469 e il 1472 Piero della Francesca fu ospite del duca di Montefeltro a Urbino, importante mecenate, presso la cui corte trovano ospitalità numerosi artisti e intellettuali.
Fu in questi anni che l’arista realizzò due delle sue opere più celebri: il Doppio ritratto dei duchi di Urbino (1465 – 1472) e la Pala di Brera (o Pala Montefeltro, 1472 – 1474, in fondo all’articolo).

In entrambe le opere il duca di Urbino, ossia Federico da Montefeltro, è ritratto nel suo profilo sinistro. Non è un caso: il duca aveva perso l’occhio destro, non si sa se in battaglia o durante una giostra, per cui preferiva farsi ritrarre solo di lato. Pare anche che si fosse fatto limare la parte superiore del naso per avere maggiore visibilità con l’occhio buono e compensare così l’handicap fisico.

Pur essendo un convinto umanista, quasi tutte le opere di Piero della Francesca, fatta eccezione per il Ritratto dei duchi di Urbino e un affresco di Ercole del 1465 circa, rappresentano soggetti religiosi, come ad esempio la Natività, o il ciclo di affreschi Storie della Vera Croce (1465 circa). Il motivo era essenzialmente economico: le opere di Piero della Francesca erano infatti tutte realizzate su commissione.
Oltre che geniale artista, Piero della Francesca è stato anche un valente matematico e studioso di geometria: a lui dobbiamo infatti il manuale di calcolo intitolato Trattato d’abaco, il De prospectiva pingendi e il De quinque corporibus regularibus.

Il religioso Luca Pacioli (1445 – 1517), considerato il creatore della ragioneria e l’inventore della partita doppia, definirà Piero della Francesca “Il monarca della pittura“.
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