I Giorni della Merla ma sembra primavera: lunedì il picco di calore
Il 29 gennaio sono iniziati i Giorni della Merla, che terminano oggi 31 gennaio (29, 30, 31 gennaio) , tutto all'insegna del caldo anomalo per colpa dell'anticiclone.
Il 29, 30 e 31 gennaio sono i cosiddetti Giorni della merla, tradizionalmente considerati i tre giorni più freddi dell’anno. Ma nel 2016 la fine di gennaio sembra primavera inoltrata: in Pianura padana venerdì sono stati registrati 15 gradi. Dove è finito l’inverno? Dovremo abituarci a temperature primaverili in questo periodo anche nei prossimi anni? È colpa di El Niño?
Evidenti anomalie
«El Niño è un fenomeno globale, che interessa marginalmente l’Europa», spiega Silvio Davoglio, meteorologo dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna. «Stiamo vivendo da mesi in un’evidente anomalia di alte pressioni, che causano precipitazioni scarse o quasi inesistenti ed elevate temperature. Le correnti atlantiche passano più a nord e l’Italia è interessata da temperature molto più alte rispetto alla norma. Inoltre negli ultimi tre giorni, in pianura di notte il cielo è stato coperto e quindi non c’è stato un raffreddamento notturno».
Allarme Coldiretti
Gli alberi sono fioriti già a Natale e un improvviso ritorno del gelo potrebbe provocare molti danni. La Coldiretti, infatti, teme che nelle campagne un eventuale abbassamento delle temperature – unito a una siccità invernale che può essere già definita «storica» – possa compromettere i raccolti. Le riserve idriche – spiega Coldiretti Lombardia – sono a quasi il 60% in meno rispetto alla media del periodo 2006-2014 e al 43,7% in meno rispetto al già secco 2007, mentre le precipitazioni del 2015 sono state di appena 818 millimetri. C’è anche poca neve in montagna: in media non si superano i 50 centimetri sopra i duemila metri di quota. «I dati del 2015 e le temperature di questi ultimi giorni ci riportano all’anno della grande sete del 2007», afferma Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia, «una situazione che aumenta le preoccupazioni degli agricoltori per i prossimi mesi e per la stagione irrigua estiva».
Il picco lunedì
Il caldo dei Giorni della merla durerà per tutto il fine settimana. «Anzi, il picco sarà raggiunto lunedì», dice Edoardo Ferrara, meteorologo di 3bmeteo.com, «sono previste temperature di 18-20 gradi nel Nord-ovest e sulle regioni tirreniche. Inoltre l’effetto foehn (un vento caldo che scende dai versanti meridionali delle Alpi, ndr) porteranno in Piemonte fino a 2-3 gradi in più. Solo nei giorni successivi l’anomalo anticiclone subirà un primo attacco con una veloce perturbazione in discesa dal nord Europa. Avremo così precipitazioni sparse, un rinforzo del vento e un calo termico, che consentirà il ritorno della neve soprattutto su Alpi orientali, poi sull’Appennino. La qualità dell’aria tornerà così finalmente a migliorare, dopo ancora troppi giorni di aria molto inquinata in particolare sulla val Padana». Forse i Giorni della merla sono solo rinviati.
Comunque ritorniamo alla tradizione e cerchiamo di capire cosa significano “i giorni della merla”.
Sebastiano Pauli (Modi di dire toscani espone due ipotesi:
«“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato.»
Secondo la versione più conosciuta ed elaborata della leggenda, “una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo, e così essa rimase per sempre con le piume nere”.
Anche in questo caso dietro la leggenda c’è sempre un fondo di verità: infatti, nel calendario romano, il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni, che probabilmente, con il passare degli anni e della trasmissione orale, si tramutarono in trentuno.
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