L’incomprensibile silenzio del Qurinale

di Raffaele CARDILLO

 

Nonostante l’invito del primo agosto c.m . al Quirinale, di autorevoli costituzionalisti, primo fra tutti, Gustavo Zagrebelsky e dei 400 comitati territoriali promotori del <NO>, circa la propensione da parte del servizio pubblico radiotelevisivo per il <SI’>, oscurando le ragioni dei dissenzienti, al prossimo Referendum d’autunno: a tutt’oggi pare che non si abbia avuta alcuna risposta, ritardo, forse dovuto al clima ferragostano, comunque, non disperiamo, ed è possibile che quantomeno a breve, si avranno delle risposte chiarificatrici sull’argomento.

La motivazione della richiesta di cui sopra, è da attribuire alla smaccata partigianeria dell’Ente televisivo a favore dei sostenitori <dell’Italicum> e dello smembramento della Costituzione.

Tale evento è giustificato dall’occupazione, da parte del Governo con nomine pilotate e <ad hoc>, dei gangli vitali dell’informazione, ovvero i telegiornali delle tre reti Rai: una copertura totale che sommata ai vari giornali, foraggiati dal regime, si ha un’immagine desolante e avvilente, dell’asservimento totale del quarto potere (stampa) e quinto potere (televisione) ai voleri della leadership governativa.

Una situazione inedita, mai verificata, anche col peggior Berlusconi, dalla quale bisogna prendere immediatamente le distanze, e solamente un intervento deciso e solenne, del nostro Presidente Mattarella, che in qualità di garante della Costituzione, dovrà levare la sua voce in difesa dei diritti ignobilmente minacciati da coloro che hanno fatto delle pubbliche Istituzioni un uso privato.

Aspettiamo trepidi il monito dell’Inquilino del Colle, per un riequilibrio dell’Informazione, e dissentiamo su quanti la pensino diversamente, circa un suo silenzio sulla vertenza: non possiamo credere che la Massima Istituzione dello Stato abdichi al suo ruolo di <super partes>!

Volevamo significare, a chiusura, a chiunque abbia un’immagine distorta dei mezzi radio-televisivi, che la Rai non è proprietà del Governo, né della maggioranza, ma un servizio pubblico finanziato dalla collettività attraverso < IL CANONE>!

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