“La leggenda del Piave”

Oggi 24 Maggio viene quasi naturale pensare alla famosa “Leggenda del Piave”. Una delle più note e suggestive canzoni della nostra storia. Essa è un’appassionata rievocazione di quattro momenti drammatici della guerra illustrati da ciascuna strofa della canzone: la marcia dei soldati verso il fronte; la ritirata di Caporetto; la difesa del fronte sulle sponde del Piave e la vittoriosa offensiva finale.
In essa trionfano i concetti di “Patria – Eroe – Nemico” e non trovano posto le vicende quotidiane della guerra fatte di privazioni e sofferenze.

Come è ben noto ai più essa dice:

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio, dei primi fanti il 24 maggio.
L’esercito marciava per raggiunger la frontiera e far contro il nemico una barriera…
Muti passaron quella notte i fanti, tacere bisognava e andare avanti!
S’udiva intanto dalle amate sponde, sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero, il Piave mormorò: “Non passa lo straniero!”
Ma in una notte trista si parlò di un tradimento e il Piave udiva l’ira e lo sgomento,
Ahi quanta gente vista venir giù, lasciare il tetto, per l’onta consumata a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti, venivano a gremir tutti i suoi ponti,
S’udiva allor dalle violate sponde, sommesso e triste il mormorio de l’onde.
Come un singhiozzo in quell’autunno nero, il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!”
E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame, volea sfogare tutte le sue brame.
Vedeva il piano aprico di lassù: volevan ancora, sfamarsi e tripudiare come allora!
“No!” disse il Piave, “No!” dissero i Fanti, “Mai più il nemico faccia un passo avanti!”Si vide il Piave rigonfiar le sponde, e come i fanti combattevan l’onde,
rosso del sangue del nemico altero, il Piave mormorò: “Indietro lo straniero!”

Troviamo altre numerose canzoni di guerra soprattutto nel corpo degli alpini: molte parlano delle battaglie, altre sono semplicemente un inno all’Italia o al valore alpino.
Moltissime sono veramente tristi, mettono in risalto gli aspetti crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori ed infine la morte di tanti soldati “tutti giovani sui vent’anni”.

Cenni storici (significato dei versi e cronologia degli eventi)

Nella notte tra il 23 e il 24 maggio del 1915 l’Italia entrava in guerra: era l’occasione per completare il processo di unità nazionale e liberare il Trentino e la Venezia Giulia dal dominio austriaco. Il nostro esercito, nel marciare coraggioso e silenzioso verso la frontiera con l’Austria, passò sul fiume Piave, che espresse poeticamente la sua gioia con il tripudio delle onde.

24 ottobre del 1917, il nemico ruppe il fronte orientale italiano a Caporetto; tutte le nostre forze ebbero l’ordine di arretrare onde evitare l’accerchiamento. Le perdite furono pesanti e ad esse si accompagnarono le polemiche.

Si dovettero richiamare le riserve e arruolare i giovani di 18 anni, classe 1899, che per il valore ed il coraggio dimostrato meritarono l’appellativo di “classe di ferro”. Il Piave divenne il simbolo della Patria che fu difesa con rinnovata determinazione sotto la guida del Gen. Armando Diaz.

Sulla nuova frontiera Monte Grappa-Piave si decidevano le sorti della guerra. La poderosa offensiva scatenata dagli austriaci nel giugno 1918 cozzò contro l’eroica resistenza degli italiani; le divisioni nemiche dovettero “ripassare in disordine il Piave, sconfitte e incalzate dalle nostre valorose truppe” come si espresse nel bollettino di guerra il Gen. Diaz.

La battaglia del Piave è stata una delle più gloriose della storia d’Italia: costò all’Austria 150.000 uomini e fu l’inizio della sconfitta. Gli austriaci e gli alleati tedeschi videro “cadere come foglie morte” nelle acque del Piave le loro speranze di vittoria, come scrisse il comandante tedesco Ludendorff dopo la guerra.

Il 24 ottobre 1918, proprio nel giorno anniversario della sconfitta di Caporetto, l’esercito italiano lanciò una massiccia e generale offensiva che portò alla vittoria dell’Italia, chiamata di Vittorio veneto, dal luogo dove avvenne per prima lo sfondamento delle linee nemiche.

L’avanzata italiana fu travolgente; dopo aver catturato centinaia di migliaia di prigionieri, il 3 novembre le truppe italiane entrarono in Trento e Trieste. Lo stesso giorno l’Austria si arrese e firmò l’armistizio, che sanciva la cessazione della guerra per il 4 novembre.

Solo allora si placarono le acque del Piave, quando furono sconfitti gli imperi oppressori e la Pace trovò gli italiani liberi sul patrio suolo, dalle Alpi al mare.

Questa la Grande Storia condensata nella “Leggenda del Piave”, la Storia di una guerra non di offesa ma di difesa della Patria, sostenuta dal popolo e valorosamente combattuta da nostri soldati per il completamento dell’unità d’Italia.

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