CRIMINI AL MICROSCOPIO

La lettura di questo avvincente poliziesco, Crimini al microscopio edito da Polis SA Edizioni, opera prima della giovane Gabriella Donnini è un’esperienza che coinvolge e stimola tutti i nostri sensi, toccando anche alcune delicate corde della psiche umana.

L’autrice, con il suo stile fatto di dialoghi netti che si susseguono con grande ritmo, ci fa immergere già dai primi paragrafi nell’atmosfera di questo gruppo investigativo alle prese con i tanti crimini che la quotidianità gli riserva.

Un gruppo investigativo diretto magistralmente dal capitano Alfredo Piana, fortemente convinto dei poteri investigativi forniti dagli strumenti scientifici sempre più sofisticati, oggi a disposizione. Il ritrovamento di un cadavere senza alcun indizio o traccia, ad eccezione delle palpebre spillate ed una punta d’ago sul collo, mette però a dura prova la sua professionalità e quella dei suoi uomini. Nel gruppo investigativo anche il tenente Gregorio Matino e sua moglie il sottotenente Elvira Borghesi già nella squadra da tempo, oltre a tre elementi nuovi: il sottotenente Luca Ferrari esperto di informatica, il sottotenente Francesco Russo esperto di armi ed esplosivi, infine il tenente Rosita Arena, psicologa e interprete.Nelle vicende personali del capitano Alfredo Piana irrompe all’orizzonte anche la sua prima paternità.

Nel susseguirsi dei capitoli le descrizioni particolareggiate degli ambienti e delle scene dei vari fatti criminosi, l’uso molto professionale di termini tecnici e scientifici lasciano  intendere la qualità e quantità del lavoro svolto dall’autrice Gabriella Donnini. Non è esagerato dire che Gabriella Donnini con questo suo stile ci fa veramente guardare i variegati scenari, entro cui si sviluppano le storie, attraverso la lente di ingrandimento di un microscopio. Il lettore si sente immedesimato nell’investigatore che attentamente scruta attraverso questo strumento quasi magico ogni minimo particolare della storia, tanto da venirne coinvolto e rapito fino all’ultimo rigo del romanzo.

Al lettore attento non sfuggirà nello scorrere del romanzo, che l’autrice tradisce nell’ordito di quest’opera  la sua grande passione di lettrice di polizieschi e, ancor di più fedele spettatrice delle innumerevoli serie televisive e film i cui protagonisti si muovono ora all’interno di una unità investigativa, oppure di un commissariato se non di un reparto speciale. Un filone di innumerevoli successi fatti di tantissimi sequel sia in Italia che, soprattutto,, negli USA. L’architettura e i meccanismi investigativi e a volte umani di alcuni protagonisti, fanno pensare alla fortunatissima serie TV “RIS Roma – Delitti imperfetti” di cui Gabriella è stata una appassionata fan.

Come anticipato nell’incipit di questa sintetica nota, Gabriella Donnini attraverso i crimini da lei creati affonda il coltello nelle tante piaghe e criticità della nostra realtà quotidiana, sia dal punto di vista sociale che della psiche umana stimolando in noi riflessioni e introspezioni. Parliamo di violenze di genere, del tema delle discriminazioni omofobiche, di possessività e rapporti di coppia perversi, femminicidio, per passare a problematiche adolescenziali, il bullismo e gli amori morbosi.

Ogni capitolo ci rimanda flash e frammenti del quotidiano, un quotidiano permeato sempre più di crimini, criminalità e disagi sociali e psichici di cui siamo testimoni diretti o spettatori, attraverso i tantissimi media canali di comunicazione che ci lasciano difficile scampo.La giovane esordiente autrice però non chiude le porte alla speranza, anzi come un fiume sotterraneo per tutta la storia si percepisce un fondo di amore e desiderio di convivenza pacifica, solidarietà e sensibilità verso i più deboli e i cosiddetti “diversi”. Si fa notare subito infatti il titolo del primo capitolo “Romeo e Giulietta”.

Per noi lettori che siamo stati rapiti e incollati al microscopio di Gabriella Donnini c’è la speranza, oserei dire la certezza che il microscopio continuerà in un prossimo romanzo ad indagare e fare luce su altri crimini e altri amori più o meno celati.

 

 

Angelo Colangeli

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