LA GUERRA AL SUD: UN NUOVO SAGGIO

Galvanor da Camelot (Lino Lavorgna) 

Presentato presso la Reggia di Caserta il saggio, a cura di Felicio Corvese, sui tragici anni della Seconda Guerra Mondiale che seguirono lo sbarco degli Alleati in Sicilia e si conclusero con la resa dei Tedeschi a Caserta. Il saggio raccoglie i contributi di quattordici studiosi che parteciparono al convegno organizzato nel 2015 su iniziativa dell’UNUCI, del Centro Studi Francesco Daniele e dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza.
Presente su gradito invito del Generale Ippolito Gassirà, Presidente della Sezione UNUCI di Caserta, non ho mancato di esternare il mio pensiero sulla necessità di “girare pagina” e offrire una “lettura” delle vicende storiche scevra di quelle partigianerie che, da una parte e dall’altra, servono solo a perpetuare una visione distonica degli eventi, che dopo oltre settanta anni andrebbero contestualizzati e proposti nella loro essenza più cruda e realistica, senza mistificazioni.
Dagli interventi degli oratori, a onor del vero, in particolare da quello di Guido D’Agostino, direttore della rivista “Meridione”, è trasparsa una sia pur lieve propensione in tal senso e non sono mancati gli spunti critici sul comportamento assurdo e complice di grandi fette della società civile. E’ senz’altro un segnale positivo, ma la strada da percorrere è ancora lunga e “tutta” la storia è completamente da riscrivere, cancellando le mostruose aberrazioni fagocitanti che ci portiamo dietro sin dai banchi delle scuole elementari.
Nondimeno il saggio in questione ha una sua indiscussa valenza scientifica in quanto mette in luce avvenimenti di non secondaria importanza, del tutto trascurati o solo marginalmente affrontati dagli storici. Occore solo fare attenzione – lo scrivo soprattutto a beneficio dei giovani – a qualche eccesso nell’apologia della resistenza (in particolare per quella “registrata” nel Sud) e va respinta senza indugio la tesi propugnata dal siciliano Rosario Mangiameli, che considera una “bufala” l’aiuto della mafia agli Alleati, sicuramente per “smacchiare” l’operazione bellica di quegli elementi che, in qualche modo, potrebbero intaccarne la portata ideale. Tentativo insulso perché non vi è cosa peggiore della mistificazione. La storia dell’umanità è piena di “compromessi oscuri”, a qualsiasi latitudine, e compito dello storico è portarli alla luce e non certo obnubilarli.

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