Con la beata Maria Cristina di Savoia Napoli attende il Papa

“Madre dei poveri” la definì il Pontefice in occasione della beatificazione

Napoli accoglie sabato 21 marzo 2015 in visita papa Francesco, colui che definì la beata Maria Cristina di Savoia come mater pauperum, ossia “madre dei poveri”. Quasi uno scambio di visite tra il Pontefice e la “Reginella santa” che assieme alla madre Maria Teresa fu cordialmente accolta a Roma nel 1825 da Leone XII il quale fece loro dono dell’insigne regalo della “Rosa d’oro”, come narra l’abate Guglielmo De Cesare.

Tutt’i romani ebbero campo di ammirare e benedire le cure amorevoli, la religione profonda e lo spirito sapiente mostrato da Maria Teresa nell’educare le figlie. Maria Cristina lasciò in Roma e nelle città percorse tal fama di santità che anche al presente si pronunzia in esse il suo nome con ammirazione e rispetto.

Edificato il Pontefice da tante prove di umiltà sincera, di carità materna e di figliale obbedienza date nella capitale del mondo cattolico dalla reale famiglia di Sardegna, volle con pubblica e solenne testimonianza mostrare al mondo quanto eragli a cuore la donna, che aveva dato alla santa Sede frequenti e nobili prove di animo affettuoso e devoto. Sin dal VI secolo della Chiesa i romani Pontefici, nella quarta domenica di quaresima, benedicono una rosa d’oro di squisito lavoro, che può dirsi pregevole per il luogo, per la persona e principalmente per il mistico senso che in sé stessa racchiude. La bellezza del fiore e la ricchezza del metallo esprimono Cristo, il quale, parlando di sé stesso disse: Ego flos campi, e le spine alludono all’Uomo-Dio che in esse pose le sue delizie. Sta ne’ riti della Chiesa greca che il muschio triturato in cui si colloca quel fiore, e l’incenso che vi si aggiunge, alludono al buon odore che i fedeli innalzar debbono con le loro opere edificanti a Gesù Redentore. Questo simbolico dono è per lo più offerto da’ Papi alle Regine e alle Imperatrici, che colle loro buone azioni, con la protezione accordata alle cose sante, hanno ben meritato del sacro principato e della Chiesa di Cristo. Piacque dunque a Leone XII inviare con pompa solenne a Maria Teresa quel nobile dono. Monsignor Marazzani, maggiordomo di Sua Santità, seguìto da’ prelati e dai cerimonieri pontifici, recavasi in forma pubblica alla residenza della vedova Regina, ov’era incontrato ai piedi della scala dal marchese Crosa di Vergagni, ministro sardo presso la santa Sede, e da tutti gli uffiziali della corte Sabauda, che lo accompagnarono alla sala in cui lo attendeva la illustre donna.

Questa ricevè con profondo raccoglimento dalle mani dell’ablegato quel mistico fiore e, datolo a baciare alle principesse che le erano al fianco, li collocò in luogo onorevole e venerato; indi espresse con acconce parole la riconoscenza del cuor suo e pel dono e pel donatore, ed accomiatò il prelato con ogni lusinghira dimostrazione di stima. Maria Cristina, tenera e pietosa figlia, esultò nel vedere benedetta e consolata da un raro segno di affezione paterna la madre sua, la invitta donna cui tanto ella dovea; e l’esultanza dell’animo in quel dì e ne’ seguenti divenne prova di quel senso fortissimo di religione e di riverenza al sommo Pontefice, che in tutta la sua non lunga vita illustrò più d’ogni altra principessa sua coetanea.

Questo avvenimento ebbe luogo nel dì 28 marzo 1825.

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