Lettera aperta al Vescovo D’Alise di Sergio Tanzarella

Gentilissimo vescovo D’Alise,

                                                      come ben sa circa 20 giorni fa le inviai una lettera in cui le chiedevo notizie della mancata riapertura della Biblioteca diocesana chiusa ormai dal mese di luglio e le segnalavo il grande disagio che ciò procurava a me e a molti altri. Apprendo ora che circola la notizia a mezzo stampa che la Biblioteca riaprirà il 2 dicembre. Dal momento che lei non ha ritenuto opportuno rispondere alla mia garbatissima lettera, mi vedo costretto, mio malgrado, a scriverne un’altra, ma pubblica e puntuale su alcune questioni dirimenti. Innanzitutto considero molto grave tenere chiusa una Biblioteca per mesi senza dare una spiegazione e lasciarci in attesa senza notizie. E anche questa annunciata ulteriore attesa di un altro mese mi appare una dilazione incomprensibile e immotivata. Tuttavia ciò che è necessario chiarire è come si intende procedere. La Biblioteca sarà aperta tutti i gironi dal mattino fino a sera come era prima del suo arrivo o si ridurrà ai tre pomeriggi scarsi dell’ultimo anno? E per la nuova tornata di abbonamenti 2020 alle tante riviste in catalogo sono previsti i necessari finanziamenti? E ugualmente sono previsti finanziamenti per le nuove acquisizioni? La Biblioteca è un essere vivo, non un polveroso museo e ha bisogno di continui aggiornamenti. Il suo funzionamento dovrebbe essere una delle priorità assolute di una diocesi. Per anni essa ha rappresentato in questa disastrata città quasi l’unico faro di cultura e di servizio alla cultura, che poi è servizio agli esseri umani, una autentica opera di misericordia e di carità. Poiché è proprio la promozione della cultura ad essere propedeutica alla stessa evangelizzazione. A Caserta tantissimi erano i giovani che la frequentavano e che vi si incontravano rendendo il palazzo della Curia un luogo finalmente vivo ed umano. Il danno della sua chiusura è stato enorme e incalcolabile. Come ugualmente grave è stato privare, di fatto, Caserta della sala conferenze della stessa Biblioteca. Purtroppo si sta realizzando quanto prospettavo all’epoca della paventata e poi realizzata chiusura dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose: la Biblioteca ne avrebbe ricevuto conseguenze negative. Negative quanto ne ha subito la stessa città capoluogo.

Dal momento che ritengo di aver contribuito, e non poco, allo sviluppo del patrimonio librario con donazioni di centinaia di libri e recupero completo di riviste per decine di annate, come del resto hanno fatto molti altri condiocesani e concittadini donando generosamente le loro biblioteche personali, vorrei conoscere come si prevede di farla funzionare perché questo aspetto non è marginale ma sostanziale. I nostri libri non possono rimanere ostaggio di chi li ha in custodia. La Biblioteca e il suo patrimonio appartengono a tutti noi e tutti siamo coinvolti nella sua sorte e nel suo futuro. Spero di sbagliarmi ma ho la sensazione che qualcuno possa considerare la Biblioteca e gli ambienti di Curia, come proprietà personale imponendo divieti e sbarrando porte. Essi, invece, appartengono a tutti noi come Chiesa della diocesi di Caserta e tutti ne siamo a vario titolo custodi. Ma lei tutto questo lo sa certo bene, forse sarebbe il caso di rammentarlo a qualcuno che ancora dice “è casa mia” rivendicando formali titoli di proprietà, mentre dovrebbe dire “è casa nostra”, nessuno escluso, perché la Chiesa è casa nostra, e lo è particolarmente per quelli che nemmeno lo sanno. Si tratta di ecclesiologie inconciliabili, ma la prima è rimasta indietro di alcuni secoli, ferma a quel clericalismo assoluto e formale che antepone: il diritto al Vangelo; i costumi, le diplomazie, le carriere e le mondanità del passato, e purtroppo ancora del presente, alla forza liberatrice dello Spirito.

Ricordiamoci a vicenda nella preghiera.

Caserta, 2 novembre 2019                                        Sergio Tanzarella

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