Antonella Agnoli, militante culturale
Leggendo un romanzo, scrive Gaston Bachelard, “siamo trasportati in un’altra vita, che ci fa soffrire, sperare, compatire ma nonostante ciò ci lascia la complessa sensazione che la nostra angoscia resta sotto il dominio della nostra libertà”. Un’altra vita, molte altre vite. Chi si avvicina a Vita e destino di Grossman, a Madame Bovary di Flaubert, a Mattatoio n. 5 di Vonnegut scopre esperienze, desideri, sentimenti, emozioni diverse. Grazie a un libro vive dieci, cento, mille vite che mai avrebbe sospettato.
Cosa c’è, quindi, di più comune di una biblioteca, che permette a Paolo e ad Alina, a Moussa e a Solangy, a John e a Deborah, a Philippe e a Greta di ritrovarsi con migliaia di autori del passato e del presente, oltre che ritrovarsi con altri cittadini di età diversa, di un quartiere diverso, di origine diversa?
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