Maria Cristina di Savoia e fine giubileo
Il Giubileo della misericordia si avvia alla fine e come avvenuto per sant’Alberto “padre dei poveri” – cfr. allegato – sarebbe bello se anche per la beata Maria Cristina di Savoia si facesse un’opera – ad esempio presso la sua tomba – che la rappresentasse quale “madre dei poveri” come segno e ricordo del presente anno santo.
Sant’Alberto, padre dei poveri Misericordia, bellezza che salva
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Il Giubileo della misericordia si avvia alla fine e uno dei ricordi di tale evento sono certamente le diverse istituzioni caritative messe in opera. Ma oltre a questo vi sono anche dei segni quali l’icona di sant’Alberto da Rivolta d’Adda – vescovo di Lodi dal 1168 al 4 luglio 1173 – “scritta” da Donatella Beltrame. La definizione di “padre dei poveri” che fin dall’inizio la liturgia diede a san Francesco d’Assisi (cfr. Franciscus liturgicus, Padova 2016), è l’aspetto raffigurata da tale immagine come si può cogliere dalla seguente descrizione
La figura di sant’Alberto, circondata dall’aureola della santità, occupa la parte centrale della tavola. Il Santo è rappresentato frontalmente nell’atto di donare l’elemosina ai poveri. Il denaro, contenuto in uno scrigno sorretto dalla mano destra, non diminuisce mai, grazie all’intervento di un angelo, a ricordare la sua infinita generosità, come testimoniano le fonti biografiche.
Il Santo indossa le vesti sacerdotali: l’amitto, il camice, la cotta, la casula e il pallio con tre croci. Sul capo porta la mitra e nella mano sinistra tiene il pastorale che richiama la funzione del vescovo che guida per i fedeli sul cammino della fede.
Il volto è sereno e lo sguardo si perde nell’infinito a significare l’abbandono dell’animo a Dio consolatore e misericordioso.
A destra dell’immagine sono state raffigurate delle montagne che ricordano i giorni che il Santo ha vissuto a Bergamo dove si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni di Federico Barbarossa. Dalle stesse cime sgorga la sorgente del fiume Adda che bagna Rivolta, paese che gli ha dato i natali e dove ha svolto, come parroco, la sua missione pastorale e Lodi, città nella quale è stato vescovo dal 1168 al 1173.
Simbolo di Rivolta d’Adda è la Basilica di Santa Maria Assunta e San Sigismondo disegnata nella sua originaria struttura, priva del pronao, con le cappelle laterali addossate alla parete nord e con il campanile con il tetto a capanna. La città di Lodi è rappresentata dal Duomo che si erge maestoso sulla piazza.
Ai piedi del santo sono raffigurati a sinistra un gruppo di poveri in atto di chiedere l’elemosina e a destra due persone una delle quali accompagna un ammalato che tende la mano. La campagna coltivata è verdeggiante come è per le fertili terre di Lombardia.
In alto, sulla destra, è rappresentata la “Benedizione greca”. Il pollice e l’anulare della mano destra si uniscono lasciando l’indice diritto e formando, in questo modo, l’anagramma di Cristo IC XC, simbolo dell’unione, in Cristo, della natura divina e di quella umana.
Da La Voce di S. Alberto. Bollettino parrocchiale di Rivolta d’Adda, luglio 2016, pp. 3-4.
Per un approfondimento cfr. https://it.zenit.org/articles/verso-il-giubileo-con-sant-alberto-da-rivolta-d-adda/
Verso il giubileo con sant’Alberto da Rivolta d’Adda …
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