Mese Mariano: 19 Maggio 2023

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19. MARIA CI AIUTA A LIBERARCI DAL PECCATO

«Figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie. Chi trova me trova la vita, e ottiene favore dal Signore». Pr. 8,32.35

«Oggi – dice Paolo VI – la parola peccato è taciuta, sembra quasi un termine sconveniente e di cattivo gusto. Ne deriva un’etica folle che tende a rendere lecito tutto ciò che piace e giova e che toglie alla vita il senso profondo derivante dalla distinzione tra il bene e il male e l’avvilisce in una visione finale di angoscia».
Nella Genesi è ben descritto il peccato. La tentazione colpisce ciò che di più bello Dio ha creato nell’uomo: il tentatore mette l’uomo contro Dio, perchè il peccato non è solo una disobbedienza alla Legge, ma la ripulsa dell’Amore Divino e l’uso contro Dio di ciò che è di Dio. Mentre Dio, creando l’uomo a sua immagine e somiglianza, vuole che divenga partecipe della sua Verità, del suo amore, del suo Mistéro e prenda parte alla sua stessa vita, l’uomo lo rifiuta, lo vilipende, lo scaccia dal proprio cuore. Il peccato dunque è un tradimento nei confronti dell’Amore Divino.
Non è solo il Maligno che ci trascina al peccato, ma anche il mondo e soprattutto il nostro io. Noi sappiamo che il Regno di Cristo non è di questo mondo, perchè il mondo lo ha odiato e perseguitato. Fin dalla nascita ha cercato la sua morte, più volte i suoi nemici hanno tentato di ucciderlo, finchè sono riusciti a trascinarlo sulla croce. «Se ha odiato me, odierà anche voi».
Però né il demonio, né il mondo, né le creature sono gli avversari più pericolosi della nostra vita cristiana, ma siamo noi i più pericolosi nemici di noi stessi. È il nostro io, pieno d’orgoglio e di passioni, è la debolezza della nostra natura che ci trascinano nel baratro del peccato. Il peggio si è che noi siamo portati sempre a riconoscere gli errori degli altri e, accecati dalla nostra presunzione, non ammettiamo mai di essere noi stessi i colpevoli.
Il peccato è una cosa talmente orrenda e tragica che Dio non ha risparmiato neppure
il suo Figlio Unigenito, che si era volontariamente ricoperto dei nostri misfatti, fino a sacrificarlo sulla croce. Cristo per scontare i nostri peccati, ha versato tutto il Sangue; questo evento così terribile dovrebbe farci riflettere profondamente! Chi si ostina nel peccato rifiuta il Sangue di Cristo, il suo amore, la sua misericordia! Quando Dio ama non offre doni di natura, ma dà Se Stesso: il Padre ha già offerto, attraverso l’Opera salvifica di Cristo, il perdono al mondo; Cristo ci ha dato il suo Sangue, prova suprema del suo amore, e il peccatore rende vana la sua redenzione. Cristo ci dischiude il cammino verso la nostra sicurezza interiore, la sua Grazia; il peccato non solo fa dimenticare questa ricchezza, ma tradisce colui che ce l’ha donata col suo Sangue.
Il peccato non trafigge solo il Cuore di Cristo, ma anche quello della Madre sua. Ella, pura ed immacolata, pur essendo immune da ogni macchia, ne conosce profondamente le tragiche conseguenze. La missione a lei affidata da Cristo crocifisso è quella di Madre di amore e di misericordia; il Suo compito dunque è quello di riportare le anime dei peccatori a Dio. Ella, essendo la Madre della Grazia, è per questo anche la Madre della Misericordia, la Madre del perdono. Anche Lei ha offerto al Padre il Sangue del suo Figlio dilettissimo per la salvezza dei peccatori. Ai piedi della croce Maria acquista una grande potenza contro il peccato e una dolcezza immensa nel parlare al cuore del peccatore.
S. Gaspare, allorchè, durante le Missioni, notava l’indifferenza dell’uditorio e che i peccatori rimanevano ostinati nelle loro colpe, si faceva portare processionalmente il simulacro dell’Addolorata presso il palco e la mostrava, assieme al Crocifisso, invitando appassionatamente al ritorno a Dio. Era allora uno scrosciare di gemiti, di pianti, di invocazioni. La Missione, con la presenza della Vergine, prendeva fuoco.
Il peccato giunge al suo apice quando l’uomo non ascolta più nella sua anima la parola della croce, che Dio gli manda come ultimo grido di amore, che dovrebbe avere la potenza di lacerare ogni cuore. Invece la persona che sa riconoscere le proprie colpe e ne chiede sinceramente perdono a Cristo, manifesta la sua grandezza spirituale e si libera
dal dispotismo del peccato, perché Cristo entra nel suo cuore.
Maria, e tutta la Chiesa con lei, non cessa di pregare per la conversione dei peccatori, perché nei loro cuori legge il Mistero di Cristo e sa che costano a lui le più atroci sofferenze; ella desidera ardentemente che dove cova l’odio sbocci l’amore.
È dall’amore e dal dolore che si sprigiona il grido: «Padre, ho peccato contro di Te, non sono più degno di chiamarmi tuo figlio!» È il grido che inonda di gioia tutto il Cielo!.
O Maria, ti sei unita all’Agnello immacolato per portare con Lui il peccato del mondo ed essere con Lui immolata: prega il tuo Figlio Crocifisso di concederci la remissione dei peccati.

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