HERBARIE. LE CHIAMAVANO STREGHE

Un viaggio nella storia di amore e di lotta delle Herbarie, le erboriste medievali, definite streghe o ciarlatane dal potere.

di Silvia Pietrovanni | adattamento Isabella Moroni | regia Ivan Vincenzo Cozzi |con Claudia FontanariBrunella PetriniElena Stabile | musiche originali Tito Rinesi |elaborazione costumi Arianna Longardi

disegno luci Nino Mallia | collaborazione artistica Antonia Masulli Matera | produzione The Way to the Indies – Argillateatri di Roma.

…E le donne sanno aggiustare le cose. Le cose dell’anima e del corpo. Le donne sanno aggiustare anche di fronte alla morte…

Sulla scena Lucia, la giovane herbaria che ha imparato a leggere e scrivere ed ora possiede il sapere della medicina naturale, ripercorre la storia della sua famiglia: della nonna Mercuria che ha tramandato alla figlia Caterina e, dunque, a lei stessa la sua sapienza.

Mercuria, Caterina e Lucia, nella loro terra sono le farmaciste che coltivano le erbe medicinali; sono le levatrici che vanno di casa in casa, sono i punti di riferimento imprescindibili per il popolo. E sono anche le “accabadore” che sanno dare la buona morte.
A spezzare il sodalizio e a cambiare il corso della storia, sarà un Inquisitore, la cui figura appare anche come una proiezione del nostro tempo, ancora permeato del risentimento della medicina dotta e maschile nei confronti di quella popolare e femminile che si avvaleva dell’ascolto del paziente e dell’esperienza diretta sul corpo.
Mercuria soccomberà, ma le altre proseguiranno il loro lavoro lento e globale che è arrivato fino a noi e si sviluppa ancora in ogni angolo, anche il più remoto, del mondo intero.
«Questo spettacolo è come un seme che può diventare un albero» afferma Silvia Pietrovanni, autrice del testo originale messo in scena da Argillateatri. E aggiunge: «Vorrei che le persone, dopo aver visto questo spettacolo, scoprissero chi erano le Herbarie e chi sono oggi per sapere cosa è stato tolto alle donne, ma anche a tutti gli esseri umani e come sia ancora possibile recuperarlo».

Note di Regia

Con Herbarie. Le chiamavano streghe, progetto culturale con una forte componente di teatro civile e di tematiche di genere, Argillateatri prosegue il percorso dedicato alle molteplici forme del  femminile, iniziato con Il Marinaio di Fernando Pessoa, regno di tre sorelle e del loro sogno, al quale ha fatto seguito Le Città Invisibili di Italo Calvino nel cui allestimento Marco Polo era interpretato da tre donne, tre viaggiatrici del tempo, dei luoghi e dell’anima.

Tre donne anche in Herbarie, legate alle ritualità del femminile, alla natura e alla cura, elementi che rappresentano, fin dai primordi, la loro libertà espressiva, la dedizione e la ribellione; l’anima creativa e quella politica di queste donne che, escluse dai libri e dalla scienza ufficiale, apprendevano le conoscenze, creando reti di cura e salvezza e trasmettendosi le proprie esperienze.
Una narrazione centrata su eventi storici, che conduce passo dopo passo a scoprire sia il lato vitale, sia quello buio del rapporto fra donna, guarigione e potere. Una storia nella quale ciascuna interprete incarna una sapienza diversa: quella antica, oracolare, che viene dagli archetipi; quella contemporanea legata all’uso pratico delle piante e quella del futuro, che saprà cambiare le sorti della Storia.

Ridefinire la narrazione della donna e delle sue competenze; rivalutare le medicine antiche e profonde come l’erboristeria e il senso più vero ed umano dei ritmi naturali e fare luce sulla medicina delle donne, per anni nascosta dai libri di storia.

Sono queste le motivazioni portanti di uno spettacolo nel quale non è difficile trovare affinità con la condizione attuale delle donne, anche alla luce dell’involuzione culturale che i tempi stanno determinando e che, solo raccontando, sarà possibile fermare.

Il Cantiere via Gustavo Modena, 92 (Trastevere)

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

argillateatri@gmail.com – Tel. 0677071899 – 3384670935 (anche WhatsApp)

Orari spettacolo:

Sabato 6, martedì 9 e mercoledì 10 aprile – ore 21.15

Ufficio stampa

(+39) 345 2984436

comunicazione.argillateatri@gmail.com

argillateatri.wordpress.com

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