Don Bosco ‘illustrato’ da Don Franco Galeone, salesiano, nel giorno della festa

Nella ricorrenza della festa (31 gennaio) di don Bosco, un santo simpatico a tutti, un santo al quale tutti devono qualcosa, un santo con il quale tutti vanno d’accordo, riportiamo – per capire qualcosa in più di questo santo – l’intervista a don Franco Galeone, da oltre 50 anni nella scuola con i giovani.
Don Bosco: un santo originale. In che senso? Dove sta la sua originalità?
Nel suo manualetto Il sistema preventivo, Don Bosco dice che la ragione, l’amorevolezza, la religione sono le colonne di ogni sistema educativo. In questo senso don Bosco è anche il teorico dell’educazione, che si attiene ad alcuni principi, ad alcune costanti, che rimangono invariati in tutta la sua vita. Ma don Bosco è principalmente un educatore, e in questo senso egli realizza un animus suo proprio, uno stile personale, per cui egli attua soluzioni sempre nuove e diverse, secondo le persone e le circostanze. Don Bosco comprende bene che le reazioni vitali non sono riducibili a quelle chimiche. In questa sintesi di costanti e di varianti sta l’originalità di don Bosco. Le sue 2500 parole che formano Il sistema preventivo possono anche risalire ad altre fonti, ma egli rimane ugualmente originale, come è originale il pittore che rivela il suo genio non nell’inventare i colori ma nel disporli in un determinato modo. A questo accennava il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Artime, quando diceva: Se volete imparare la teoria della mia educazione, venite alla mia scuola; se volete vederla messa mirabilmente in pratica, andate all’oratorio di don Bosco.
Si può parlare di originalità di don Bosco anche sotto l’aspetto teorico della sua pedagogia?
Certamente. Accenno solo ad un aspetto. Il francese Doupanloup nel suo Trattato sulla educazione aveva parlato di tre sistemi: repressivo, preventivo, direttivo. Don Bosco esclude il primo perché lo ritiene adatto solo agli adulti, ed unisce insieme il preventivo e il direttivo. Da questa fusione deriva per necessità un altro elemento originale del suo Sistema preventivo: la necessità di una continua presenza attiva tra i giovani, intesa come aiuto costante alla fragilità del giovane. E’ l’assistenza salesiana. La continua presenza tra i giovani non è uno dei tanti mezzi tecnici, ma va al cuore stesso dell’educazione perché è presenza educativa, nel senso che permette di unire il momento preventivo e quello direttivo.
Modernità di don Bosco. In che senso?
La modernità di don Bosco, a mio parere, è data dal suo spirito, dal suo stile di vita che lo metteva totalmente e lealmente dalla parte del giovane, e gli faceva accettare tutto il ragazzo in quello che è e in quello che deve essere. Tutto questo oggi fa parte del pensiero pedagogico comune, ma ai tempi di don Bosco non era così. L’educazione di allora non partiva dal ragazzo verso una sua graduale maturazione, ma andava dai programmi al ragazzo. Don Bosco è stato un precursore del puerocentrismo. Quello che egli ha affermato fa parte ormai di una conquista definitiva del pensiero umano e perciò possiamo dire che egli rimane sempre attuale. E non è solo attuale nella linea del pensiero, ma lo è soprattutto perché quanto ha detto lo ha realizzato con la sua vita, una vita tutta a servizio dei giovani. E in questo senso può sempre esser imitato e rivivere in tutti i tempi.

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