FRANCO PASTORE ‘O GUÀPPO È SÈMPE GUÀPPO LA VENDETTA DI MICHELE A.I.T.W. EDIZIONI


E’ l’ultimo lavoro di Franco Pastore ‘O GUÀPPO È SÈMPE GUÀPPO
LA VENDETTA DI MICHELE.
Si tratta di un Romanzo breve – Copertina e disegni di Paolo Liguori
Postfazione Alberto Mirabella – A.I.T.W. EDIZIONI – Salerno – novembre 2020

Uommene guappe ‘e stu quartiere mio,
ve voglio tuttuquante contr’a me;
‘o guappo, ‘mmiez’ê guappe, só’ sul’io,
só’ carne ‘e guaje:
‘mmiez’ê malevivente songo ‘o rre.
Vuje ca facite ll’opere ‘e triato,
quanno ‘e screvite ‘e dramme ‘ncuollo a me?
Mettítece nu guappo sfurtunato,
miezo ‘mpazzuto…
ca chiagne zitto e nun se fa vedé!…
Bovio – Albano


Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, la Si-cilia occidentale viene interessata da una serie di scosse ed anche se non si registrano crolli, ma gran parte della popolazione, allarmata, decide di tra-scorrere la notte nella piazza del proprio paese o in aperta campagna.
È proprio nel cuore della notte, che una scossa violentissima colpisce la Valle del Belice, con danni gravissimi a Gibellina, Salaparuta, S. Ninfa, Monte-vago, Partanna, Poggioreale ed a Santa Margherita Belice, nonché nei territori delle province di Trapani ed Agrigento che, a quel tempo, non erano classifi-cati sismici.
Duecentotrenta persone perdono la vita e oltre seicento restano ferite. Il 90% del patrimonio edili-zio rurale subisce danni irreparabili, con gravissime ripercussioni sulla economia agricola di quel vasto
territorio. In quel tragico momento, la Caio Duilio(1) era ancorata al porto di Augusta.

Ha inizio così un lungo periodo sismico che, fino al febbraio del 1969, interessa la Sicilia Occidentale, dove le scosse più forti si registrano tra il 14 e il 25 gennaio del 1968.
La Sera del 20 gennaio, infatti, i medici impe-gnati nel soccorso ed i chirurghi di tutti gli ospedali in cui erano stati smistati i feriti, si trovarono ad o-perare in pieno terremoto. Il pavimento ballava sot-to i piedi e le suore assistenti porgevano i ferri e re-citavano preghiere. In sala chirurgica, dalle 8 del mattino, non c’era stato un momento di sosta fra un intervento e l’altro: chi senza una gamba e chi senza

un braccio. L’intervento più difficile fu una trapa-nazione del cranio, ad una bambina di quattro anni, che i vigili avevano trovato a Gibellina, stretta al pet-to della madre morta.
La sequenza sismica iniziò nel pomeriggio del 14 gennaio 1968, con una prima forte scossa alle ore 13:28 locali, che causò danni notevoli a Montevago, Gibellina, Salaparuta e Poggioreale, nonché lesioni in alcuni edifici a Santa Margherita di Belice, Menfi, Roccamena ed a Camporeale. Meno di un’ora dopo, alle 14:15, nelle stesse località ci fu un’altra scossa molto forte, sentita anche a Palermo, a Trapani ed a Sciacca. Due ore e mezza più tardi, alle 16:48, ci fu una terza scossa, che causò danni gravi a Gibellina, Menfi, Montevago, Partanna, Poggioreale, Salapa-ruta, Salemi, S. Margherita di Belice ed a Santa Nin-fa. Lesioni di varia entità si aprirono in molti edifici di Alcamo, Calatafimi, Camporeale, Corleone e di Roccamena. A Palermo, ci furono danni in edifici di vecchia costruzione. A Gibellina e Salaparuta, in particolare, tutte le scosse causarono serie lesioni e compromisero la stabilità degli edifici.
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, all’epoca comandante dei Carabinieri di Palermo, visitando nel pomeriggio del 14 gennaio i centri più colpiti, raccomandò alla popolazione di pernottare all’aper-to.(2)
Il 25 gennaio, la situazione diventa paradossa-le: un sisma dell’ottavo grado della scala Mercalli………..

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