Le criticità del Sistema Museale Provinciale
Amici del Museo Campano di Capua
In questi giorni ho avuto modo di consultare la guida curata da Pietro Di Lorenzo – edita da Saletta dell’Uva – sul “Sistema dei musei in Provincia di Caserta”. A scanso di equivoci preciso che si tratta di una pubblicazione utile, che contribuisce a far conoscere la rete dei musei territoriali ed il nostro patrimonio artistico.
Nello stesso tempo, in quanto coordintore della rete Amici del Museo Campano, ho il dovere di evidenziare alcuni limiti e criticità del volumetto. In primo luogo va rilevata l’anomalia di un “sistema museale” territoriale che non comprende il Museo Campano, uno dei più importanti a livello nazionale, che giustamente il grande archeologo Maiuri definì come uno dei “monumenti più insigni della civiltà italica”. E’ dovere di tutti riparare a questa anomalia, a partire dalla Regione e dalla Provincia, su cui ricadono le principali responsabilità per insipienza ed incopentenza di chi gestiva l’ente negli anni in cui è stata varata l’apposita delibera regionale.
Da tempo come rete delle associazioni abbiamo richiesto con forza il varo di un protocollo d’intesa tra le varie istituzioni (compreso il Mibact e Comnune di Capua) per una adeguata valorizzazione e promozione dello stesso Museo, tanto apprezzato e conosciuito in tutto il mondo, quanto ignorato e negletto dai cittadini e dalle istituzioni locali.
In merito ai contenuti della guida mi permetto di avanzare alcune osservazioni per l’attenzione che viene dedicata ai vari siti. Tanto per cominciare, al Museo Campano, alle sue sale 36 espositive (ricche di opere e reperti unici al mondo, come le Matres Matutae e la collezione delle Tanagrine, per fare solo alcuni esempi), viene dedicata solo la paginetta n 68. Mi sembra un’offesa al confronto dello spazio dedicato ad altre realtà e a siti meno prestigiosi. Ad esempio, al Museo di Arte Contemporanea del Comune di Caserta – tra l’altro capofila del sistema provinciale, che di solito è vuoto quando non ci sono mostre – vengono dedicate oltre nove pagine, dalla 13 alla 22. Al Museo Michelangelo dell’ITIS Buonarroti altre dieci pagine, dalla 27 alla 36; come pure al Museo Civico di Maddaloni, dalla 39 a 48 ed al Mucirama di Piedimonte Matese. E per finire veniamo al Museo Storico di S. Pietro Infine a cui sono dedicate oltre dieci pagine.
Per altri siti archeologici (come quelli di Alife, di Atella e di S. Maria CV) riscontriamo una buona ed equilibrata documentazione, che può essere di grande utilià per turisti e studiosi, per gli amanti della nostra storia e della nostra memoria.
Anche alla luce di queste criticità, come rete Amici Museo Campano, d’intesa con la nuova Presidenza del CdA, ci stiamo muovendo per fare giustizia degli errori del passato e per dare una più adeguata visibilità, fruibilità al nostro importante monumento. A tal fine abbiamo richiesto al Presidente Regione Campania di intervenire per cominciare a sanare alcune discriminazioni adottate con la ripartizione dei fondi già disponibili, che finora hanno penalizzato il nostro museo a confronto degli altri di livello provinciale. Nello stesso tempo chiediamo di rivedere la Deliberadi Giunta adotata in attuazione della Legge Regionale 12/2005 che ha istituito il sistema Provinciale di Terra di Lavoro, nel quale va recuperato ed inserito il Museo Campano, riconoscendo il suo ruolo e valore primario.
Infine, siamo in fase di avvio del percorso per il lancio del primo progetto di Art Bonus a livello provinciale (fondato sul mecenatismo delle imprese) con l’incontro già programmato per il 29 ottobre pv presso la Camera di Commercio, con Confindustria e le altre associazioni datoriali.
Pasquale Iorio
Coordinatore Caserta, 14 ottobre 2018
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