Capua: Matres/Matres del Maestro Izzo

DOMENICA 23 VERNISSAGE AL MUSEO Bray, Cutillo e De Simone ne illustreranno i pregi

Raffaele Raimondo
cronista free lance

CAPUA: MATRES/MATRES DEL MAESTRO IZZO: DOMENICA 23 VERNISSAGE AL MUSEO
Bray, Cutillo e De Simone ne illustreranno i pregi

CAPUA (Raffaele Raimondo) – Prosegue in notevole crescendo la marcia creativa del maestro Giovanni Izzo. Ma indugia, e per nostra fortuna, il grande fotografo grazzanisano sull’umanità sofferente. Qui viene a ricollocarsi l’attesissima mostra “Matres/Matres” che – su input della Direzione del Museo Provinciale Campano della città federiciana, d’intesa con l’associazione CaserTerrae – sta per sfoderarsi e il cui vernissage è previsto per le ore 11 di domenica 23 novembre. Ad illustrane i pregi, nella sala Liani del medesimo Museo, interverranno l’on. Massimo Bray, l’arch. Raffaele Cutillo e il dott. Matteo De Simone: indubbiamente un contributo critico di rilievo che agevolerà la decodificazione e l’appagante fruizione dei visitatori che – è facile prevederlo – affolleranno la storica location. “Nelle Sale delle Matres saranno esposti circa una trenta di scatti di Izzo accanto alle sculture in tufo, tra le più rare che Musei di tutto il mondo possano esporre” ha anticipato Marinella Giuliano, responsabile di CaserTerrae, annotando pure che, in abbinamento ai relatori, Anouck Vecchietti Massacci e don Giuseppe Centore hanno già vergato testi interpretativi, peraltro riportati sulla brochure riguardante l’Evento. Siamo in una sconvolgente temperie di transizione che il “maestro della luce” non poteva non eleggere con l’acume che lo distingue: un terremoto migratorio neppure giunto alla sua scossa maggiore, che deve ancora venire; una sfida tra culture che ricalca quella combattuta da almeno duecento anni al di là dell’Atlantico e là oggi in buona parte vinta; una dimensione sociale assolutamente nuova nello scenario europeo che sta mettendo a dura prova legislatori e politici, istituzioni e uomini della strada. Di tutto questo Giovanni Izzo ha ritagliato un gigantesco e variegato frammento umano – peraltro abbordato sul litorale domiziano ma anche cercato, mediante mirati viaggi, nella lontana Africa -, restituendoci immagini destinate a rimanere indelebili, sotto il profilo artistico, e fonti documentarie importanti per quanti in avvenire vorranno esplorare aspetti e problemi dei biblici accadimenti di fine Novecento e primi vent’anni del secolo corrente. La Mater Matuta – si sa – era, nella mitologia latina, la dea del Mattino o dell’Aurora e dunque patrona della genesi degli uomini e d’ogni essere vivente. E qua, nell’area urbana della vetusta Capua, alla Mater le puerpere di due millenni fa dedicarono le statue in tufo che tuttora rappresentano il gioiello “unico” del nostro Museo, tuttavia paradossale circa l’intitolazione (giacché “provinciale” per proprietà patrimoniale e “campano” per estensione dei reperti). A così lunga distanza di tempo un’inaudita “aurora” cade sotto gli occhi profondi del maestro-fotografo: è la maternità della negritudine, alias la negritudine della maternità. Un coacervo di martellanti bisogni che spingono all’esodo, la metafora contemporanea del destino di Abramo docile al volere di Dio, una pena indicibile eppure oltremodo visibile delle matres di colore del nostro tempo approdate sulle rive casertane del Tirreno. Da ultimo, ma sostanzialmente alle origini del discorso, va detto che il giovane Izzo, da pittore, aveva preconizzato gli sviluppi fotografici della sua maturità. In proposito v’è, fra l’altro, un dipinto, preziosissimo, che egli realizzò sul nascere degli anni Settanta: su questa tela si stagliano un povero bimbo negro ed un travolgente mostro metallico. L’infante pare appunto uno dei figli di delle “donne dell’esodo” e ci fa sovvenire un incoraggiante monito della Montessori: “Il bambino è il padre dell’uomo”. Forse è proprio qui la segreta speranza di Giovanni.

Mater Matuta, nella mitologia romana era la dea del Mattino o dell’Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose.[1] Più tardi associata alla dea greca Ino o, appunto, Aurora[2].

 

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ARTE, CULTURA, STORIA, ITINERARI, TURISMO, EVENTI, IDENTITÁ IN PROVINCIA DI CASERTA E IN TERRA DI LAVORO
Museo Provinciale Campano

MATRES // MATRES
Mostra fotografica di Giovanni Izzo

COMUNICATO STAMPA

Il 23 novembre alle 11,00 , presso la sala delle Matres Matutae del Museo Provinciale Campano di Capua La Direzione del Museo Campano e l’associazione CaserTerrae inaugurano la Mostra Fotografica MATRES//MATRES del fotografo Giovanni Izzo. Per la prima volta, insieme alla prestigiosa e unica collezione al mondo delle Matres Matutae, saranno esposte le “Matres – donne dell’Esodo” del fotografo Giovanni Izzo che da anni “legge e scrive” con i suoi scatti le realtá di questa provincia cosi’ vicine e soprattutto cosi attuali.
La mostra sarà presentata nella sala Liani del Museo Provinciale Campano dall’on. Massimo Bray, dall’arch. Raffaele Cutillo e dal dott. Matteo De Simone.
Il pieghevole MATRES//MATRES conterra’ alcune delle piu’ suggestive immagini del fotografo insieme alle Matres Matutae, accompagnate dai contributi di Massimo Bray, di Giuseppe Centore , di Matteo De Simone, di Anouck Vecchietti Massacci, della direzione museale e di CaserTerrae.
Nelle Sale delle Matres saranno esposti circa una trenta di scatti di Izzo accanto alle sculture in tufo, tra le più rare che Musei di tutto il mondo possano esporre. Le statue, che cronologicamente si situano dal VI al II sec. a.C., ritrovate tra il 1873 e il 1887 presso il cosiddetto Fondo Patturelli, parte dell’antica Capua, rappresentavano “ex-voto”, offerta di ringraziamento del dono della fecondita’ da parte della Dea Madre. Dunque il culto matriarcale, con il quale gli antichi campani onoravano il mistero della vita considerando la maternità come un dono divino e l’evento della nascita come sacro, esprimeva tutto ciò che di vitale esce dal seno della natura.
Il non casuale incontro delle due rappresentazioni femminili, una con arcaiche origini e l’altra contemporanea e fortemente critica, raccontano della donna, del suo essere madre, del sublime della maternitá che va oltre il tempo ed oltre le rappresentazioni. La qualita’ stilistica delle sculture che evidenzia in maniera preponderante non la qualita’ estetica, non lo stile ma il forte carattere ed il suo contenuto che ancor piu’ si legano alle immagini delle donne di Izzo.

Giovanni Izzo, affermatosi al Kodak Europen Gold Award come miglior ritrattista dell’anno 1996 ha partecipato alla Nuit European Des Musèes 2009.
E’ autore delle copertine : “Castel Volturno reportage sulla mafia nigeriana” di Sergio Nazzaro – Einaudi 2013, “Il Vuoto Creativo” – Nicomp 2013, “L’altro mondo” di Marcello Fois – Einaudi 2014, “I Padroni di sabbia” di Salvatore Minieri – Spring edizioni 2014, docufilm “La baia” di Salvatore Minieri 2014. Si è occupato della supervisione alla fotografia nel film di Romano Montesarchio “Ritratti Abusivi” 2014. Ha collaborato con sue immagini alla pubblicazione di “Dal degrado alla bellezza” – Edizioni Scientifiche Italiane, Resurrezione – GeMar 2012.
Ha pubblicato “Promised Land” – Federico Motta Editore 2010, “Faires in The Net” – l’Arca E l’Arco 2008. Ha ottenuto importanti riconoscimenti critici su “Il Fotografo Professionista”, “Progresso Fotografico”, “Photo International”, “Photographies”, “Dove”, “Posh”, “Bauwelt”, “Mète”. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1978.
Giovanni Izzo dona la sua visione dell’immensa carica di maternitá senza nessun filtro, senza alcuna esitazione, con una dolcezza che esce prepotentemente dai vividi occhi di queste figure che hanno attraversato il Mare Nostrum ed esprimono, spesso nel dolore e nelle difficoltá, l’esser Madre; questo percorso visuale giunge dunque al confronto con le statue chiare ed estatiche che raccontano secoli e tempi sconosciuti. In questa comparazione l’esser madre e l’esser donna cancella le distanze temporali e accomuna i silenti volti tufacei e le donne dell’esodo.
Qui arte e storia diventano specchio del reale e di cio’ che spesso non vogliamo vedere, qui la maternitá accomuna inevitabilmente donne di tempi e luoghi apparentemente opposti e sconosciuti. Questa operazione, che deve la sua realizzazione alla direzione del Museo Provinciale Campano, Giovanni Tuzio e Giorgio Crovella e alla responsabile dell’associazione CaserTerrae Marinella Giuliano , “apre” per la prima volta l’inviolata sala delle Matres.
L’attualitá dell’arte e della cultura é presente nella mostra fotografica MATRES//MATRES , mai come in questo periodo storico in questa parte di territorio esasperata e soggiogata dalle negativitá di cronaca superficiale sulla vera essenza del nostro patrimonio.
Chi come noi di CaserTerrae ha intrapreso questo cammino, dove arte-cultura-storia-territorio ne sono le direzioni, sa anche che sará difficile da battere ed essere pionieri su questa pista dará si poco vantaggio nel presente ma avrá seguito in un prossimo futuro per chi di cultura vuole anche “vivere”. La cultura che vince, come dice Massimo Bray, non é un “fatto privato o peggio un’evasione o un modo per non pensare”, cita Tomaso Montanari, né privilegio di pochi arroccati nei propri castelli: la cultura vince perché é un fatto di tutti. L’arte e il sapere sono immortali ed in quanto tali insegnano il passato, accomunano le tradizioni, svelano l’appartenenza, armonizzano le diversitá. Al Museo Campano di Capua la mostra fotografica di Giovanni Izzo insegna quanto le diversitá siano il ponte tra arte-territorio-presente-passato.
In Terra di Lavoro la cultura diventa un racconto tutto da svelare e narrare, un racconto che non può prescindere dalla storia del ‹‹più significativo museo della civiltà italica campana››, come lo definì Amedeo Maiuri. Da qui nasce l’idea progettuale: MATRES// MATRES. In questa occasione il Museo Provinciale Campano incontra e collabora attivamente con le risorse umane del territorio di Terra di Lavoro rendendo finalmente possibile quelle politiche di rete culturale ed economica necessarie ad una rinascita di un territorio indebolito da decenni.
Attraverso la storia e attraverso la cultura, CaserTerrae muove i suoi passi creando sinergia con il territorio e tessendo quella rete di professionalitá locali che animano e strutturano una economia alternativa con le ricchezze ancora da scoprire: arte, storia e cultura della provincia casertana.
Alla presentazione della mostra parteciperà Consiglia Aprovidolo con il reading “Matres Naturae”, un viaggio immaginifico che parte dal Sud America passando per il continente africano fino ad arrivare al Sud Italia raccontando sfumature, sensazioni e impressioni dal confronto tra scultura e fotografia.
Domenica 30 novembre CaserTerrae organizza la visita al Museo alle ore 11,00 con percorso accompagnato da Consiglia Aprovidolo, Floriana Figliomeni, Lina Graziano e Ottavia Della Valle.
Si ringrazia per il Patrocinio la Presidenza del Consiglio Regionale della Campania, la Provincia di Caserta e il Comune di Capua.
Si ringraziano la ProLoco di Capua, la cooperativa “Casa di Alice” e la sua responsabile Anna Cecere che con il progetto Made in Castel Volturno si integra con le realta’ delle donne immigrate sul litorale Domitio.
Si ringraziano inoltre le associazioni Pianeta CULTURA di San Prisco con Agostino Milani e Paolo Mandato, MigrAzioni Aversa, AllePendicidelTIFATAedoltre di San Prisco, Agriturismo Le Fontanelle per la disponibilitá, la collaborazione e la rete culturale di cui ha bisogno la nostra economia.
Responsabile CaserTerrae
Marinella Giuliano

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