IL TRIONFO DI BACCO E ARIANNA
E’ l’invito alla vita, è il “Carpe Diem”. Lorenzo De Medici prende spunto dal Carnevale a Firenze in cui si usava travestirsi e andare in giro a cantare ballate. Lorenzo le ballate le componeva, componeva questi cosidetti canti carnacialeschi. Il tono scherzoso della maggior parte di questi canti finiva, tuttavia, per sacrificare inevitabilmente tutta la potenza poetica e ne inibiva tutto il potenziale lirico. Nel caso del “Trionfo di Bacco e Arianna”, invece, avviene il miracolo: Versi sorprendenti che diventano quasi un inno alla vita, a viverla perchè esiste ora e qui, perchè poi passa e non si sa se ritorna. Proprio come quel “Trionfo”, il carro mascherato sul quale ci sono uomini e donne travestiti, Bacco e Arianna, i satiretti, le ninfe, tutti giovani e belli. Il carro passa e con esso passa il Tempo…e la giovinezza. E di domani non c’è certezza. Lorenzo il Magnifico visse solo 43 anni, dal 1449 al 1492, e a soli 20 anni, avendo perso il padre, si trovò a governare la città di Firenze: Lo fece con forza e con la passione di chi sapeva cogliere tutti i lati belli della vita.
Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ‘l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Queste ninfe anche hanno caro
da lor esser ingannate:
ora insieme mescolate
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca, oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s’altri poi non si accontenta?
Chi vuol esser lieto, sia:
del doman non c’è certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sian, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza
Dai “Canti carnascialeschi” di Lorenzo De Medici detto Il Magnifico
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