Napoli, poliziotti mandati allo sbaraglio nel bel mezzo di una guerra di mafia

Oggetto: Poliziotto ferito gravemente a Napoli, il Coisp: “Un servizio tramutatosi in una trappola. Siamo di fronte a una guerra di mafia ma i colleghi vengono mandati allo sbaraglio senza gli strumenti adeguati a una realtà fuori dal comune”

“A Napoli è in corso una nuova guerra di camorra. Una guerra in cui si sono persi ‘regole’ e ‘codici’ tipici della criminalità organizzata. Una guerra fra schegge impazzite, in cui si spara a vista – a chiunque, a qualunque ora del giorno e della notte, in qualunque posto, a qualunque costo – alla prima foglia che si muove senza neppure sapere a quale albero appartenga e quale vento stia soffiando. I colleghi che escono e vanno a lavorare a Napoli è esattamente come andassero in guerra, una guerra che, però, si combatte in un contesto urbano, in mezzo alla gente comune, e che per questo non richiede impiego di forze militari ma necessita che le Forze dell’Ordine abbiano strumenti adeguati ad una situazione completamente fuori dalla realtà del restante territorio nazionale. Da quanto è stato fin qui ricostruito è emerso con chiarezza che ieri sera i colleghi sono finiti in mezzo ad una sorta di agguato in risposta a un ‘comune’ servizio di osservazione senza che ancora sia chiaro neppure quale identità avesse assegnato loro chi li ha scelti come vittime predestinate agendo con una sfrontatezza, una disinvoltura ed una violenza raramente riscontrate. E questo la dice lunga sul livello di compromissione della realtà di un territorio in cui i Poliziotti vengono spesso mandati allo sbaraglio, senza che si ammetta che la situazione non consente più di lavorare come negli altri contesti urbani italiani e che si pretendano dunque strumenti e mezzi adeguati”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo che ieri a Napoli, a Fuorigrotta, Poliziotti della Squadra Mobile che svolgevano un appostamento in abiti civili e con un’auto civetta, sono stati oggetto dell’aggressione di qualcuno che ha sparato loro contro ferendo gravemente un Agente.
“Oggi la nostra solidarietà e vicinanza – conclude Maccari – va con priorità al collega ferito, ma con lui anche a tutti quei colleghi che adempiono al proprio dovere in ‘zone di guerra’ anche se chi ha la responsabilità della loro sicurezza, dal primo superiore via via fino al Ministro in prima persona, non ha evidentemente come primo obiettivo la loro tutela, considerato che ancora non possono usufruire di mezzi straordinari, di strumenti eccezionali, di numeri quantomeno adeguati, ma anzitutto di leggi speciali”.

 

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