Il nuovo libro di Fernando Cecchini in uscita a Marzo 2016
EDITO DA NeP edizioni.
IL LIBRO.
Se pur completo è schematico e di semplice lettura, ciò ne fa un testo per tutti; è adatto a quanti vogliono capire cosa accade nel mondo del lavoro, hanno bisogno di consigli circa la situazione che stanno vivendo, vogliono conoscere punti di riferimenti e di aiuto o chiarimenti circa l’ attività dei sportelli di ascolto, vogliono notizie sulle leggi a difesa dei lavoratori o quanto il parlamento propone, vogliono sapere quali sono i danni risarcibili e le patologie provocate da atteggiamenti persecutori. Vogliono “Capire come tutelarsi nel mondo del lavoro che cambia”.
Lo “Sportello d’Ascolto” CISL
Negli anni 2000/2002 lo sportello per la scarsa conoscenza del mobbing registrava un basso numero di presenze. Nell’intervallo 2002/2007 si è avuta una esplosione dovuta alle prime sentenze vinte dai lavoratori. Dal 2007 ad oggi è evidente la crisi economica, per cui il lavoratore rinuncia ai propri diritti a favore di farmaci “tranquillanti”. In altre parole la quantità di accessi è minore ma le situazioni estremamente più gravi e complesse. Dal grafico si evince una diminuzione costante dei lavoratori con un incremento delle lavoratrici; il punto di intersezione è il 2008 poi continua pressoché in parità sino al 2010 da dove è iniziata una netta discriminazione verso le lavoratrici strumentalizzando per l’allontanamento: la maternità, l’assistenza agli anziani, gli impegni familiari, l’età ecc.
– Stress lavoro-correlato
– Molestie e violenze sul posto di lavoro
– I danni risarcibili
– Le patologie stress correlate
– Inail e Costrittività Organizzativa
– Breve rassegna delle leggi sul lavoro
– Le leggi regionali
– Il Jobs Act
– L’impegno della CISL
– La tutela legale del lavoratore
– Consigli / suggerimenti orientativi
– Il Dialogo Sociale Europeo
– Pubblico Impiego – CUG
– EU – Occupational Safety and
Health Strategic Framework 2014-2020
– I rischi psico-sociali in Europa
– La seconda indagine europea
sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2)
“Il buco nero è un oggetto la cui forza di gravità è talmente intensa che nulla può sfuggirgli, nemmeno la luce”, J. Wheeler 1968. Come il mobbing così devastante che distrugge:
il lavoratore, la famiglia, l’azienda che lo consente ed il Paese che lo tollera.
L’autore
Cav. Fernando Cecchini
Sportello d’ascolto Disagio Lavorativo / Mobbing cell 330967012
e-mail: mobbing@cisl.it f.cecchini@cisl.it Cecchini Fernando Skype name fernandomobbing
c/o CISL Roma e Lazio via Mozart 77 00159 Roma
e
8 marzo 2016
Quando si parla di violenza sulle donne si è portati a pensare ad azioni efferate e violente che
avvengono spesso in famiglia o nella società e che hanno, talvolta, il loro epilogo drammatico nei
“femminicidi”; ma una violenza più subdola si sviluppa spesso anche nel contesto lavorativo sotto
forma di comportamenti discriminatori o vessatori connessi all’attività lavorativa, in questi casi non
si tratta di normali vertenze, in questi casi è qualcosa di più. Spesso nelle parole delle lavoratrici che
si rivolgono a noi per problemi correnti dobbiamo riconoscere l’esistenza di ‘altri’ problemi, difficili
da individuare e talvolta da confessare.
dal libro di Cecchini Fernando
“Dal mobbing al disagio allo stress correlati al lavoro”
Capire per tutelarsi nel lavoro che cambia
Vivere il mobbing tramite lo “Sportello d’Ascolto” è come veder sparare sulla croce rossa e
dover rimanere impotenti senza possibilità di reagire; significa condividere in sofferenza l’infamia
che esiste nel mondo del lavoro dove la mancanza di alternative e la disoccupazione galoppante
rendono esponenziale lo strapotere del datore di lavoro, anche grazie alla legge “Fornero” e al “Jobs
Act” che hanno reso più deboli lavoratori già inermi e con poche difese. Conoscerai la lavoratrice
disperata, con problemi mentali, addetta alle pulizie e beffeggiata dai colleghi, a cui vengono sotto
dettatura fatte scrivere le dimissioni con termini che la poverina non conosce. Riceverai l’anziana
barista, che a seguito di patologie dovute a stress ha subito una seria operazione all’apparato
digerente, licenziata per giusta causa durante la malattia. Ascolterai la lavoratrice, sola e monoreddito
con figli minori con importanti patologie (legge 104), perseguitata con più lettere di contestazione e
controllata finanche all’interno della toilette dal datore di lavoro. Chiederà supporto la lavoratrice
insultata, beffata, perseguitata, portata via dal “118” in preda ad una crisi depressiva, a cui si contesta
l’allontanamento dall’azienda senza permesso. Ti chiederà aiuto la lavoratrice che, al rientro dalla
maternità, l’azienda ha trasferito a 100 chilometri da casa. Ha bisogno di un consiglio l’impiegata che
si vuole obbligare a firmare una falsa denuncia pena il licenziamento.
Rifletterai su storie di lavoratrici licenziate per giusta causa, in quanto i motivi del datore di lavoro
sono sempre cause giuste; assisterai a lavoratrici licenziate con lettere di contestazione contenenti
sino a 10 differenti argomentazioni, tanto una alla fine ci azzecca, a cui il giuslavorista dell’azienda,
profumatamente pagato, comunicherà: Le giustificazioni da Ella rese in sede di audizione sono
ritenute dalla azienda prive di qualsiasi fondamento e per certi versi anche confessorie e come tali
inidonee a revocare in dubbio gli addebiti contestati e la grave condotta da Ella posta in essere. Così
in pochi minuti il datore di lavoro quale accusatore e giudice si sbarazza della lavoratrice. E la
soluzione? Un vicolo cieco! Lavoro non ce ne, soldi per vivere non ce ne sono, la vita va avanti,
l’affitto, le spese, gli alimenti, le patologie, il mutuo, i figli, la scuola. Quale vittima di evidenti
prevaricazioni speri nella giustizia, nella legge, legge che non c’è in quanto i parlamentari hanno altro
da fare; fortunatamente nel 1942 l’Italia, dove non esistevano problemi, scrisse un articolo del c.c., il
2087, che ti viene in aiuto. Vai dall’avvocato, ma vuole soldi, in ogni caso si va dal giudice per far
valere le proprie ragioni. E i testimoni? Per te non ce ne sono, tutti gli ex colleghi sono pronti a
testimoniare le sacre ragioni del datore di lavoro. Comunque non puoi fare altro e, rinvio dopo rinvio,
se va bene dopo 3 anni l’azienda, che ha sempre meno di 15 dipendenti, gli altri sono in nero, potrebbe
essere condannata e potresti avere come risarcimento 2 o 3 mensilità e dovrai anche ringraziare Dio
per essere ancora viva e non esserti suicidata. Dimenticavo, forse non lo sai, nel tuo Paese:
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in
modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
P.S. quanto denunciato è reale e disponibile a testimonianze. mobbing@cisl.it Fernando Cecchini
0 Comments
No comments!
There are no comments yet, but you can be first to comment this article.