Castelmorrone: La Contrada “Grottole” in festa: Riportata all’antico splendore, la statua di “Santa Maria Assunta”.

Di Mimmo PETRILLO

Finalmente, dopo 200 anni, domenica  sera, 7 agosto, è stata ripresentata alla comunità, restaurata nella sua originale bellezza, la statua della Madonna, Assunta in Cielo, dell’omonima Parrocchia di Castel Morrone, frazione Grottole.  Nell’anno santo del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco, grazie al forte interessamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del giovane sacerdote Don Enzo carnevale, si è riusciti a coinvolgere tutta la comunità  molto legata alla preziosa statua lignea che appunto raffigura la madre di Gesù , nell’atto di salire al cielo in corpo ed anima. Il restauro è stato possibile grazie alla maestria e grande esperienza dell’artista Mafalda Campopiano, che ha messo in essere tutta la sua conoscenza pregressa su restauri già effettuati su analoghe preziose statue sacre.  Don Enzo Carnevale, prima di scoprire la statua per mostrarla nella sua entusiasmante bellezza, ha voluto con vero fervore ringraziare i numerosissimi fedeli per la generosità dimostrata sia per il restauro della Madonna Assunta, che per altre opere manutentive che hanno consentito di dare un nuovo volto all’antica  chiesa del 1100 / 1200 che, per la sua importanza e bellezza seppur semplice, è ben riportata su “ La Bolla di Senne “. Tale Bolla, infatti, già in illo tempore definì i confini tra la Diocesi di Capua e quella di Caserta e oggi, mediante un percorso didattico culturale rivolto ai giovani studenti, vuol far conoscere agli stessi la fisionomia storica, ecclesiologica, artistica e socio economica della Civitas Casertana. Prima di celebrare la Santa Messa, don Enzo Carnevale, forte dell’esperienza maturata anche nelle aule della Facoltà dei Beni Culturali – Archeologia Classica- ha spiegato con parole semplici, tutto il difficile procedimento occorso per recuperare la preziosa statua lignea costruita da artisti dell’ottocento appartenenti alla Scuola Napoletana.  Addirittura, ha specificato che se non si fosse intervenuti in tempo, sarebbe stato quasi impossibile recuperare la preziosa opera d’arte a causa del continuo logorio dei legni indotto da vere e proprie colonie di tarli.  Continuando, ha esplicitato che recuperare la memoria storica è una seconda possibilità per poterci ricollegare alle nostre radici, cosa che ci consente di essere più informati ma soprattutto più consapevoli e più capaci di incidere con maggiore pienezza sul presente e guardare al futuro con occhi più penetranti e benevoli; non dobbiamo dimenticare che siamo il frutto di ciò che altri alle nostre spalle hanno saputo costruire con impegno e sacrifici. Allo stesso modo e ancor di più ci dobbiamo impegnare per poter trasmettere alle generazioni che si affacciano all’orizzonte, le nostre tradizioni, le nostre capacità e la nostra etica di buoni cristiani anche al fine di inculcare in loro autostima e bontà di intenti per meglio aiutare il prossimo meno fortunato.  Particolare ed emozionante momento è stato allorquando, al termine della funzione,è stato posto sul capo della Vergine, una corona di 12 stelle simbolo delle dodici tribù di Israele e in riferimento a quanto afferma l’Apocalisse, quando, parlando della “donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi, aggiunge che sul capo è adornata da “una corona di dodici stelle”  (Ap 12,1). 12 è, inoltre, il prodotto di 3 che simboleggia la Divina Trinità, dalla quale Maria è stata scelta per essere la Madre del Messia, e 4 il numero che simboleggia l’umanità della Madre di Dio. La Cerimonia si è conclusa tra il forte applauso dei fedeli e tra qualche lacrima caduta ai più anziani, attenti custodi delle tradizioni   locali.

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