Giovedì 10 marzo: prenderà il via la rassegna “Quelli che la Danza 2016”

Spazi del Teatro Nuovo e Sala Assoli, a Napoli, del Centro Sociale di Salerno, del Teatro Comunale di Mercato San Severino

Giovedì 10 marzo 2016, Napoli e Salerno
Quelli che la Danza 2016
Al via la quarta edizione della rassegna, che invaderà i quattro palcoscenici
campani con le nuove e ricercate espressioni della danza contemporanea

Saranno le performance di Movimento Danza e della Compagnia Enzo Cosimi a dare il via alla rassegna Quelli che la Danza 2016 – Linguaggi della danza contemporanea, programmata da giovedì 10 marzo a giovedì 7 maggio 2016, nelle storiche sale partenopee, Teatro Nuovo e Sala Assoli, e in quelle salernitane del Centro Sociale di Salerno e il Teatro Comunale di Mercato San Severino.
La rassegna, giunta alla sua IV edizione, conferma la propria vocazione di rilevante vetrina della danza contemporanea italiana. Ospiterà, infatti, quindici compagnie in tre comuni della Campania (Napoli, Salerno e Mercato San Severino), con venti rappresentazioni sceniche, che identificano, nel linguaggio coreografico, il fluido che attraversa, in modo quasi invisibile, i canoni espressivi della società contemporanea.
La sensibilità sempre più multidisciplinare, l’internazionalità delle esperienze culturali, dalla ricerca artistica alla comunicazione, trovano corpo e vita nella danza, e la rassegna Quelli che la Danza assimila le attività di danza promosse e distribuite nella Regione Campania.
Un successo che si conferma anno dopo anno, e che accende i riflettori sulla danza contemporanea in una sorta di maratona, concentrando, in un’unica rassegna, importanti esponenti della scena coreutica.
Il Teatro Pubblico Campano, diretto da Alfredo Balsamo, mira a incrementare, attraverso la rete territoriale dei Comuni Associati, la programmazione di spettacoli coreutici, recuperando quelle attività meritorie oggetto del lavoro del CDTM, che conserva il ruolo di consulenza.
L’inaugurazione della rassegna, programmata per giovedì 10 marzo, è affidata alla storica compagnia di Gabriella Stazio, Movimento Danza, che presenterà il giovane coreografo Alessandro Schiattarella nella performance Altrove, e al Teatro Nuovo il pluripremiato spettacolo Sopra di me il diluvio della Compagnia Enzo Cosimi. Le performance saranno in scena, rispettivamente, negli spazi della Sala Assoli e del Teatro Nuovo.
La rassegna proseguirà, al Teatro Nuovo fino al 13 marzo, con gli spettacoli proposti dalle compagnie Boredrline di Claudio Malangone, Zerogrammi e l’apprezzatissima Compagnia Atacama di Adriana Borriello, artista nota per la sua visione antropologica del movimento.
Negli stessi giorni, dall’11 al 13 marzo, la Sala Assoli ospiterà le serate EXPLO della Rete Anticorpi, rete nazionale che promuove le giovani compagnie italiane, con le performance dei giovani coreografi Carlo Massari, Chiara Taviani e Stellario di Blasi, e la compagnia ARB Dance Company che proporrà Le città Invisibili da Italo Calvino.
Il programma della rassegna a Salerno prenderà il via venerdì 11 marzo, al Centro Sociale e al Teatro Comunale di Mercato San Severino, dove andranno in scena, fra gli altri, gli spettacoli dei coreografi campani Francesco Colaleo della Compagnia MF, Re Garde, e Gennaro Cimmino della Compagnia Korper, Aesthetica – esercizio n°1.
Il segmento salernitano, fino al 7 maggio, proporrà, inoltre, le performance di Asmed/Balletto di Sardegna, Dream Boat, Compagnia MUXARTE/FC@PIN.D’OC, Io sono mia madre, Versilia Danza, Mit Affekt, Palermo in Danza, Ananke,
Excursus Danza, Pulsazioni,
Quelli che la Danza conferma, altresì, la formula della piattaforma incontro/confronto, occasione unica per giovani coreografi e giovani compagnie, e propone un costo contenuto per biglietti e abbonamenti, favorendo la più ampia partecipazione di pubblico, specialmente giovane.
La rassegna si inserisce in una più ampia programmazione del Teatro Pubblico Campano, dedicata alla danza nel periodo trienniale 2015/2017.
Ulteriori informazioni e programmi della manifestazione consultare il sito del Teatro Pubblico Campano, www.teatropubblicocampano.com, e del Circuito Campano della Danza, www.danzateatro.net.

Quelli che la danza 2016
Napoli e Salerno – 10 marzo˃7 maggio 2016
Inizio spettacoli Sala Assoli ore 20.15 (feriali) e ore 19.00 (domenica)
Teatro Nuovo ore 21.45 (feriali) e ore 20.30 (domenica)
Info e prenotazioni al numero 0814976267 email botteghino@teatronuovonapoli.it
Centro Sociale Salerno e Teatro Comunale di Mercato San Severino ore 21.00
Info 3314790227, 0815787949
Programma Napoli
Teatro Nuovo/Sala Assoli
10˃13 marzo 2016
SALA ASSOLI

10/3/16
Movimento Danza
ALTROVE
coreografia e danza Alessandro Schiattarella
musica Godspeed you! Black Emperor

Questo assolo si basa su una storia personale; essere un danzatore professionista in grandi compagnie di fama internazionale, ed essere affetto da una rara malattia neuromuscolare, che lentamente ha cambiato il mio corpo e messo a dura prova la mia identità. Questa realtà mi ha portato a esplorare le differenze „visibili ed invisibilli“, non percepite come limiti, ma come una nuova possibilitá espressiva per la danza e la societá.

11/3/16
ARB Dance Company
LE CITTA’ INVISIBILI
coreografie e riprese video Roberta De Rosa
danzatore Luigi D’Aiello
voce Michele Casella

“ – D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
– O la domanda che ti pone obbligandoti a rispondere.” (Italo Calvino)
Un cortometraggio che attraversa luoghi ricchi d’arte, cultura e ingegno, spesso dimenticati. Un viaggio che ri-percorre le città invisibili della nostra vita attraverso quei temi che riguardano ognuno: la memoria, il ricordo, il tempo, il desiderio, la morte.
Un invito a ri-trovarsi, a “…cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.”
12/3/16
in collaborazione con EXPLO/Rete Anticorpi
TRISTISSIMO
regia/coreografia Carlo Massari e Chiara Taviani
con Carlo Massari e Chiara Taviani
musica Wagner (Tristan und Isolde Prelude), Rameau (Tristes apprêtes pâles
flambeaux), Rick James (SuperFreak)

“Un giorno perfetto, un mondo perfetto, poi d’improvviso tutto si storce.
Sembra una tragedia, lo spunto per un prologo, un fatto di cronaca, la fine di un mondo, del mondo. Tutto per mano dell’uomo…per proclamazione di libertà, di conquista, interesse, bellezza.
Ci siamo chiesti cosa rende tristi, cosa ci ammazza.
Che forma ha questa tristezza, cosa fa ai nostri corpi e alle nostre testoline bionde. Abbiamo scoperto che esiste il blu monday una sorta di mega depressione mondiale, che non esistono tragedie a lieto fine né tanto meno guerre senza caduti…E andiamo avanti…”

Tristissimo è il secondo capitolo di uno studio delle compagnia chiamato “La trilogia del dolore” con l’intenzione di approfondire e scoprire il linguaggio della compagnia attraverso gli spunti e la storia di un “temone universale” quale “il dolore”.
Tristissimo nasce con l’ascolto del preludio dell’Opera di Wagner “Tristan und Isolde”, per poi derivare in una personale elaborazione del sentimento di tristezza, sconfitta, morti banali, ripetute, ridicole.
La ricerca di un punto malinconico, triste, un po sfuocato, capace di raccontare ,senza sovrastare i sentimenti e le storie di ognuno, una comune depressione dimensionale.

Partner ufficiali: Pim Off, Ballet National de Marseille, Next 2014
e con il supporto di : Danzarte, Residenza Idra, Istituto Italiano della Cultura di Edinburgh, U.O.T, La pergola Monaco.

PREMIO SPECIALE PREMIO ROMA DANZA 2015

Primo studio presentato nei festival : Manipulate Dance Festival (Uk), Made in Rovereto (It), Next 2014 (It) Caffeine Festival Lecco (It), IETM Bergamo (It), Parvi del l’Opera de Marseille (Fr), Ritorno al Futuro Brescia (It).

Tour: Pim Off Milano (It), Saana Festival Holen Norway (N) , Manipulate Dance Festival 2017 (Uk), Attraversamenti Multipli 2015 Roma (It), Anticorpi Ravenna 2015 (It), Fringe Festival Edinburgh 2015, Dance Base Edinburgh (Uk) ed altri in discussione
13/3/16
in collaborazione con EXPLO/Rete Anticorpi
LA MEDESIMA OSSESSIONE: IL CORPO
coreografie Stellario Di Blasi
costumi Stellario Di Blasi
luci Sammy Torrisi
musiche originali e improvvisate dal vivo Marco Saija
interpreti Stellario Di Blasi, Marco Saija

“Vorrei che i miei dipinti dessero l’idea che un essere umano li avesse attraversati, come un serpente, lasciando un segno della presenza umana e una traccia mnemonica di eventi passati come un serpente lascia la sua bava”. (F. Bacon)

L’espressione di un groviglio interno di sentimenti, una metamorfosi del corpo e delle emozioni che rivelano una percezione nei termini di un’umanità incompleta, divisa e incastrata tra la natura istintiva e divina.
Un’anatomia non finita, mezza umana e mezza animale che è in grado di mordere, di penetrare, di succhiare, di avere fede o di vivere nel peccato. Una chimera postmoderna fatta di feticci, protesi e carne che, attraverso la reintegrazione della sua originaria e scimmiesca istintività cerca di divenire in un conflitto tra demistificazione, elezione e salvezza, un essere nuovo.
E’ un processo interiore scabro, uno sdoppiamento dell’essere in cui è evidente un urgente bisogno di riconoscimento. La necessaria trasformazione di parti di sé vissute senza un’accettazione unitaria che, resteranno una scorza terrena di cui non ci si potrà mai liberare, senza l’accettazione di un destino di reale incompiutezza dell’essere. Perciò questo non finito invade a tratti le forme compenetrando ordine e disordine in una sostanza del tempo ambigua, generata da musica e versi sonori.

Una produzione: FC@PIN.D’OC con il contributo di: MIBACT, REGIONE SICILIA ASSESSORATO AL TURISMO SPORT SPETTACOLO
Residenza artistica: Scenario Pubblico Performing Arts, ACS Abruzzo Circuito e Spettacolo.
Spettacolo Finalista per Premio Equilibrio Roma 2015
Spettacolo Selezionato per Anticorpi Xl 2015

TEATRO NUOVO

10/3/16
Compagnia Enzo Cosimi
SOPRA DI ME IL DILUVIO
regia, coreografia, scene, costumi Enzo Cosimi
collaborazione alla coreografia Paola Lattanzi
interprete Paola Lattanzi
video Stefano Galanti
musiche Chris Watson, Petro Loa, Jon Wheeler
fruste sciamaniche Cristian Dorigatti
disegno luci Gianni Staropoli
organizzazione Flavia Passigli, Maria Paola Zedda
produzione Compagnia Enzo Cosimi e MIBACT in collaborazione con Biennale di Venezia 2014, con il sostegno per le residenze di Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Arteven, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi, Abruzzo Circuito Spettacolo

Premio Danza&Danza 2014 Produzione Italiana dell’anno
Premio Tersicore 2015 a Paola Lattanzi Migliore interprete femminile contemporaneo
produzione 2014

Dopo la creazione Welcome to my world dedicato all’idea della fine del mondo, del verificarsi di una nuova Apocalisse, prendo nuovamente ispirazione dal rapporto doloroso dell’Uomo con la Natura nella società contemporanea.
Ripensare l’opera come un luogo di magia e di perdita di certezze. Dare spazio ad un’arte della coreografia che contenga una componente tecnica rigorosa, sperimentale, attraverso la quale indirizzare una riflessione sul mondo in cui viviamo in rapporto alla Natura e a percepirlo in termini sensoriali.
Esaurito il paradigma della postmodernità, si ipotizza l’apparire di un Nuovo Uomo che si affaccia ad un paesaggio arcaico, tribale di cui il continente africano rappresenta l’emblema. Un’Africa urlata, violata che, nonostante i massacri senza fine a cui è sottoposta da sempre, riesce a restituirci una visione di speranza.
Anche questo lavoro, come Welcome to my world, focalizzerà una scrittura di danza scarna, ossuta, un campo percettivo vuoto in cui si vive in uno stato irreale, visionario. Partiture di gesti, movimenti, in apparenza semplici ma che riportano alla complessità del lavoro sulla “presenza”, sull’atto performativo, sulla percezione del sistema nervoso a discapito di quello muscolare. Amplificare in scrittura coreografica fenomeni naturali che tendiamo a considerare scontati e renderli visivamente come campi che sconfinano verso una spiritualità laica, una metafisica del corpo, un pellegrinaggio di meditazione.
Enzo Cosimi
11/3/16
Zerogrammi in collaborazione con Agorà Coaching Project (It), Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto (It), LUFTcasacreativa (It) | con il sostegno di (Regione Piemonte, MIBACT
ALCESTI (o del suono dell’addio)
progetto, regia e coreografie Stefano Mazzotta
collaborazione all’allestimento Chiara Guglielmi
con Chiara Michelini, Chiara Guglielmi, Stefano Roveda, Tommaso Serratore, Giuseppe Muscarello, Simone Zambelli, Arabella Scalisi, Miriam Cinieri, Roberta De Rosa, Gabriel Beddoes
costumi e scene Stefano Mazzotta, Fulvio Casacci
luci Alberta Finocchiaro, distribuzione Emanuele Sciannamea

Alcesti è la narrazione di un saluto straziante e tragico tra due innamorati, è il racconto di un addio suggellato dal più sublime dei sacrifici, un addio che si fa meditazione e ricordo nei gesti e nelle parole della sua silenziosa protagonista, le cui vicende ci
rammentano i più toccanti addii della letteratura: da Arianna a Creusa, da Werther a Jacopo Ortis a Emma Bovary, a ‘Ntoni nei Malavoglia, a Holderlin, Rimbaud, Kafka, Neruda. L’addio narrato da Alcesti nella creazione di Zerogrammi è il limitare di uno
spazio, è la soglia di una partenza per l’ignoto. Nella presenza di Admeto, nel paesaggio delle cose conosciute, già s’insinua l’ombra di un’estrema lontananza: lo spazio infinito che separa, vuoto e colmo di silenzio assordante. È in questo spazio che trova fondamento Alcesti (o del suono dell’addio), monologo silenzioso sull’essenza del ricordo moltiplicato in scena da una pluralità di interpreti.
Alcesti scruta nostalgica l’orizzonte lontano alle sue spalle. Vertigine della memoria. Le domande che ci pone toccano motivi ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi: l’addio amoroso, il sacrificio, la morte. Ma esiste ancora posto per l’idea di sacrificio nella pedagogia contemporanea? Siamo ancora in grado di percepire la poesia struggente insita nell’addio, pur se disabituati al sentimento di lontananza? Cos’è Amore nell’era della società liquida? Alcesti interviene a dar corpo e
suono a questi interrogativi, appellandosi alla poesia, lingua della bellezza e del dolore, lingua universale della salvezza e della speranza. Il suo corpo suona il Requiem di un altrove perduto e trattiene l’ultimo respiro che la separa da una nuova ignota condizione. Da questo confine si muoverà oltre la prigione della dimenticanza e del rumore, dentro un tempo poetico, silenzioso, sospeso.
Presenza del vuoto. Il suo linguaggio è frammentato, spezzato, ora voce viva ora eco di musiche e suoni di un addio come tanti: il rumore di cappotti indossati per uscire di casa, quello di un bacio leggero dato sulla guancia e infine un “levare” silenzioso dell’anima.

Stefano Mazzotta
12/3/2015
Atacama
COL CORPO CAPISCO #1
coreografia di Adriana Borriello
con Adriana Borriello, Donatella Morrone, Ilenia Romano
musica di Roberto Paci Dalò

Col Corpo Capisco non è solo un titolo, ma una dichiarazione, un manifesto, un modo di stare al mondo. Cuore del lavoro è la trasmissione, da corpo a corpo, attraverso il movimento come pratica e linguaggio, il cui strumento principe è il sentire: nella ricerca della perfetta aderenza al qui ed ora, l’interezza dell’esserci si perde nel sempre e ovunque.
Il movimento come arte dell’impermanenza parla con le parole del Tempo e dello Spazio, e in essi imprime, plasma, scolpisce, dà forma all’invisibile.
La danza, essenza dell’atto “inutile” che riflette su sé stesso, diventa medium di conoscenza della non-°©‐conoscenza, la sapienza del corpo, dell’esserci. Qui la danza è musica del movimento e la musica è danza dei suoni, territorio comune il corpo. In scena due giovani danzatrici e me – corpo/matrice il mio, corpi/ricettori (poi a loro volta creatori) gli altri – e la musica, con cui la nostra danza risuona.
Questo lavoro è dedicato a John William Shadow, mio Maestro, e amico.
Adriana Borriello

Produzione Atacama (con il contributo del MiBACT), Compagnia Adriana Borriello, in co-°©‐produzione con Orizzonti Festival, Giardini Pensili e Spazio
Aereo Venezia.

13/03/2015
Borderline
(A)ROUND: ALLEGRO MA NON TANTO
coreografia e regia Claudio Malangone
assistente alla coreografia Rossella Canciello
autori/interpreti Rossella Canciello/Francesca Montesanto, Adriana Cristiano, Natalia Cristofaro, Luigi Aruta, Antonio Formisano, Francesco Morriello
musiche Sergej Rachmaninov, Holly Herndon
costumi Borderlinedanza
disegno luci Francesco Ferrigno
responsabile organizzativo Maria Teresa Scarpa

Produzione 2015, con il sostegno del Ministero Beni e Attività Culturali, Regione Campania, Liceo Coreutico Alfano I°, Ra.I.D. Festival

Un percorso immaginario, metafora dell’esistenza, all’interno e intorno ad un luogo-non luogo dove far esplodere le contraddizioni di individui alle prese con le proprie ossessioni, la solitudine esistenziale, l’impossibilità delle relazioni, la fugacità della spensieratezza.
Un percorso ridondante, quale spazio mentale e fisico che esplora la sessualità, l’ambiguità, il corpo e la morte.
Un percorso volto alla continua ricerca di un equilibrio, con il costante rischio di cadere, con la necessità di andare avanti senza arrendersi, nonostante le difficoltà.

Programma Salerno
Centro Sociale Salerno/Teatro comunale Mercato San Severino
11 marzo˃7 maggio 2016
CENTRO SOCIALE SALERNO

11/3/16
Borderline
BODY MOODS: WHICH ONE IS YOURS?
direzione della coreografia Claudio Malangone
danzatori/autori Luigi Aruta, Adriana Cristiano, Natalia Cristofaro, Antonio Formisano
Video Francesco Petrone
testi e drammaturgia Claudio Malangone, Daniela De Bartolomeis
costumi Michela Chirico
consulenza grafica Marco Di Gregorio
responsabile organizzativo Maria Teresa Scarpa

Una produzione Borderlinedanza, con il sostegno di Ra.I.D. Festival, Quelli Che La Danza
Borderlinedanza riceve il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Regione Campania

Secondo Ippocrate, i corpi viventi sono costituiti da una miscela di quattro umori, ai quali corrispondono i quattro organi principali e i quattro elementi: Cervello e Acqua per il Flemmatico, Cuore e Aria per il Sanguigno, Fegato e Fuoco per il Collerico, Stomaco e Terra per il Malinconico. La natura impone a ciascuno di noi un temperamento che corrisponde a un aspetto fisico e a un comportamento e quando gli elementi non sono in equilibrio tra di loro il corpo e l’umore ne soffrono. Body Moods quindi non è un racconto quanto un percorso di volta in volta cangiante, delineato dalla percentuale di biotipo presente tra il pubblico (rilevato attraverso un questionario ad hoc) cui si offrirà una visione di cosa accade ad un temperamento quando esso è in eccesso.
12/3/16
Zerogrammi in collaborazione con Agorà Coaching Project (It), Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto (It), LUFTcasacreativa (It) | con il sostegno di (Regione Piemonte, MIBACT
ALCESTI (o del suono dell’addio)
progetto, regia e coreografie Stefano Mazzotta
collaborazione all’allestimento Chiara Guglielmi
con Chiara Michelini, Chiara Guglielmi, Stefano Roveda, Tommaso Serratore, Giuseppe Muscarello, Simone Zambelli, Arabella Scalisi, Miriam Cinieri, Roberta De Rosa, Gabriel Beddoes
costumi e scene Stefano Mazzotta, Fulvio Casacci
luci Alberta Finocchiaro
distribuzione Emanuele Sciannamea

Alcesti è la narrazione di un saluto straziante e tragico tra due innamorati, è il racconto di un addio suggellato dal più sublime dei sacrifici, un addio che si fa meditazione e ricordo nei gesti e nelle parole della sua silenziosa protagonista, le cui vicende ci
rammentano i più toccanti addii della letteratura: da Arianna a Creusa, da Werther a Jacopo Ortis a Emma Bovary, a ‘Ntoni nei Malavoglia, a Holderlin, Rimbaud, Kafka, Neruda. L’addio narrato da Alcesti nella creazione di Zerogrammi è il limitare di uno
spazio, è la soglia di una partenza per l’ignoto. Nella presenza di Admeto, nel paesaggio delle cose conosciute, già s’insinua l’ombra di un’estrema lontananza: lo spazio infinito che separa, vuoto e colmo di silenzio assordante. È in questo spazio che trova fondamento Alcesti (o del suono dell’addio), monologo silenzioso sull’essenza del ricordo moltiplicato in scena da una pluralità di interpreti.
Alcesti scruta nostalgica l’orizzonte lontano alle sue spalle. Vertigine della memoria. Le domande che ci pone toccano motivi ricorrenti nella letteratura di tutti i tempi: l’addio amoroso, il sacrificio, la morte. Ma esiste ancora posto per l’idea di sacrificio nella pedagogia contemporanea? Siamo ancora in grado di percepire la poesia struggente insita nell’addio, pur se disabituati al sentimento di lontananza? Cos’è Amore nell’era della società liquida? Alcesti interviene a dar corpo e
suono a questi interrogativi, appellandosi alla poesia, lingua della bellezza e del dolore, lingua universale della salvezza e della speranza. Il suo corpo suona il Requiem di un altrove perduto e trattiene l’ultimo respiro che la separa da una nuova ignota condizione. Da questo confine si muoverà oltre la prigione della dimenticanza e del rumore, dentro un tempo poetico, silenzioso, sospeso.
Presenza del vuoto. Il suo linguaggio è frammentato, spezzato, ora voce viva ora eco di musiche e suoni di un addio come tanti: il rumore di cappotti indossati per uscire di casa, quello di un bacio leggero dato sulla guancia e infine un “levare” silenzioso dell’anima.
Stefano Mazzotta
15/4/16
Asmed / Balletto di Sardegna
DREAM BOAT
coreografie e regia di Joseph Fontano
danzatori Matteo Corso, Amedeo Iagulli, Rachele Montis, Alessandro Trazzera, Giulia Vacca
costumi Joseph Fontano
sartoria Cinzia Moro
voci Cristiana Camba, Senio G.B. Dattena

In una sala gremita si attende l’estrazione dei biglietti vincenti; in palio un viaggio, una crociera che tutti sognano, che può cambiarti la vita. I fortunati salgono sulla nave, già pregustano questa nuova emozionante esperienza. Non è una vacanza, è un viaggio verso un orizzonte infinito dove tutto è possibile, è abbandonare la noiosa vita di tutti i giorni, è scoprire o riscoprire se stessi.
Tra giochi, danze, musiche, l’immancabile storia d’amore e una buona dose di ironia, il viaggio dei croceristi si intreccia con un viaggio nella cultura pop italiana dagli anni ’60 in poi.
16/4/16
Compagnia MUXARTE / FC@PIN.D’OC
IO SONO MIA MADRE
coreografia, regia e interprete Giuseppe Muscarello
in collaborazione con Officine Ouragan, | con il sostegno di Regione Sicilia, MIBACT Ministero per I Beni e le Attività Culturali e del Turismo

“Conservo nel cuore il ricordo di mia madre: bello, forte, intenso. E’ il ricordo della sua assenza. Grazie a esso è stato possibile costruire molti ricordi mai vissuti. Quante favole (non) mi ha letto. Momenti nostri che ancora (non) ricordo, quei momenti erano ogni momento e quei libri erano ogni libro.
Nell’assenza generale io ero la fiaba, io ero la filastrocca, io ero mia madre. Il figlio più importante, l’unico. Ero io! Al centro delle sue attenzioni, danzavo al suono della sua voce”. La fluidità della danza è in grado di far convivere in un unico corpo il doppio ruolo di madre e figlio.
Io Sono Mia Madre è un progetto che nasce con l’idea di una mostra fotografica: 7 fotografie che ritraggono un figlio che rimugina sul passato e nel ricordo di sua madre, una madre assente suo malgrado ma paradossalmente una presenza costante nella sua assenza. Il soggetto/figlio diventa corpo danzante con una performance dal vivo. Un viaggio introspettivo, un percorso di consapevolezza.L’autore osserva tutti coloro che lo circondano, ogni individuo, che nella loro personalità fanno filtrare quale è o è stato il rapporto e il vissuto con la propria madre.
Io sono Mia Madre è anche un libro che contiene un racconto scritto da Giuseppe Muscarello che sarà pubblicato a marzo 2016 dalla casa editrice LEIMA e che sarà presentato contestualmente nelle date di spettacolo.
MP.Ideograms con il sostegno di TIR Danza
in collaborazione con EXPLO/Rete Anticorpi
HORIZON
coreografie Manfredi Perego
danza Manfredi Perego
elaborazione musicale Paolo Codognola
idea luce Manfredi Perego in collaborazione con Antonio Rinaldi

Sospeso, finisco sempre in bilico sopra linee inesistenti… Horizon è lo strascico intimo di Dei Crinali. La vibrazione-ricerca di un paesaggio immaginario, luogo da vocabolario: inesistente nella realtà, profondamente connesso e vero nella percezione umana.
Cammino verso un luogo che è allo stesso tempo interno ed esterno, astrazione di una sensazione dello spazio che esiste solo nel desiderio. L’emozione muove il corpo-metafora, concedendosi di essere in un luogo che non esiste se non per definizione, in un atto liberatorio – e laboratorio – per un corpo reale che si misura con l’irreale possibilità di mutare sull’orizzonte.
Horizon dà corpo a una poesia-vertigine celata, a un lavoro fisico e mentale di totale svuotamento, cercando di vivere la sensazione di un’immagine che inevitabilmente circonda il corpo.
6/5/16
Compagnia MF in co- produzione con la Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei
con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo
in collaborazione con EXPLO/Rete Anticorpi
RE GARDE
regia e coreografia Francesco Colaleo
Interpreti: Francesco Colaleo e Maxime Freixas

Re-Garde indaga sul senso della vista. Due uomini che si battono per l’affermazione del sé, pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di
distensione e respiro. Un ipotetico soggetto noir che ammette l’esistenza di un colore più gradevole, vicino alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni.
L’alternanza tra binomi opposti aiuta gli interpreti a valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, offrendo un immaginario vasto e poetico.
7/5/2016
Versiliadanza con il sostegno di MIBAC – Ministero per i Beni e le Attività Culurali e del Turismo, Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo con la collaborazione di Teatro Cantiere Florida/Elsinor Teatro Stabile D’innovazione
MIT AFFEKT
ideazione e regia coreografica Angela Torriani Evangelisti
realizzazione e interpretazione Leonardo Diana, Angela Torriani Evangelisti

Nel 1989 assistetti, a Roma, al debutto italiano di Affekte creato e interpretato da Susanne Linke e Urs Dietrich. Avevo 25 anni e, cresciuta con una formazione classica, non ero ancora così avvezza alla danza contemporanea e al teatro-danza ma quel duetto mi folgorò ed è sempre rimasta indelebile, nel mio ricordo, una camminata di schiena di Susanne.
Una camminata che avrei ritrovato molti anni dopo grazie al nostro incontro e al sodalizio artistico. Insieme alla folgorazione per l’intensità e la portata significativa di quei corpi anche il tema degli “affetti umani” che Susanne a sua volta si era portata con se’ dal legame con Dore Hoyer, ha sempre risuonato dentro di me nel desiderio di affrontarlo un giorno.
Ne avevo spesso parlato con Leonardo Diana negli ultimi anni. Nel 2014 siamo tornati a lavorare sull’opera di Shakespeare e il tema dell’affetto/i è riemerso andandosi a intrecciare casualmente con due passaggi fondamentali della mia vita privata.
Dopo 25 anni da quella serata di Roma rovistando nei cassetti per cercare altre cose, mescolato ad altri fogli e documenti, è riapparso il programma di sala di Affekte.
Gli affetti (e anche la paura, il dolore, l’amore, l’amicizia) sono legati al tempo della nostra vita. L’affetto travalica e oltrepassa il concetto di tempo gettando, come direbbe Campana, un ponte sull’infinito.
TEATRO COMUNALE DI MERCATO SAN SEVERINO

17/3/16
Korper
AESTETHICA – Studio 1
progetto, costumi e regia Gennaro Cimmino
coreografie Gennaro Maione, Gennaro Cimmino
danzatori Sabatino Ercole, Flavio Ferruzzi, Nello Giglio, Gennaro Maione, Antonio Nicastro, Nicola Picardi
musiche originali Vito Pizzo
disegno luci Gianni Netti
realizzazione costumi Mario Strino

Quando ho iniziato a pensare alla possibilità di mettere in scena uno spettacolo che tenesse conto dell’uso del corpo in questa contemporaneità, subito ho pensato al suo rapporto con il web ,soprattutto con i social network. Salta agli occhi che lo sviluppo della tecnologia nella comunicazione di massa ha cambiato il modo di sentire ,di pensare ,di incontrarsi e di amarsi. Ho pensato subito ad un lavoro nel quale avvenisse uno scambio, un confronto aperto tra generazioni diverse. Giovani che parlano di loro stessi, della lotta per affermarsi, di come usano le nuove tecnologie per connettersi, incontrarsi e comunicare tra loro. Al centro del confronto, il corpo e l’immagine.
Nella società dell’immagine si vive adesso sottoposti ad un casting continuo. Fissiamo il riflesso del nostro corpo sullo schermo poi clicchiamo sul tasto e il riflesso si dissolve in un’altra immagine, in un altro corpo e poi in un altro ancora. Non è più un dato immutabile : nella società attuale il corpo diviene progetto. Ognuno è libero di trasformarlo a proprio piacimento, a personalizzarlo con tatuaggi e piercing o modificarne i lineamenti, al fine di renderlo più interessante e sexy.
Tutti a pensare che una nuova immagine del corpo possa rappresentare una chiave per accedere a una nuova e positiva immagine di sé, a uno stile di vita più eccitante. Quello che emerge è che la cultura del corpo è diventata fondamentale per esprimere la propria identità. Nascono di continuo social network dove si comunica solamente postando un’ immagine, il corpo diventa l’attore principale, il protagonista. Non contano più le parole, il racconto ma l’immagine che deve arrivare agli altri.
Desiderano tutti avere quel corpo, che è lo stesso, uguale in tutto il mondo, livellato dal web e dai social network che hanno uniformato il gusto collettivo mondiale. Quasi una nuova follia collettiva, social ,da mezzo di utile diffusione di informazioni si stanno trasformando in una ragnatela dove inesorabilmente, prima o poi, le mosche umane cadono ad una ad una, ben felici della triste fine che fanno. Si perdono quotidianamente i punti di riferimento perché ne nascono continuamente di nuovi, da cui si viene completamente colonizzati.
Un fenomeno già chiamato qualche anno fa “vetrinizzazione sociale”: il modello di comunicazione che prevale oggi consiste nel “mettere in vetrina” ciò che è più privato, dalle azioni del corpo ai pensieri più intimi. I media diffondono dunque l’idea che tutti possono essere ciò che vogliono fornendo al pubblico, appartenente a tutti i generi, un ampio ventaglio di scelte identitarie . Il corpo reale viene sostituito da un corpo virtuale, formato da tante immagini parziali che mostrano soltanto quegli aspetti che vogliono sottolineare, decidendo in prima persona quali azioni e in quali modi presentarsi.
Nel contemporaneo digitalizzato, l’identità diventa “fluida”! Ci trasformiamo da persona a personaggio, spesso in modo del tutto inconsapevole, teniamo quasi sempre i problemi per noi e condividiamo con gli altri solo le cose belle e positive, in modo da far credere a tutti di essere fantastici e di condurre una vita interessante, quasi perfetta. I social network hanno permesso a tutti di creare la pubblicità di se stessi, “Hai 200 mi piace ? Sei Top! ne hai 5 ? non sei nessuno!
Non daremo al lavoro una struttura narrativa ma vogliamo che da una scena all’altra non ci sia continuità, così come nella realtà dei social si passa da un argomento all’altro, nonostante la grande diversità . Durante il lavoro indagheremo tutte le dinamiche nate da questo scambio generazionale, un progetto a più mani sul nuovo modo di abitare il corpo nella quotidianità, per andare a sviluppare dei percorsi coreografici fatti di incontri, dialoghi, lotte e abbandoni.
Gennaro Cimmino
14/4/16
Palermo in Danza
ANANKE
coreografie Lorand Zachar
musiche originali Atilla Gergey
ideazione Santina Franco –
elementi scenografici Claudio La Fata
interpreti: Emilio Barone, Francesca Bellone, Alessandro Cascioli, Giorgia Di Cristofalo,
Aurora Fradella, Laura Lopiano, Maria Antonietta Marchese, Riccardo Riccio, Nicola Franco (attore)

Nella mitologia greca Ananke é la personificazione del destino, della necessità inalterabile e del fato. È la forza che regola tutte le cose, dal moto degli astri ai fatti particolari dei singoli uomini.
Ananke é la necessità di un’armonia cosmica nell’universo, di cui noi stessi facciamo parte e passivamente o attivamente possiamo apportare dei minuscoli mutamenti, Platone cita soltanto due grandi forze cosmiche: Ragione (nous, la mente) e Necessità (Ananke). Ragione é ciò che possiamo comprendere, ciò che segue le leggi e gli schemi

dell’intelletto. Necessità opera come una causa “mutevole”, o come si traduce a volte, come causa “errante” o “erratica”.
La figura emblematica di Diogene si assume il compito di “demititizzare” il mondo, confrontando le opinioni e le credenze erronee, e sostituendole, per quanto é possibile, con convinzioni vere e attendibili sulla realtà.
21/4/16
Excursus Danza
PULSAZIONI
coreografia e regia Ricky Bonavita
musiche Bach, Saint-Saëns, Rachmaninoff, Debussy
disegno luci Danila Blasi
costumi Daniele Amenta, Yari Molinari
interpreti Enrica Felici, Francesca Schipani, Yari Molinari, Emiliano Perazzini, Ricky Bonavita

Ispirato ad una selezione di brani musicali fra i più belli del “repertorio classico” dal 700 al 900, di autori come Bach, Saint-Saëns, Rachmaninoff, Debussy, etc., quasi luoghi comuni della musica colta occidentale, nonché alla discussione intorno alla progressiva scomparsa dell’insegnamento delle lingue antiche (greco e latino) nelle scuole superiori europee.
Le recenti riforme dei ministri Gelmini e Giannini in Italia, o la “Réforme du collège 2015” in Francia, suscitano timori come «stiamo gettando via tutta la cultura classica» o «se rinunciamo alla conoscenza del nostro passato, non saremo più in grado di capire e dominare il presente».
Paure che si incontrano con una sensazione diffusa di “un’emergenza educativa” come già espressa da Benedetto XVI in una lettera pastorale del 2008.
Nella danza l’approccio alle forme del passato è legato alla trasmissione del movimento al corpo e presuppone un complesso schema corporeo del danzatore.
Attraverso la reintepretazione coreutica dei brani “classici” il coreografo ricerca una propria relazione fra eredità classica accademica e contemporaneità, che rimane sospesa fra continuità e destrutturazione di diversi approcci tecnici alla, danza acquisiti durante il proprio percorso formativo, per raggiungere una sintesi poetica ed interpretativa, che nei corpo danzanti possa lasciar affiorare le intuizioni, le emozioni, le pulsazioni appunto.

5/5/16
Compagnia MF in co- produzione con la Compagnia Artemis Danza/ Monica Casadei
con il sostegno di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo
in collaborazione con EXPLO/Rete Anticorpi
RE GARDE
regia e coreografia Francesco Colaleo
Interpreti: Francesco Colaleo e Maxime Freixas

Re-Garde indaga sul senso della vista. Due uomini che si battono per l’affermazione del sé, pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro. Un ipotetico soggetto noir che ammette l’esistenza di un colore più gradevole, vicino alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni.
L’alternanza tra binomi opposti aiuta gli interpreti a valicare i delicati confini che separano la giovinezza dalla vecchiaia, offrendo un immaginario vasto e poetico.

 

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