Matilde Maisto di Cancello ed Arnone news intervista l’avv. Anna Maria Noviello, Presidente dell’AID (Associazione Italiana Dislessia)

Cancello ed Arnone (Redazione) – Nell’ambito della Rubrica #RitroviAMOci: cultura, territorio e tradizioni, venerdì 8 Maggio 2020 la giornalista Matilde Maisto ha intervistato l’avv. Anna Maria Noviello, presidente dell’AID (Associazione Italiana Dislessia) Sezione di Caserta.

L’incontro ha avuto luogo rigorosamente in video conferenza con la partecipazione della dottoressa Tania Parente e la prof.ssa Lucia Petrella entrambe eccellenti collaboratrici AID della sezione casertana.

Dopo i doverosi saluti Matilde Maisto ha preso la parola precisando: – sappiamo che in Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe. Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici. Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come “è intelligente ma non si applica”. Questi ragazzi in effetti non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.

  • Ma allora io le chiedo dottoressa che cos’è la Dislessia?

La Dislessia è il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA). I DSA sono disturbi del neuro sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che in genere si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: DISLESSIA, disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo; DISORTOGRAFIA, disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica; DISGRAFIA, disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell’abilità motoria della scrittura; DISCALCULIA,  disturbo specifico dell’abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri. Questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.

  • Come nasce in un genitore il sospetto che il proprio figlio possa essere dislessico? E che cosa può fare al riguardo?

Se si hanno dubbi che un bambino/ragazzo abbia difficoltà d’apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica. La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti mediante specifici test. Per tale valutazione ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), oppure a specialisti che svolgono privatamente la libera professione. In tal caso è consigliabile contattare la sede dell’Associazione Italiana Dislessia più vicina per conoscere la normativa regionale e sapere quali sono i centri privati autorizzati.

 

  • A chi bisogna rivolgersi per avere una diagnosi?

Per chiedere una diagnosi di DSA bisogna rivolgersi all’ASL. E’ anche possibile rivolgersi a un privato (neuropsichiatra e/o psicologo) convenzionato o accreditato dall’ASL in base alla Consensus Conference 2012.

  • Il logopedista può fare una diagnosi?

La valutazione e la stesura della diagnosi sono di stretta pertinenza specialistica. Insegnanti, operatori, tecnici della riabilitazione (logopedisti e psicomotricisti), ecc. possono somministrare solo alcuni dei test necessari per una corretta valutazione diagnostica (ad esempio le “Prove MT”). Queste prove non hanno alcun valore diagnostico ma possono essere una prima indicazione per inviare il ragazzo dallo specialista.

  • Avrei voluto, a questo punto, rivolgere alla dottoressa Noviello una domanda piuttosto personale, ossia parlare della sua esperienza vissuta con il figlio, ormai diciannovenne e che cosa avesse significato per lei essere madre di un bambino/ormai uomo con AID.

Ebbene non ho avuto bisogno di porle la domanda perché la dottoressa ha volontariamente parlato di suo figlio con orgoglio di mamma, senza nascondere le difficoltà che ha dovuto affrontare sin dall’inizio, ma facendo anche comprendere che una volta dinanzi alla realtà si sia data da fare per seguire il figlio nel modo migliore, facendo di lui un uomo, diverso si, ma un uomo con infinite  qualità. Lei è stata una madre che non ha lasciato nulla al caso, ha seguito il figlio passo, dopo passo ed il consiglio che si sente di dare a tutte le  famiglie che vivono il medesimo problema è quello di relazionarsi continuamente con  la scuola. Anche se si possono incontrare svariati problemi, non bisogna mai arrendersi e combattere per quello che si ritiene giusto. Nel 2010 è stata emanata la Legge 170 (sui DSA) e nonostante ci siano stati e continuano ad esserci importanti contributi da parte dell’AID, che attraverso la promozione di varie attività, accresce e qualifica la conoscenza di questi disturbi e in particolare della Dislessia Evolutiva, nella quotidianità ancora tante sono le difficoltà degli studenti con DSA, questo perché non sempre a scuola si utilizzano strumenti compensativi e misure dispensative.

 

  • Mi sembra di capire, le dico, che sensibilizzare e informare, non sia sufficiente.

Infatti, mi risponde, è necessaria una formazione continua. E’ importante creare uno “spazio aperto” alle idee, al confronto, al dibattito e alle proposte.

 

  • Si può fare una valutazione/diagnosi negli adulti? Ed esistono trattamenti per i dislessici adulti?

Gli  adulti possono essere sottoposti a delle valutazioni clinico-diagnostiche, con test specifici diversi da quelli utilizzati per i bambini. Le sedi in cui è possibile fare valutazioni agli adulti sono ancora poco numerose. Comunque per gli adulti non è indicato un trattamento riabilitativo. Possono però utilizzare strategie e strumenti abilitativi (soprattutto informatici) in grado di agevolare le attività di studio e lavoro.

A mio avviso l’intervista con la dottoressa Noviello è stata un vero successo, soprattutto per la sua gentilezza, la disponibilità e per le interessanti informazioni fornite. Informazioni che possono essere utili per tante persone che magari, sfortunatamente, vivono situazioni similari. Anche se, per la verità, la dottoressa Noviello non parla di situazioni sfortunate, ma precisa che si tratta di “diversità”. Diversità individuali che devono essere comprese ed affrontate a seconda dei casi.

Ringrazio ancora, dando appuntamento ad  un’altra intervista che si svolgerà domani, sabato 9 maggio 2020 con la signora Maria Tessitore che ci parlerà della sua esperienza di sopravvissuta al Covid 19.

Matilde Maisto

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