FilmaP sbarca al Trieste Film Festival 2017

Cinque corti documentari, nati nell’Atelier di cinema del reale del centro FilmaP di Arci Movie, sostenuto da SIAE, Intesa San Paolo (fondo beneficenza), Fondazione con il Sud e SEDA Italy, evento speciale nella sezione Corso Salani

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I cinque cortometraggi 2016 degli allievi del Secondo Atelier di cinema del reale di Ponticelli, con la direzione pedagogica di Leonardo Di Costanzo e il coordinamento di Antonella Di Nocera saranno presenti al Trieste Film Festival (20-28 gennaio) il primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale, giunto quest’anno alla 28esima edizione, diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo. I corti documentari saranno proiettati il 23 gennaio, come evento speciale nella prestigiosa sezione “Corso Salani”.

Si tratta di lavori realizzati la scorsa estate durante la prima fase formativa dell’Atelier con la supervisione dei registi Alessandro Rossetto e Bruno Oliviero. L’attività si inserisce nell’ambito del progetto FilmaP – Centro per la formazione e produzione di cinema a Ponticelli un progetto di Arci Movie realizzato con il sostegno di SIAE, Intesa San Paolo (fondo beneficenza), Fondazione con il Sud e SEDA Italy.

I giovani partecipanti sono stati selezionati per seguire un corso intensivo di 12 settimane, al termine del percorso hanno realizzato in maniera indipendente i corti, scegliendo ognuno soggetti e protagonisti. Ciascun partecipante è stato autore di un corto e collaboratore come fonico o montatore sui film degli altri, restituendo così un carattere fortemente cooperativo del percorso di realizzazione.

Siamo particolarmente felici di questa partecipazione – dice Antonella Di Nocera ideatrice e coordinatrice di FilmaP- ad uno dei festival che continua ad essere da quasi trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti – se non addirittura sconosciuti – al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”. Dopo la partecipazione in concorso al Torino Film Festival di due dei lavori 2016, la scelta dei direttori dell’Alpe Adria di programmare un focus sui nostri corti nel contesto del premio Corso Salani è un bel riconoscimento per il lavoro svolto dal Centro FilmaP nel cinema del reale. Gli autori sono giovani filmmakers con esperienze diversificate e provenienti da diverse città italiane che hanno trovato a Ponticelli una vera e propria occasione formativa.

I film selezionati sono: “’A mazzamma” di Ennio Eduardo Donato, “Antonio degli scogli” di Alessandro Gattuso, “Cronopios” di Doriana Monaco, “La barca” di Luisa Izzo, “Un inferno” di Camilla Salvatore.

Il progetto FILMaP nasce nel 2014 dal sostegno Fondazione CON IL SUD, nell’ambito del bando “Progetti Speciali e Innovativi 2010” per costruire un centro di formazione e produzione cinematografica a Ponticelli ed ha raggiunto esiti significativi realizzando nel complesso 18 corti nelle scuole, 12 corti documentari dei giovani degli Atelier, mentre sono attualmente in produzione 4 film di lungometraggio del primo atelier e in scrittura 8 nuovi dossier di progetto.

Filmap di Arci Movie è il naturale epilogo di una storia quasi trentennale che mette al centro la cultura del cinema in ogni suo aspetto. Tra tutte le attività, i laboratori di cinema con i giovani hanno incontrato sempre una straordinaria partecipazione, confluendo nelle produzioni del cinema leggero con la cooperativa Parallelo 41 Produzioni. Un cinema fatto con costi bassissimi, tecnologie digitali, troupe ridotte, location di strada, attori e talenti provenienti dalla realtà per creare film scritti e diretti da ragazzi, coinvolti in prima persona in un ampio processo che, attraverso la dimensione del lavoro collettivo, tende a valorizzare le singole competenze. FilmaP nella periferia orientale di Napoli connette la sfera formativa e quella produttiva, creando occasioni di relazioni dirette con il mondo professionale.

 

I corti selezionati:

‘A MAZZAMMA di Ennio Eduardo Donato
Sinossi: Mazzamma è un termine napoletano che indica il pesce di piccole dimensioni o, con valore spregiativo, una gruppo di persone scarto della società, cose di nessun valore, i rifiuti. Pasquale é un parcheggiatore abusivo che sta scontando gli arresti domiciliari. Per due ore al giorno gli é consentito uscire di casa e lui usa questo tempo per tornare nella piazza dove lavorava e visitare il magazzino pieno di cianfrusaglie accumulate in una vita.

Note di regia: Quando conobbi Pasquale mi raccontò del suo modo di arrangiarsi, dei suoi piccoli reati e della repressione che subiva. Pensai che fosse condannato a infrangere qualche divieto per poter trovare il suo spazio come rompere qualche muro per poter accantonare le cose accumulate in una vita. Decisi di farne il vitale protagonista di un film divertente che mostri una condizione umana abusiva, illegittima ma (r)esistente.
 

ANTONIO DEGLI SCOGLI  di Alessandro Gattuso
Sinossi: Antonio Esposito è un uomo che vive sugli scogli di Mergellina dove ha costruito un baracca in cui dorme. Vive li da molti anni, fisicamente malandato, cerca di sopravvivere come può combattendo contro le condizioni avverse del tempo e del vivere quotidiano mantenendo una propria dignità di essere umano; isolato ed emarginato vive nella speranza di rivedere i propri figli.

Note di regia: Quando conobbi Antonio da subito pensai che fosse un personaggio interessante. Un uomo che ha deciso di vivere ai margini sociali ma che nonostante tutto mantiene la dignità di essere umano.  Un uomo in continua lotta con il suo passato, un’eremita che ha deciso di vivere su una scogliera difronte un molo di ricchi proprietari di yatch. Il film è un ritratto della quotidianità di Antonio, della sua capacità di arrangiarsi con poco e della sua forza d’animo che lo fa sopravvivere con dignità.

 

CRONOPIOS di Doriana Monaco
Sinossi: Miriadi di variabili umane s’intersecano nel giardino del Molosiglio. Microstorie di solitudini specchiate e disincanto ma anche vitalità che affiora e si accende come le luci del lunapark e pervade uno spazio aperto agli incontri fortuiti e al succedersi continuo di istanti intercettati dall’occhio della camera. Frammenti di vita sospesa.

 

Note di regia: Cronopios è un flusso di immagini che si susseguono nell’arco temporale di una giornata. Un affresco umano, che procede appunto con delle pennellate. Incontri pieni di solitudine o forte vitalità che convivono e si nutrono a vicenda in uno spazio senza confini visibili. Una riflessione sul gesto di filmare e su come il reale si manifesta davanti ai propri occhi che per qualche istante riescono a coincidere con il “cineocchio” della camera. Il titolo rievoca Storie di cronopios e di famas di Julio Cortàzar per quell’universo stralunato e privo di schemi che lo compone.

 

 

LA BARCA di Luisa Izzo
Sinossi: A Napoli, all’Arenile Sermoneta, affacciati sul Vesuvio, sopravvivono alcuni tra gli ultimi maestri d’ascia del Golfo. D’estate, nel caos del centro città, lavorano alle imbarcazioni in legno da varare per la stagione estiva. Umberto Ciuffetti lì è di casa: cliente assiduo, non manca giorno che non passi dal cantiere a controllare l’avanzamento dei lavori alla sua barca, ma nessuno sembra ascoltare le sue richieste e portare avanti i lavori. Le sue giornate trascorrono così, tra attesa e arrabbiature con il capo cantiere Pino, fino a che, ad un tratto, il motivo del suo attaccamento alla barca diventa chiaro.

Note di regia: Il fascino di un luogo che sopravvive al passaggio del tempo, dominato da regole antieconomiche in cui chiunque, me compresa, è libero di entrare e intrattenersi. Questo mi ha attratto nel mio incontro con cantiere e ho deciso di passarci del tempo e osservare quello che succedeva lì dentro.

Ho scoperto dinamiche di lavoro tutte particolari, ma quello che più mi ha colpito è stato Umberto che diversamente dagli altri clienti vedevo avere una cura particolarissima per la sua barca. Ho deciso così di raccontare la sua piccola storia.

 

 

UN INFERNO di Camilla Salvatore

Sinossi: In un piccolo studio di tatuaggi nella provincia di Napoli si possono incontrare molte persone differenti. All’apparenza sembrerebbe un luogo come un altro, eppure nel più inaspettato dei posti si nasconde un microcosmo vivo. La pratica del tatuaggio diventa il mezzo per raccontare un aspetto di quella società: le chiacchiere e le confessioni fra il tatuatore e il suo cliente delineano il carattere di ciascuno dei personaggi e aiutano a raccontarne l’atmosfera. Affresco di un luogo autentico, con i suoi miti e le sue regole, e di un mestiere che tanto si presta a creare intimità e a sporcarsi col dolore, il sangue e le storie della gente.

Note di regia: Il tatuatore ci conduce alla scoperta di un mondo vivo e caotico: “un inferno”, perché popolato da personaggi pieni di contraddizioni, segnato da storie che celano dietro un aspetto talvolta grottesco, il dramma di esistenze al limite. Non si tratta di un giudizio di valore; infernale è la condizione che abbraccia con forza e attaccamento alla vita anche gli aspetti più crudi dell’esistenza. Ciascuno è già stato giudicato e talvolta anche condannato, ma è in questo contesto che si può osservare la tenacia e l’entusiasmo di chi combatte nonostante ciò che la vita può avere in serbo.

 

 

 

 

 

Ufficio stampa Arci movie

Dott.ssa Roberta D’agostino -3384546447 – dagostino.roberta@gmail.com

 

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