OGGI 5 GIUGNO RICORRE LA FESTIVITA’ DELL’ARMA DEI CARABINIERI

L’Arma dei Carabinieri (dapprima Corpo dei Carabinieri Reali e poi Arma dei Carabinieri Reali)  è una delle forze di polizia italiane, con competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza. Allo stesso tempo è parte delle forze armate italiane (dal 2000 con il rango di forza armata), alle dipendenze del ministero della difesa, con dipendenza funzionale dal ministero dell’interno. Ha compiti di polizia militare sulle altre tre forze armate, in Patria e all’estero, ed è parte della Forza di gendarmeria europea.

Al vertice vi è un comandante generale con il grado di generale di corpo d’armata

Durante la RestaurazioneVittorio Emanuele I di Savoia, al rientro a Torino, dopo un periodo passato in sostanziale esilio a Cagliari poiché il territorio continentale del Regno di Sardegna era stato occupato dalle truppe di Napoleone Bonaparte, all’inizio del XIX secolo emanò la legge reale “Regie Patenti” del 13 luglio 1814  con la quale fu istituito il Corpo dei Carabinieri Reali, unità militare con compiti di polizia.

Da un punto di vista militare, si trattava di un corpo di fanteria leggera (con una componente di cavalleria), e dunque più elitario rispetto ad un corpo di fanteria di linea; il primo personale arruolato fu, infatti, selezionato nell’eccellenza dei reparti piemontesi, perciò venne considerato un corpo d’élite. Il loro primo generale fu Giuseppe Thaon di Revel, chiamato a ricoprire la più alta carica del corpo il 13 agosto 1814. Il 25 giugno 1833, con decreto del re Carlo Alberto di Savoia, vennero adottati i colori del pennacchio (lo scarlatto e il turchino).

Durante il Risorgimento furono impegnati su diversi fronti  e dopo il compimento dell’unità d’Italia i Carabinieri Reali diventarono “Arma” del Regio Esercito con regio decreto 24 gennaio 1861,  al pari delle altre armi come fanteriaartiglieriacavalleria, continuando a essere riconosciuti come primi (com’era nell’Armata Sarda) anche nel Regio Esercito dell’Italia unita.

Le principali battaglie cui prese parte il corpo prima delle guerre mondiali, sono:

Nella prima guerra mondiale si distinsero nella battaglia del Podgora, 19 luglio 1915, e per il contributo nel primo conflitto mondiale la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima medaglia d’oro al valor militare. Furono impegnati nelle varie fasi del colonialismo italiano e, nella guerra d’Etiopia, parteciparono alla seconda battaglia dell’Ogaden gli zaptié (àscari carabinieri), a partire dalla primavera del 1936.

Nella seconda guerra mondiale i Carabinieri si distinsero nelle seguenti battaglie:

Dopo l’armistizio di Cassibile, diversi reparti si unirono alla resistenza italiana e presero parte alla guerra di liberazione; particolarmente nota è la figura del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto, che morì a Torre di Palidoro, vicino a Roma, durante la seconda guerra mondiale, precisamente il 23 settembre del 1943, ucciso dai tedeschi per rappresaglia dopo essersi autoaccusato per salvare 22 condannati a morte, benché innocente, per un presunto attentato avvenuto in quella località nel quale erano morti due militari germanici. Sono da ricordare anche i Martiri di Fiesole, ovvero i tre militari dell’Arma Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, i quali si consegnarono ai tedeschi per evitare l’esecuzione di dieci civili, che per rappresaglia contro l’appoggio dato da personale dell’Arma alla Resistenza fiorentina erano stati destinati dai tedeschi alla fucilazione. Circa 2 700 carabinieri subirono la deportazione a vario titolo per essersi rifiutati di soggiacere alle disposizioni delle forze militari nazifasciste, soprattutto dopo l’8 settembre 1943. Dodici carabinieri figurano, inoltre, tra le vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Nel 1962 il generale Giovanni De Lorenzo fu investito della carica di comandante generale dell’Arma, succedendo al generale Renato De Francesco; il nuovo comandante sarebbe stato, nel bene o nel male, uno dei più conosciuti fra tutti i responsabili di questa istituzione ed avrebbe contrassegnato con la sua impronta un periodo della storia dell’Arma e di quella italiana per il supposto tentativo di golpe denominato Piano Solo, con cui – nelle presunte intenzioni dei golpisti – l’Arma dei Carabinieri avrebbe dovuto instaurare un regime militare in Italia nel 1964 (con l’arresto e la deportazione nel poligono militare di Capo Marrargiu, in Sardegna, di 731 persone ritenute «pericolose per l’ordine pubblico»).  Sono anche anni nei quali, in linea con altri settori dello stato, si opera un rinnovamento tecnologico. Ad esempio, si ha la nascita della moderna centrale operativa, che riceve le chiamate telefoniche dalla cittadinanza e le smista alle pattuglie sul territorio. Grazie a più moderni apparati radio, sviluppati da aziende italiane quali Prod-El, Ducati, Ote, e altre, è infatti possibile contattare le pattuglie disposte sul territorio.

Per la repressione del terrorismo politico, il corpo rinnovò la propria struttura organizzativa: nel 1974 nacque il nucleo speciale antiterrorismo, e nel 1978 il Gruppo di intervento speciale (GIS), primo reparto di forze speciali italiane. Nel 1990, per un più adeguato contrasto alla criminalità organizzata, fu creato il Raggruppamento operativo speciale (ROS), che contribuì alla cattura di diversi boss mafiosi.

Fino all’anno 2000 l’Arma dei Carabinieri era parte integrante dell’Esercito Italiano con il rango di Arma (definita «prima Arma dell’Esercito»); attraverso l’art. 1 della legge delega 31 marzo 2000, n. 78  i carabinieri vennero elevati a una “collocazione autonoma nell’ambito del Ministero della difesa, con il rango di forza armata, e forza militare di polizia a competenza generale”, con l’emanazione del D. Lgs. 5 ottobre 2000, n. 297. Questo ne ha consentito la partecipazione alle missioni militari italiane all’estero, non più esclusivamente con funzioni di polizia militare (art.5).

Così nel 2001 è stata costituita la 2ª Brigata mobile carabinieri, unità militare dell’Arma con “propensione all’impiego estero” e nel 2004 il reparto d’élite Gruppo di intervento speciale entra a far parte delle forze speciali italiane.

Ciò ebbe come conseguenza per il Corpo di avere come comandante generale un ufficiale generale proveniente dai propri ranghi. Il primo comandante generale, proveniente dalle sue stesse file, è stato nel 2004 il generale di corpo d’armata Luciano Gottardo. In precedenza il comandante generale dell’Arma era scelto da ufficiali generali in possesso di particolari caratteristiche provenienti dall’Esercito.

Nonostante il nuovo rango, secondo i principi stabiliti dalla legge 18 febbraio 1997, n. 25 sui vertici militari, ancora in vigore, non è concesso ad un ufficiale generale dei Carabinieri di ricoprire la carica di capo di stato maggiore della difesa che può essere assunta solo da un ufficiale generale dell’Esercito, della Marina Militare o dell’Aeronautica Militare.

Nell’ottobre 2016, con l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato, avvenuto ufficialmente il 1º gennaio 2017 (sono stati esclusi i Corpi Forestali Regionali delle 5 Regioni a statuto speciale) nasce il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare alle dipendenze del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

L’Arma è articolata in organizzazione centrale, addestrativa, territorialemobile, speciale e foresto-ambientale, reparti per esigenze specifiche.

Ai sensi del D. Lgs. 5 ottobre 2000, n. 297,[21] l’Arma ha una duplice natura: di forza armata[22] e di forza di polizia. Per le due funzioni dipende, rispettivamente, dal capo di stato maggiore della difesa[23] e dal Ministero dell’interno.[24] È quindi un Corpo militare di polizia (gendarmeria) a competenza generale ed in servizio permanente di pubblica sicurezza, dipendente dal comandante generale e dal capo di stato maggiore della difesa. In ragione della sua peculiare connotazione di forza di polizia ad ordinamento militare e competenza generale, le sono affidati numerosi compiti.  I compiti e le competenze, oltre che dal D.Lgs di riordino, sono affermati dal codice dell’ordinamento militare:

  • compiti militari: concorre alla difesa integrata del territorio nazionale. Il concorso è definito, in accordo con il comandante generale dell’Arma, dai capi di stato maggiore di forza armata, responsabili dell’approntamento e dell’impiego dei rispettivi dispositivi di difesa;  partecipa alle operazioni militari in Italia e all’estero sulla base della pianificazione d’impiego delle forze armate stabilita dal capo di stato maggiore della difesa;
    • polizia giudiziaria militare: sicurezza delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero, ivi compresa quella degli uffici degli addetti militari; assistenza ai comandi e alle unità militari impegnati in attività istituzionali nel territorio nazionale, concorso al servizio di mobilitazione; abilitazioni di sicurezza: “L’Arma dei Carabinieri fornisce all’autorità individuata dal Presidente del Consiglio dei ministri nell’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 1 della legge 24 ottobre 1977, n. 801, elementi informativi necessari per il rilascio delle abilitazioni di sicurezza agli appartenenti alle Forze armate, al personale civile dell’amministrazione della difesa, nonché alle persone fisiche e giuridiche per lo svolgimento di attività produttive attinenti alla sicurezza militare dello stato”
    • compiti di polizia militare: svolge in esclusiva per l’Esercito, la Marina Militare e l’Aeronautica Militare la funzione di polizia militare, compresa quella investigativa, sia in Italia che nelle missioni militari all’estero; esercizio esclusivo di polizia alle dipendenze degli organi della giustizia militare; operazioni di polizia militare all’estero, sulla base di accordi e mandati internazionali; concorso alla ricostituzione dei corpi di polizia locali nelle aree di presenza delle forze armate in missioni di supporto alla pace;
  • compiti di polizia (artt. 159 e 161 del D. Lgs. n. 66/2010): esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria e di sicurezza pubblica; mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza; quale struttura operativa nazionale di protezione civile, assicurazione della continuità del servizio di istituto nelle aree colpite dalle pubbliche calamità, concorrendo a prestare soccorso alle popolazioni interessate agli eventi calamitosi.
  • compiti speciali: servizi presso gli uffici giudiziari; servizi presso la Presidenza della Repubblica; assolvimento delle scorte d’onore.
  • compiti internazionali: peacekeeping: l’Arma è la forza di polizia italiana per la Forza di gendarmeria europea, partecipa alle missioni internazionali con la Multinational Specialized Unit, con reparti o singoli militari inquadrati all’interno di organismi internazionali NATO/ONU.

Contribuisce inoltre ai servizi di polizia stradale sulla viabilità ordinaria oltre che nel servizio di frontiera lungo i confini terrestri.

Prima del 2005 il reclutamento del personale per il ruolo di base (appuntati e carabinieri) avveniva tramite concorso pubblico aperto sia al personale civile sia ai militari del Corpo. Era anche possibile l’arruolamento previo superamento di concorso per allievo carabiniere ausiliario, quest’ultimo riservato ai cittadini di sesso maschile chiamati al servizio militare di leva in Italia  Dopo l’emanazione della legge 23 agosto 2004, n. 226, che ha sospeso l’operatività del servizio militare di leva in Italia a partire dal 2005 il reclutamento avviene con concorso pubblico riservato ai soggetti già appartenenti ai ranghi delle forze armate italiane, o che abbiano comunque prestato un periodo di ferma presso le forze armate italiane, anche se in alcuni casi è previsto l’arruolamento diretto di civili. Per i nati entro il 1985 (incluso), è inoltre necessario essere in regola con gli obblighi di leva (il che presuppone aver svolto il servizio militare obbligatorio). Il Decreto del Ministero della difesa 22 aprile 1999 n. 188  prevede dei limiti di età particolari per l’arruolamento nell’Arma dei Carabinieri.  In applicazione della legge 20 ottobre 1999 n. 380, dall’anno 2000 possono esser arruolate anche le donne, senza alcuna distinzione per gradi e ruoli. L’unica distinzione che viene fatta è nella valutazione delle prove di efficienza fisica, con tabelle meno rigide e punteggi meno esigenti rispetto a quelli maschili.  La disciplina è oggi contenuta nel d.lgs. 15 marzo 2010, n. 66 che prevede anche delle riserve di posti nei casi tassativamente indicati dalla legge.  Dal 1 gennaio 2016, i concorsi per le forze dell’ordine, tra cui l’Arma dei Carabinieri sono stati aperti ai civili, purché siano in possesso dei requisiti richiesti e di condotta incensurabile e rispettino i limiti di età, rimane comunque una riserva di posti per i VFP1 e VFP4.

Le prove concorsuali oggi sono tenute nel Centro nazionale di selezione e reclutamento sito nella caserma “Salvo D’Acquisto”, a Roma. A seconda del ruolo, i vincitori vengono inviati nelle varie strutture dedicate all’addestramento; per quanto riguarda gli ispettori e gli ufficiali il reclutamento avviene attraverso concorsi pubblici aperti sia ai civili sia ai militari, oppure attraverso concorsi interni aperti esclusivamente ai militari in possesso di determinati requisiti.

 Fin dalla sua fondazione ai sottufficiali e carabinieri erano imposte delle limitazioni relative alla possibilità di contrarre matrimonio; ad esempio, nell’immediato secondo dopoguerra, il decreto legislativo luogotenenziale 29 marzo 1946, n. 155 limitava i sottufficiali a contrarre matrimonio solo dopo aver ultimato 9 anni di servizio ed aver compiuto il ventottesimo anno di età. Per appuntati e carabinieri vi erano limitazioni più strette e la condizione comune era quella di aver ultimato la terza rafferma triennale. La legge 6 aprile 1956, n. 185 prevedeva per i marescialli la possibilità di contrarre matrimonio senza limite di età; per brigadieri, vice brigadieri, appuntati e carabinieri, al compimento dei trent’anni di età. La legge 1º febbraio 1989, n. 53 disponeva che i carabinieri ed i brigadieri potessero contrarre matrimonio dopo aver compiuto quattro anni di servizio, avendo compiuto il venticinquesimo anno di età  Le citate disposizioni sono state poi abolite nel marzo 2010 con l’emanazione del codice dell’ordinamento militare.

Araldica

Quella attualmente in uso venne concessa, e in parte modificata, il 21 maggio 2002 con l’elevazione dei carabinieri a rango di forza armata.

È uno scudo italiano di forma mistilinea rosso inquartato da una croce diminuita d’argento con al capo sfondo azzurro. Il rosso a significare l’ardire e il coraggio e il sacrificio; l’azzurro simboleggia il valore, la fedeltà e la patria, nonché il colore simbolo di Casa Savoia. Nel I e IV quadrante inquartato una mano destra recisa d’argento, impugnante un serpente verde, con la testa e la coda rivolta alla destra dello scudo, allumato e linguato di nero. Il serpente simboleggia la cautela e il buon governo. Nel II e III quadrante inquartato invece una granata d’oro infiammata. La granata è anche l’unico simbolo presente sulle divise (sul cappello e sul braccio) ed è da sempre simbolo di ordini militari moderni; infatti, venne applicata per la prima volta come simbolo dai nobili Brugioni che avevano, ottenendo per questo il titolo, comandato l’artiglieria nella vittoria di Alfonso I d’Este contro le truppe papali. Al capo è presente un leone passante, e quindi illeopardito, d’oro, lampassato di rosso, allumato e armato d’argento e sostenuto dalla linea di partizione. Il leone indica la determinazione del buon governo. Sullo sfondo del leone il tronco di rovere d’argento con i rami doppiamente decussati con otto ghiande color oro. Il rovere significa glorie militari, decorazioni conseguite, antichità, costante rinverdimento, merito riconosciuto e animo forte e spirito guerriero. Sotto lo scudo su lista svolazzante color azzurro scuro il motto, creato dal capitano Cenisio Fusi, a caratteri maiuscolo in lettere lapidarie romane colore oro spento: “nei secoli fedele”. L’intero scudo è timbrato da una corona color oro. La corona è turrita merlata alla guelfa, murata di nero, formata da cerchio rosso interno, con due cordoni di muro sostenenti otto torri di cui cinque visibile.

Nell’ufficio del generale comandante della “legione allievi carabinieri” è custodita la Bandiera di guerra dell’Arma, e sono esposti tutti i brevetti delle onorificenze e decorazioni concesse al suo più importante vessillo.

La Bandiera di guerra dell’Arma dei Carabinieri fu consegnata, nel corso di una storica cerimonia alla presenza delle più alte cariche dello Stato, il 14 marzo del 1894, dal Re Umberto I all’allora comandante della legione, colonnello Eugenio Romando Scotti. E da allora il vessillo continua a essere custodito nell’ufficio del comandante della legione.

La marcia di ordinanza dell’Arma dei Carabinieri è intitolata La Fedelissima e fu composta nel 1929 dal direttore della Banda dell’Arma, il maestro Luigi Cirenei.  L’esecuzione avviene generalmente in occasione della Festa dell’Arma dei Carabinieri, del concerto in onore del santo patrono (la Virgo Fidelis, il 21 novembre), della parata militare del 2 giugno (Festa della Repubblica), e dei giuramenti. L’esecuzione avviene anche quando ufficiali generali dell’Arma passano in rassegna reparti schierati. Così come tutte le marce d’ordinanza (e l’inno nazionale) anche La Fedelissima è spesso il brano conclusivo dei concerti della Banda musicale del Corpo. Prima della sua adozione il Corpo veniva rappresentato da un’altra marcia d’ordinanza scritta dal maestro Luigi Cajoli che fu il direttore della disciolta Banda della Legione allievi carabinieri.

Il motto dell’Arma dei Carabinieri è Nei secoli fedele.  Venne creato nel 1914, per il primo centenario dell’Arma, e concesso come motto araldico ai carabinieri da Vittorio Emanuele III il 10 novembre 1933, in applicazione della legge 24 marzo 1932, n. 293, che riguarda i motti araldici per l’Esercito Italiano. Contrariamente a quanto si crede, non fu Gabriele d’Annunzio a coniarlo, ma il capitano Cenisio Fusi . Il motto sostituì il precedente, Usi obbedir tacendo e tacendo morir (versi tratti dal poema La Rassegna di Novara di Costantino Nigra), sebbene si sia dovuto attendere molto tempo dopo la fine della seconda guerra mondiale perché il nuovo motto riscuotesse sufficiente diffusione.

 La data del 5 giugno è stata assunta come festa dell’Arma dei Carabinieri, in celebrazione del 5 giugno 1920, data in cui la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’oro al Valor Militare per la partecipazione dei Carabinieri alla prima guerra mondiale. La motivazione che ha accompagnato la medaglia è la seguente: “Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia”. La festa viene celebrata a Roma con il carosello storico, rievocazione delle battaglie più importanti a cui l’Arma ha partecipato.

Virgo Fidelis Patrona

La patrona dell’Arma dei Carabinieri è la Virgo Fidelis, appellativo cattolico di Maria, madre di Gesù, scelta come patrona dell’Arma dei Carabinieri l’11 novembre 1949, data della promulgazione di un apposito Breve apostolico da parte di papa Pio XII.  La ricorrenza della Patrona è stata fissata dallo stesso Papa Pio XII per il 21 novembre, giorno in cui cade la Presentazione della Beata Vergine Maria e la ricorrenza della battaglia di Culqualber. Dall’ottobre del 2015 vi è dedicato un Santuario diocesano nella Chiesa di San Giovanni Battista a Incisa Scapaccino (Asti), nella frazione storica di Borgo Villa, il primo in Italia dedicato alla patrona dei carabinieri, destinato a diventare meta di pellegrinaggio per tutti i devoti e i militari della penisola.

Preghiera alla Virgo Fidelis, o “preghiera del carabiniere”, viene recitata nelle cerimonie militari solenni che riguardano l’Arma o i suoi appartenenti. Fu scritta dallo stesso arcivescovo, Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, che nel 1949, come ordinario militare, sollecitò la scelta della Virgo Fidelis come patrona.

Testo: “Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra, noi Carabinieri d’Italia, a Te eleviamo reverente il pensiero, fiduciosa la preghiera e fervido il cuore! Tu che le nostre Legioni invocano confortatrice e protettrice con il titolo di “Virgo Fidelis”. Tu accogli ogni nostro proposito di bene e fanne vigore e luce per la Patria nostra. Tu accompagna la nostra vigilanza, Tu consiglia il nostro dire, Tu anima la nostra azione, Tu sostenta il nostro sacrificio, Tu infiamma la devozione nostra! E da un capo all’altro d’Italia suscita in ognuno di noi l’entusiasmo di testimoniare, con la fedeltà fino alla morte l’amore a Dio e ai fratelli italiani. E così sia!

Inno alla Virgo Fidelis, fu composto dal professor Mario Scotti per quanto attiene al testo mentre la musica e lo spartito sono del maestro Domenico Fantini.

Testo: “In una luce fulgida di fiamma, com’ali bianche nell’azzurro ciel, al tuo trono corrusco, o dolce Mamma, sale il palpito del figlio tuo fedel, che in silenzio preparò il suo cuore ed in silenzio veglia l’avvenir su lui rivolgi gli occhi tuoi d’amore rendi nobile e lieve il suo soffrir. (ritornello): Tu sei Regina dell’eterna corte perché salisti il monte del dolor: il cuore mio non fermerà la morte perché ha giurato fede al tricolor. (2ª strofa): Se di baleni il simbolo d’argento sulla mia fronte ai raggi guizzerà, e la Bandiera a raffiche di vento nel tripudio di luci ondeggerà, allor più ardente delle tue legioni un grido solo a Te si leverà, o nostra stella, che nel ciel risuoni giuramento d’amore e fedeltà.

(Notizie da Wikipedia)

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