Grazzanise: Antonella Diana, nuova speranza per la Protezione Civile

La neo-consigliera comunale è subentrata al dimissionario Giovanni Parente durante un’agitata seduta. Il capogruppo neorizzontino Federico Conte superstar. Assente l’omologo Enrico Petrella

GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – Nella prima riunione consiliare, piuttosto agitata per la verità, di quest’anno 2019, è entrata a far parte del civico consesso la giovane Antonella Diana, avvocato civilista, seconda non eletta de L’Unione capeggiata dal sindaco in carica Vito Gravante.

La neoconsigliera ha potuto occupare lo scranno di maggioranza a seguito di due favorevoli motivi: le dimissioni presentate dal consigliere Giovanni Parente e l’indisponibilità di Antony Pezzullo, primo dei non eletti, ad assumere la carica.

Il primo cittadino Gravante ha annunciato, seduta stante, l’intenzione di assegnarle la delega alla Protezione Civile già in capo al dimissionario. Questa è l’unica vera promettente novità emersa da un confronto politico amministrativo che, per il resto, ha costretto il pubblico presente in sala (scarsissimo, come al solito) a sorbirsi tiritere alle quali ormai è avvezzo. Infatti, il Nucleo comunale di Protezione civile ha bisogno d’una poderosa spinta tecnico-organizzativa le cui esatte proporzioni la giovane Diana, se vuole,  può sùbito cogliere mediante un semplice colloquio coi volontari locali (e segnatamente col responsabile Agostino Zampone) che le spiegheranno difficoltà e contraddizioni che li affliggono da anni, appunto in mancanza di quegli “investimenti” finanziari e formativi che nessuno dei politici occupatisi (?) dello specifico problema ha saputo/voluto programmare ed incentivare finora.

La rimanente cronaca della riunione – lo si è accennato – non ha riservato alcuna buona prospettiva che, ad inizio d’anno, è invece sempre auspicabile. A cominciare dalle vistose assenze dell’assessore alle Politiche sociali, Gabriella Parente, e del capogruppo del minoritario Senso Civico, Enrico Petrella, peraltro presente in zona fino a pochi attimi prima dell’appello chiamato dalla segretaria comunale Mariarosaria Lanzàro. La querelle è cominciata dall’inizio, accendendosi sulla proposta di inversione (d’obbligo?) degli argomenti all’ordine del giorno, fino al punto di consentire al capogruppo di Nuovi Orizzonti, Federico Conte, di assumere la parte di superstar dei quattro consiglieri consiglieri di opposizione che hanno finanche minacciato di abbandonare l’aula e al sindaco Gravante di chiamare la Diana ad insediarsi addirittura prima della formale proclamazione del suo ingresso in Consiglio. A sostenere Conte ha provveduto la consigliera Teresa Cerchiello, già presidente dell’assise cittadina (sino a due anni fa) ed ora rientrata, politicamente ed istituzionalmente, nei ranghi di una singolare ordinarietà. Prudente la Diana, durante il discorso di ringraziamento e di annuncio del suo impegno prossimo venturo. Imprudente più d’uno degli eletti che si è visto rimbeccare, senza sconti, la sua viscerale sortita.

Terzo ed ultimo argomento in discussione un’interpellanza dell’agosto 2018 inoltrata da Nuovi Orizzonti: la risposta della maggioranza è stata giudicata insoddisfacente dal predetto capogruppo. Nessuna parola è stata spesa da nessuno sul PUC, in ordine al quale è comunque partito il countdown dei 60 giorni per la presentazione delle “osservazioni” in un’atmosfera di silenzio sociale e politico tombale. Rimane dunque attuale una domanda che abbiamo posto in un precedente servizio: “Quali furono le “individuate organizzazioni sociali, culturali, economico professionali, sindacali ed ambientaliste (soggetti portatori del “pubblico interesse”) alle quali si diede diretta comunicazione per l’avvio della fase di “ascolto-partecipazione”?”. Rimane senza adeguata replica di chicchessia, rimane in piedi – com’è rimasto in piedi il consigliere Conte quando ha espresso reazioni e attacchi su quisquilie della seduta di cui abbiamo appena riferito – perché, a dire il vero, la fase di ascolto-partecipazione successiva alla stesura del Puc adottato nel 2015 fu praticamente schivata col silente e corresponsabile consenso di organizzazioni sociali, culturali, economico-professionali, sindacali e ambientaliste. Nessuna parola, ripetiamo, per volontà di chi ha redatto l’OdG e per chi lo ha accettato. Ma, se la democrazia ancora sopravvive, …non è detta ancora l’ultima parola…

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