COMMENTO AL VANGELO A CURA DI DON FRANCO GALEONE.

24 febbraio 2019  – VII DOMENICA T. O. (C)

SIATE MISERICORDIOSI COME IL PADRE VOSTRO CELESTE!

a cura del Gruppo biblico ebraico-cristiano

השורשים  הקדושים

francescogaleone@libero.it

Prima lettura:  Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano (1 Sam 26). Seconda lettura:  Come abbiamo portato l’immagine dell’uomo di terra, così porteremo l’immagine dell’uomo celeste (1 Cor 15, 45). Terza lettura: Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro! (Lc 6, 27)

Davide: il santo peccatore

Il re Davide non era uno che dimenticava le offese ricevute (1Re 2,1); commise, invero, numerosi delitti (1Cr 22,8) ma il fatto narrato nella prima lettura ci mostra che era anche capace di nobili sentimenti. Ecco il fatto: Davide e suo nipote Abisai trovano il nemico Saul addormentato. Abisai gli propone di ucciderlo, ma Davide sceglie il perdono. Due modi opposti di pensare: Abisai è guidato dalla logica umana: il nemico va ucciso; Davide dà ascolto alla logica divina.

Amate i nemici!

Dopo avere proclamato le beatitudini, Gesù enuncia una regola sconvolgente: Amate i nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano (w.7-28). Quattro imperativi! Ci sono cristiani che riconoscono molto onestamente che non riusciranno mai a perdonare chi ha loro procurato danni gravissimi. Gesù non chiede che diventiamo amici di chi ci fa del male. Anche lui ha provato antipatia per i due sommi sacerdoti Anna e Caifa, per i farisei chiamati razza di vipere (Mt 23,13), per il re Erode che definì volpe (Lc 13,32), per Erodiade che aveva fatto uccidere il Battista (Mc 6,17)…

Nella seconda parte del brano (w.29-30), Gesù si spiega con quattro esempi concreti: A chi ti percuote… a chi ti leva il mantello…  a chi ti chiede… a chi ti prende del tuo… Il brano continua con la famosa regola d’oro: Quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro (v.6,31). Si tratta forse dell’unica regola etica accettata da tutte le religioni. Nei versetti seguenti (w.32-34) Gesù considera tre casi di uomini giusti: quelli che amano chi li ama, quelli che fanno del bene a chi restituisce loro il bene, quelli che fanno prestiti per ricevere il contraccambio. La traduzione che merito avete? non è molto corretta, perché andrebbe meglio tradotta con dove sta la vostra gratuità? E’ la gratuità che caratterizza l’agire del cristiano.

Poi Gesù tocca il vertice più alto del comportamento: Amate i vostri nemici (v.35). Un linguaggio esigente, quasi impossibile. Siamo chiamati ad essere veritieri e la menzogna ci fa compagnia. Siamo invitati ad essere puri di cuore e siamo impigliati in scabrosità sentimentali; siamo invitati ad amare i nemici, e non riusciamo ad amare neppure i nostri genitori ed amici.

La proposta di Gesù era già nota nell’Antico Testamento: Se incontri il bue del tuo nemico o il suo asino dispersi, glieli dovrai ricondurre. Se vedrai l’asino  del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo (Es 23,4; Lv 19,17-18.33-34). Anche i saggi pagani Epitteto e Seneca hanno dato consigli molto simili, ma le loro raccomandazioni miravano al raggiungimento della propria perfezione e tranquillità ἀταραξία (atarassia). Quale sarà la ricompensa? Sarà grande? Avranno un posto migliore in paradiso? No, molto di più: saranno figli di Dio! Perdonare è somigliare a Cristo!

Se conserviamo odio, non dobbiamo scoraggiarci, ma pregare di più; in quella preghiera calma, silenziosa, a tu per tu con Dio, a poco a poco rinunzieremo alle meschine vendette, muoveremo il primo passo. La preghiera fluidifica i sentimenti irrigiditi. Il passato insomma passa! Sotto il cielo nessuna situazione è immutabile.

Il perdono è la novità

Il perdono rappresenta la novità. Chi rompe i circoli chiusi dei nostri bisticci, fa qualcosa di nuovo, come il Padre: Dio non fa piovere solo sui giusti, altrimenti la terra sarebbe già da tempo un deserto; Dio non illumina solo i buoni, altrimenti staremmo al buio tutta la vita. La concatenazione degli atti violenti si può interrompere solo con un fatto nuovo. Saper perdonare è porre un atto nuovo. Tutti abbiamo la vecchia abitudine di comportarci come le scimmie: Mi ha fatto questo? Lo ripago con la stessa moneta. Non usciremo più da questo cerchio infernale! Che progresso restare nelle stesse posizioni? Colui che, colpito su una guancia, restituisce lo schiaffo, non è che l’eco dell’altro. Ma se uno non restituisce, se uno perdona, costui fa esistere sulla terra qualcosa di nuovo, spezza una catena, una spirale di inutili vittorie, annulla il circolo vizioso della sterile vendetta.  Perdonare è inventare come fa il Padre celeste. Dio non    è lasciato e non si lascia imprigionare dal peccato dell’uomo. Quando Adamo si nascose dietro gli alberi, dopo il suo peccato, Dio non si è ritirato, ma ha fatto il primo passo. Dio fa sempre il primo passo: Adamo, dove sei? Vieni fuori, non restiamo così! La storia, finché andrà avanti con la logica dell’occhio per occhio, sarà ferma, stagnante; i giornali sforneranno quotidianamente notizie clamorose … in realtà non succederà nulla di nuovo. La novità è e sarà sempre rappresentata dall’amore, l’unica energia in grado di cambiare il mondo e la vita. Possiamo così riassumere il messaggio del vangelo: esistono tre categorie di persone: sul gradino più basso ci sono i malvagi che ricevono il bene e restituiscono il male; più su ci sono i giusti che rispondono al bene con il bene e al male con il male; infine ci sono coloro che al male rispondono con il bene: solo questi sono i figli di Dio.

La radice del male

Uno dei problemi più sentiti oggi è la violenza, perché l’uomo è rimasto ancora un violento: Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo (S. Quasimodo). Quando cesserà il trionfo dei violenti? Quando l’anonima assassini smetterà le sue attività? Non si deve disperare, perché l’uomo fa di tutto, può volare e può uccidere, ma ha un difetto: può pensare (B. Brecht). I filosofi scolastici vedono nella ragione la potissima hominis natura; per il filosofo Cartesio addirittura vale il principio: cogito, ergo sum. Oggi c’è un nuovo modo di spiegare il male: deresponsabilizzare la persona, facendole credere che la causa di tutti i mali è fuori della persona, è nella società, nelle strutture, nella ereditarietà, nell’inconscio, nell’influsso dei mass-media, degli astri, delle fatture, del malocchio … Questo può essere vero, ma solo in parte. L’uomo resta, nonostante tutto, libero; nessun determinismo psicologico; le influenze ci sono, e sono tante, subdole, ma non sono mai necessitanti e determinanti; l’uomo resta, nonostante tutto, arbitro delle sue scelte, il nostro destino non è scritto nelle stelle o nelle carte ma nella libertà, nella coscienza, nella ragione: per questo l’uomo è metafisicamente diverso, qualitativamente superiore all’animale. Magnum miraculum est homo! Non è vero che la persona è innocente dentro e fuori; non è vero che il male viene tutto dall’esterno: il male, nella sua polimorfa potenza, non è fuori o al di là o al di sopra, ma è in quella energia metamorfica che è la volontà: una volontà buona ci rende tutti fratelli e figli di Dio, una volontà cattiva rende infelici noi e gli altri. Nella vita di ogni giorno, vediamo molto diffuso l’atteggiamento del tipo reazione a catena o effetto domino, per cui alla fine non sappiamo più chi è la vittima e/o il carnefice, il colpevole e/o l’innocente, il giusto e/o l’ingiusto … tutti perdonati in questo melting pot della vita, tutti innocenti in questo megafestival della vita. BUONA VITA!

וְאֶצְּרֶ֥נָּה עֵֽקֶב׃‎  הוֹרֵ֣נִי יְ֭הוָה דֶּ֥רֶךְ חֻקֶּ֗יךָ   (Ps.119,33)

Insegnami, Signore, la tua volontà, e io la eseguirò!

 

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