I GRANDI PENSATORI – Friedrich Nietzsche

 FRIEDERICH NIETZSCHE: COSI’ PARLO’ ZARATHUSTRA

Così parlò Zarathustra è un’opera basilare del filosofo tedesco Friederich Nietzsche, il cui pensiero costituì uno spartiacque nella cultura occidentale, dalla fine dell’Otto-cento, per poi inoltrarsi nel Novecento. I temi che egli affrontò nella sua vasta produzione restano ancora oggi vivi e i quesiti da lui aperti in gran parte irrisolti.
Lo stesso autore considerò quest’opera incomprensi-bile; solo Nietzsche, reduce dei suoi vissuti, delle sue esperienze, possedeva la chiave necessaria alla sua più profonda analisi. L’evolversi del libro non fu uniforme, le quattro parti da cui è costituito risultano il frutto di una complessa evoluzione del suo essere (e, di riflesso, del suo pensare, come egli stesso avrebbe asserito). I temi affron-tati sono certamente numerosi; il principale, che accom-pagna l’opera nel suo significato, è l’aspirazione al Su-peruomo, il superamento di sé, descritto da Nietzsche come il progredire dell’umanità verso una nuova forma al di sopra della propria essenza. Il filosofo, inoltre, esorta gli uomini a liberarsi dall’idea di un mondo oltre il mondo, sostenuta dal Cristianesimo nonché dalla meta-fisica. Il sostanziale distacco dell’autore dalle considera-zioni della sua epoca si manifesta con la concezione di volontà di potenza dell’uomo, la quale apre le porte a un rivoluzionario metodo di pensiero, in contrasto con il nichilismo passivo di Schopenauer. Così, seguendo idee che fa proferire a Zarathustra, analizza il complesso della società e afferma che non esistono certezze, confutando in questo modo l’entità dello stato e della religione. Dice, infine, di parlare “a dei compagni, non a un gregge”, rifiutando cioè di essere venerato in quanto dux, bensì in qualità di essere umano con la propria volontà, in questo caso indipendente dal conformismo del sistema.
Così parlò Zarathustra rappresenta, per l’autore, l’elemento proprio della sua filosofia, in cui il pensiero si manifesta per mezzo di un profeta, che si rivela essere il messia di Nietzsche.
Il così parlò Zarathustra è certamente l’opera più ricca e complessa che Nietzsche abbia mai scritto e che, già per il suo stile, crea delle grandi difficoltà. Essa, infat-ti, si presenta sia come un grande poema sia come una grande opera filosofica. Tanti filosofi hanno scritto su quest’opera, sviluppando interpretazioni spesso assai distanti tra loro, che non indicano l’incoerenza dell’opera di Nietzsche, ma l’enorme ricchezza che questo testo porta con sé, una ricchezza che non si lascia imbrigliare in un’unica tesi interpretativa, lasciando aperta la strada per infinite altre interpretazioni.
I temi che questo testo affronta sono le vie portanti dell’intero pensiero di Nietzsche: la dottrina del superuo- mo, la volontà di potenza e l’eterno ritorno.
Ma questi temi non sono affrontati da Nietzsche me-diante una sintassi filosofica, o con i consueti aforismi, come nelle opere precedenti, qui ci troviamo di fronte ad
un “nuovo testo”. Un testo che fa suo sia il rigore del discorso filosofico, che la proliferazione semantica del testo poetico, nel senso che i grandi temi del pensiero di Nietzsche sono “sciolti” in un tessuto poetico di grande impatto, fatte di visioni che mostrano lo strato profondo del suo discorso filosofico. Questo significa però che il linguaggio poetico non è semplicemente l’abito che Nietzsche sceglie per esporre i suo argomenti filosofici, questi argomenti sono un tutt’uno con le visioni poetiche, sono per così dire la carne di questi temi. Esporre ad esempio il tema dell’eterno ritorno mediante una visione enigmatica non è per Nietzsche una scelta secondaria, ma una necessità che inerisce lo stesso significato del tema, la visione è cioè un tutt’uno con il senso dell’eterno ritorno.
Un’ermeneutica dell’opera di Nietzsche richiede quindi questa premessa, in cui cioè forma e contenuto vengano ascoltati come un unicum. Questo unicum mo-stra il tramonto dell’Occidente e l’aurora di una nuova dimensione dell’uomo. Pars destruens e pars con-struens sono qui intimamente “inanellati”, e si incarnano in visioni straordinariamente significative.
Lo Zarathustra non è certamente un personaggio che Nietzsche si è inventato. Zarathustra è colui che deve annunciare una nuova dimensione del mondo e quindi dell’essere. Il titolo dell’opera è Così parlò Zarathustra. Questo significa che il compito di Zarathustra è quello di parlare: «Zarathustra è un parlatore» che porta un annuncio. Nella lingua tedesca la parola che indica il carattere orale dello Zarathustra è Fürsprecher, che significa sia portavoce che avvocato. Ed infatti nel brano Il convalescente Zarathustra dice «Io, Zarathustra, l’avvocato della vita, l’avvocato del dolore, l’avvocato del circolo».
Chiarisce Heidegger: «Zarathustra parla a favore della vita, della sofferenza, del circolo, e questo egli proclama. Questi tre termini; “vita – sofferenza – circolo” sono connessi, sono la stessa cosa». Dire che tutti e tre questi termini sono la stessa cosa vuol dire che si alimentano vicendevolmente. La vita per Nietzsche è sinonimo di volontà, di potenza, ma ogni cosa che vive soffre. Il mondo è un insieme di forze che si contra-stano, si urtano, tutte spinte dalla stessa tendenza, appunto la volontà di potenza.

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