Letteratitudini parla di Jacques Prévert e ricorda alcune delle sue poesie più belle.

Jacques Prévert nasce il 4 febbraio del 1900 a Neuilly-sur-Seine, un comune nei pressi di Parigi che ha legato il proprio nome a illustri politici, ricchi uomini d’affari ed artisti di fama mondiale. Charles Baudelaire e Gertrude Stein hanno vissuto a Neuilly-sur-Seine e dopo di loro Marcel Duchamp, Raymond Queneau e i tanti altri maestri dell’arte e della letteratura.

Prévert cresce nella Francia che sta assistendo alla nascita del surrealismo e negli Anni Venti trasloca a Montparnasse, il quartiere degli artisti sulla rive gauche della Senna. Se la Francia rappresenta uno dei riferimenti culturali dell’epoca, Montparnasse è la vera e propria culla delle avanguardie, accogliendo gli incontri tra Raymond Queneau, autore dei calligrammi più famosi, e André Breton, teorico del surrealismo.

L’incontro con gli artisti surrealisti trasforma la vita di Prévert che pubblica le sue prime opere nel 1930, inaugurando un periodo di febbrile attività. Prévert si muove, infatti, con eccezionale talento ed inesauribile creatività tra teatro, cinema e poesia.

Fino a metà degli anni Sessanta Jacques Prévert dona al mondo opere immortali, prima che una lunga malattia non lo induca a ritirarsi a vita privata per l’ultimo decennio della sua vita che si conclude nel 1977, pochi mesi prima della morte di Roberto Rossellini, altro maestro del Novecento.

Le Poesie di Prévert

I componimenti di Prévert sono molto noti al grande pubblico, anche fra coloro che solitamente non leggono le poesie, forse per la ragione d’essere antiche e quindi immortali. Nulla è più antico dell’amore narrato da Prévert con le parole appassionate di coloro che provano i brividi del colpo di fulmine e con la disillusione del poeta esistenzialista. 

Il Maestro ci ha donato poesie da leggere a voce alta, la quale impreziosisce di significati profondi opere quali “I ragazzi che si amano”, compiendo un gesto eversivo che si veste di provocazione verso il mondo, o “Questo amore”, un’ode da gridare come un’invocazione. 

“Per te amore mio” è un elogio alla libertà ed il “Mazzo di fiori” ci ricorda come l’attesa del vincitore faccia appassire la corona di fiori, insieme alla donna che conserva inutilmente il prezioso dono aspettando il momento ideale.

Amore, ironia, lotta sociale, pacifismo sono alcuni dei temi trattati dal poeta francese che sa alternare sensualità e anarchismo, musicalità ed ironia, sentimenti nobili e gente della strada, con una tale maestria che non può lasciare indifferenti. I protagonisti delle poesie di Prévert sono eterni nei loro intensi sentimenti e nei loro corpi pieni di vita, così umani da lasciare interdetti mentre camminano sotto la pioggia grondanti di gioia. 

Probabilmente “Paroles” è una delle raccolte di poesie più famose del Novecento, un successo editoriale notevole fin dalla sua prima pubblicazione avvenuta nel 1946, quando il mondo intero voleva cancellare dai propri occhi gli orrori della Seconda Guerra mondiale ed i giovani francesi compresero immediatamente che i versi di Prévert rappresentavano la miglior cura per gli animi feriti, ieri come oggi.

Cinema e Teatro di Prévert

La fama mondiale raggiunta da Prévert con le sue poesie, interpretate da attori di ogni nazionalità e lette da milioni di persone comuni, ne ha talvolta offuscato i successi in ambito teatrale e cinematografico che pure sono notevoli. Complice il fratello regista, Jacques Prévert ha, infatti, ottenuto grandi riconoscimenti come sceneggiatore, cominciando una brillante carriera con il teatro sociale.

Il contesto è quello della Francia degli Anni Trenta, in piena seconda guerra mondiale, ed il suo gruppo di lavoro è la Compagnia chiamata Gruppo d’Ottobre, nome che racchiude un chiaro omaggio alla Rivoluzione dell’Ottobre 1917.

Il palcoscenico è fornito dai teatri e dalle officine, dalle strade e dai caffé parigini, luoghi in cui gli attori e i registi ricercano di un rapporto diretto con il pubblico formato da gente comune che sciopera e crede fermamente nella libertà anelando la pace.

L’esperienza del teatro civile prosegue sul grande schermo, dove Prévert opera con il celebre regista Marcel Carné e con attori del calibro di Jean Gabin. “Il porto delle nebbie” del 1938 rappresenta forse il punto più elevato della collaborazione tra i tre talenti che resero celebre il cinema francese.

La vena creativa di Prevert e Carné prosegue poi con il capolavoro “Gli amanti perduti”, uscito nel 1945, un altro dei film più celebri del cinema francese.

Jacques Prévert è poeta della parola (una parola vicina alla lingua parlata e alla vita quotidiana), sincero ammiratore dell’amore, di un amore tradito, odiato, perduto, ma sempre ricercato in quanto unica salvezza del mondo.

Ecco il video della giornalista Matilde Maisto

https://www.facebook.com/matilde.maisto/videos/1192334067911647

Le più belle poesie di Jacques Prévert

I ragazzi che si amano

I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

**

Paris at night

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vedere tutto intero il tuo volto
Il secondo per vedere i tuoi occhi
Il terzo per vedere la tua bocca
E l’oscurità intera per ricordare tutto questo
Mentre ti stringo fra le braccia.

**

Ubriaca di te

E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia spaccata
E il grande letto era aperto
e la porta serrata
E tutte le stelle di vetro
della felicità e della bellezza
splendevano nella polvere
della stanza in disordine
E io ero ubriaco morto
e tutto una vampa di gioia
e tu ubriaca viva
nuda tra le mie braccia.

**

Canzone

Che giorno siamo noi
Noi siamo tutti i giorni
Amica mia
Noi siamo tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo e noi viviamo
Noi viviamo e noi ci amiamo
E noi non sappiamo che cosa è la vita
E noi non sappiamo che cosa è il giorno
E noi non sappiamo che cosa è l’amore.

**

Mio malgrado…

Assunto mio malgrado nella fabbrica delle idee
mi sono rifiutato di timbrare il cartellino
Mobilitato altresì nell’esercito delle idee
ho disertato
Non ho mai capito granché
Non c’è mai granché
né piccolo che
C’è altro.
Altro
vuol dire che amo chi mi piace
e ciò che faccio.

**

Il giardino

Mille anni e poi mille
Non possono bastare
Per dire
La microeternità
Di quando m’hai baciato
Di quando t’ho baciata
Un mattino nella luce dell’inverno
Al Parc Montsouris a Parigi.

**

Alicante

Un’arancia sulla tavola
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto tu
Dolce presente del presente
Freschezza della notte
Calore della mia vita.

**

Il mazzo di fiori

Che fai laggiù bambina
Con quei fiori appena colti
Che fai laggiù ragazza
Con quei fiori seccati fiori
Che fai laggiù bella donna
Con quei fiori che appassiscono
Che fai laggiù già vecchia
Con quei fiori che muoiono
Aspetto il vincitore.

**

Piccolo paesaggio di Bretagna

Com’è bello questo piccolo paesaggio
Questi due scogli questi pochi alberi
e poi l’acqua e poi il fiume
com’è bello
Pochissimo rumore un po’ di vento
e molta acqua
E’ un piccolo paesaggio di Bretagna
può stare nel palmo della mano
quando lo si guarda da lontano.
Ma avvicinandosi non si vede più nulla
si urta contro uno scoglio o contro un albero
ci facciamo male
è peccato.

**

Tempo perso

Davanti alla porta dell’officina
l’operaio s’arresta di scatto
il bel tempo l’ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
strizza l’occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

**

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